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Trump (ri)chiama Musk per costruire il Golden Dome, per SpaceX contratto miliardario

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L’ingresso di SpaceX nel progetto Golden Dome rappresenterebbe un passo strategico nella Space Economy militare, ma ci saranno anche Anduril Industries, Palantir Technologies, Lockheed Martin, Northrop Grumman e L3Harris. Musk rientra a Washington?

SpaceX pronta a vincere un contratto da 2 miliardi di dollari per il progetto di difesa “Golden Dome” di Trump

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, SpaceX, l’azienda spaziale di Elon Musk, sarebbe in procinto di aggiudicarsi un contratto da 2 miliardi di dollari per lo sviluppo di satelliti destinati al tracciamento di missili e velivoli nell’ambito del nuovo programma di difesa statunitense “Golden Dome”, lanciato dal presidente Donald Trump.

Della partecipazione di SpaceX al programma di Difesa satellitare americano, fortemente voluto da Trump, si parla da mesi. Il sistema, definito come un “air moving target indicator”, potrebbe contare su una costellazione di fino a 600 satelliti una volta operativo. L’obiettivo è creare una rete spaziale di sorveglianza e intercettazione in grado di individuare e neutralizzare minacce aeree o missilistiche in tempo reale.

Un progetto ambizioso ispirato all’Iron Dome israeliano

Il programma Golden Dome, ispirato all’“Iron Dome” di Israele, è stato annunciato ufficialmente alla Casa Bianca nel maggio 2025 da Trump e dal segretario alla Guerra Pete Hegseth.
L’amministrazione ha descritto l’iniziativa come una “complessa architettura di satelliti e armamenti” capace di distruggere missili in volo, persino quelli lanciati dallo spazio.

Il presidente ha promesso che il sistema sarà pienamente operativo entro gennaio 2029, con un costo stimato di 175 miliardi di dollari. Tuttavia, la Congressional Budget Office (CBO) ha stimato un prezzo finale che potrebbe raggiungere i 524 miliardi di dollari e tempi di realizzazione fino a 20 anni.

SpaceX e gli altri protagonisti della corsa ai contratti

Oltre a SpaceX, secondo quanto riportato dal quotidiano The Independent, altri colossi della difesa americana come Anduril Industries, Palantir Technologies, Lockheed Martin, Northrop Grumman e L3Harris risultano coinvolti nella fase di gara per le diverse componenti del sistema.
Questa estate si è fatto anche il nome del Progetto Kuiper di Amazon.

Il contratto da 2 miliardi di dollari per la rete satellitare rappresenterebbe un importante segnale di riconciliazione tra Trump e Musk, dopo mesi di tensioni pubbliche e accuse reciproche.
Solo pochi mesi fa, i due si erano duramente scontrati per la gestione del cosiddetto One Big, Beautiful Bill, la legge omnibus che ha stanziato i fondi per Golden Dome.

Il ritorno di Musk a Washington?

Elon Musk, che nel 2024 aveva donato 288 milioni di dollari alla campagna elettorale di Trump, si era allontanato dalla scena politica dopo una serie di scontri pubblici con il presidente.
La situazione sembra ora essersi distesa: i due sono stati visti stringersi la mano a settembre durante la commemorazione dell’attivista MAGA Charlie Kirk in Arizona e Trump ha dichiarato recentemente di aver “sempre apprezzato Elon”, definendo la loro disputa “molto stupida”.

Se confermato, il contratto con SpaceX consoliderebbe ulteriormente il ruolo dell’azienda nella Difesa spaziale americana, dopo i numerosi accordi già siglati con la NASA e il Pentagono.

Un funzionario del Dipartimento della Difesa ha sottolineato che il Pentagono “protegge rigorosamente i vantaggi strategici del programma Golden Dome da accessi esterni”.

SpaceX, tra sicurezza nazionale e space economy

Per SpaceX, l’ingresso ufficiale nel progetto Golden Dome rappresenterebbe un passo strategico nella Space Economy militare, con applicazioni che vanno dal tracciamento di minacce aeree alla gestione di comunicazioni criptate e di reti satellitari dual-use.
L’azienda di Musk è già coinvolta in altri due progetti satellitari legati rispettivamente alla trasmissione sicura di dati sensibili e al tracciamento di veicoli militari.

Il potenziale contratto rafforza il legame tra tecnologia privata e sicurezza nazionale, un asse sempre più cruciale nella competizione geopolitica tra Stati Uniti, Cina e Russia per il controllo dello spazio.
Lo scorso mese, SpaceX ha annunciato di aver lanciato finora più di 10.000 satelliti Starlink, “consentendo una connessione Internet affidabile ad alta velocità a milioni di persone in tutto il mondo“.

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