Il progetto

Transizione green nell’UE, ecco le nuove case a consumo energetico zero (NZE)

di |

Una popolazione mondiale sempre più in crescita richiede alloggi e comunità con impatti ambientali minimi. Un’iniziativa finanziata dall’UE ha sviluppato una soluzione per incoraggiare lo sviluppo di edifici e insediamenti a energia netta pari allo zero.

Entro il 2050 l’Unione europea deve raggiungere degli obiettivi storici, in termini di emissioni inquinanti. Dopo l’ok del Parlamento e del Consiglio, la Commissione europea ha adottato un nuovo pacchetto di azioni per il clima e l’ambiente, che pone come traguardo finale la riduzione del consumo energetico e la neutralità climatica del continente europeo entro la metà del secolo, quindi emissioni inquinanti negative per gli anni successivi.

Come obiettivo intermedio, abbiamo di fronte però una grande sfida, la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030.

Un percorso difficile, tradotto nella transizione ecologica prevista dal Green Deal europeo annunciato dalla Presidente della Commissione europea in persona, Ursula von der Leyen, che prevede interventi audaci, ma necessari per evitare le conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento globale.

Tra le fonti di inquinamento più grandi, certamente c’è il consumo energetico a livello abitativo, degli edifici e le costruzioni in generale. Secondo uno studio di Legambiente di quest’anno, dal settore residenziale proviene il 53% delle emissioni di PM10, dagli edifici il 18% delle emissioni climalteranti.

Nuovi edifici a consumo energetico zero nell’Ue: il progetto ZERO-PLUS

In Europa sono state introdotte normative di consumo energetico nullo (NZE, net zero energy) per i nuovi edifici, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

Gli edifici a energia quasi zero possono raggiungere un bilancio energetico annuo prossimo allo zero, se non positivo, grazie ad una combinazione di strategie di risparmio energetico integrate nell’edificio e a sistemi di generazione di energia rinnovabile.

Il progetto europeo ZERO-PLUS risponde proprio a queste sfide, creando una tabella di marcia per progettazioni e costruzioni di nuovi edifici ed insediamenti NZE efficienti dal punto di vista dei costi.

ZERO-PLUS è l’acronimo di “Achieving near Zero and Positive Energy Settlements in Europe using Advanced Energy Technology“, cioè “Realizzare Insediamenti ad Energia quasi-Zero e Energia Positiva in Europa usando Tecnologia Energetica Avanzata”.

ZERO-PLUS ha cercato di sviluppare un approccio sostenibile per la creazione di comunità NZE. Obiettivi specifici prevedevano la riduzione dei costi iniziali di costruzione di almeno il 16 % rispetto agli edifici standard NZE, con una parallela riduzione significativa dei costi di ciclo di vita”, ha dichiarato in una nota la coordinatrice del progetto, Margarita Assimakopoulos.

Il progetto ha visto la partecipazione di un consorzio di 32 partner provenienti da otto Paesi e ha strutturato quattro comunità di lavoro in Francia, in Italia, nel Regno Unito e a Cipro.

Le innovative tecnologie includevano un sistema solare di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria, un sistema combinato di calore ed energia, un sistema di stoccaggio di energia e inverter, un sistema multifunzione per integrare sistemi di generazione di energia rinnovabile sui tetti e la relativa industrializzazione. Ulteriori tecnologie prevedevano pannelli isolanti, batterie e un sistema di gestione dell’energia dell’edificio.

Il ruolo dell’efficienza energetica nel Green deal europeo

Grazie all’efficienza energetica si può raggiungere un 40% in meno di emissioni di gas serra entro i prossimi 20 anni, secondo il Report 2020 dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea).

Nel 2020 sono stati spesi 66 miliardi di dollari proprio per l’efficienza energetica nell’edilizia, negli edifici e nelle costruzioni, con un risultato secondario, ma non meno significativo, di aver creato 15 nuovi posti di lavoro ogni milione di dollari investito in questo settore.

Si stima, infine, che la spesa legata all’efficienza energetica potrebbe generare l’equivalente di 1,8 milioni di posti di lavoro a tempo pieno, tra il 2021 e il 2023, di cui quasi due terzi nel settore delle costruzioni.