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Tra Usa e Cina c’è l’Ue. Vestager: “Dimostrare il primato della nostra vision sul digitale”

Vestager

Tra il modello delle Big Tech e quello cinese si sta sempre più affermando quello europeo. “L’Ue mira a essere in prima linea nella rivoluzione tecnologica e si è data obiettivi politici da qui al 2030 sulle quattro questioni cruciali: competenze, infrastrutture, servizi pubblici e digitalizzazione delle imprese”. Lo scrivono in un intervento congiunto su Il Sole 24 Ore Margrethe Vestager e Josep Borrell, rispettivamente Commissario europeo per l’Agenda digitale e Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nell’illustrare la visione per un “decennio digitale” europeo presentato dalla stessa Commissione Ue. 

Pari opportunità per innovare

L’obiettivo, scrivono, è “garantire che la tecnologia dia a cittadini e player economici i mezzi per costruire una società più prospera e inclusiva” per la quale “avremo bisogno di mercati aperti e competitivi” in modo tale che “le imprese di tutte le dimensioni devono avere pari opportunità di innovare e fornire i loro prodotti e servizi ai consumatori”. 

Affermare il primato della visione dell’Ue

Secondo Vestager e Borrell, più in generale “la digitalizzazione è ora la chiave per costruire una resilienza economica e sociale, e per esercitare un’influenza a livello globale. Il nostro futuro collettivo sta già prendendo forma nel dominio digitale” e “in un mondo segnato dalla competizione geopolitica per il primato tecnologico, dobbiamo assicurarci che la visione della digitalizzazione che ha l’Ue – basata su società aperte, stato di diritto e libertà fondamentali – dimostri il suo primato su quella dei sistemi autoritari che usano le tecnologie digitali come strumenti di sorveglianza e repressione”.

I tre princìpi fondamentali 

Ma digitalizzazione, scrivono ancora, comporta seri rischi, dalla sorveglianza di massa agli attacchi informatici alle infrastrutture strategiche, alla diffusione della disinformazione architettata per polarizzare le società e minare la democrazia. Questo significa che dobbiamo trovare un equilibrio tra l’apertura e la tutela degli altri nostri interessi e valori fondamentali. 

In particolare, sottolineano, dovremmo aderire a tre princìpi fondamentali: 

Le alleanze per il successo del decennio digitale

Aumentando le proprie capacità, l’Ue può contribuire a plasmare la trasformazione digitale del mondo. Il successo del decennio digitale europeo richiederà di stringere alleanze con Paesi che condividono la stessa visione. Per questo motivo la Commissione Ue ha preso contatti con l’amministrazione Biden per “creare un consiglio congiunto per il commercio e la tecnologia”.

Dopo tutto, concludono Vestager e Borrell, per raccogliere in pieno i benefici dell’innovazione tecnologica è necessario mantenere un’economia digitale aperta in cui gli investimenti possano fluire liberamente. 

E che si tratti di soluzioni digitali in materia di sanità, di lotta al terrorismo o per mitigare il cambiamento climatico, proteggere la biodiversità e prevedere disastri naturali e pandemie, avremo bisogno di molta più collaborazione tecnologica a livello internazionale.

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