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Tim, valorizzazione degli asset e destino della rete in Cda

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La riorganizzazione del gruppo e i piani futuri per il rilancio dei conti al centro del consiglio straordinario di Tim che si terrà domani.

Il destino della rete e un piano particolareggiato sulla valorizzazione degli asset non core, in primo luogo Noovle (cloud), i temi sul tavolo del cda di Tim in programma per domani voluto da Vivendi e alcuni consiglieri indipendenti. Anche il ruolo del top management sarebbe in discussione, con Vivendi che vorrebbe assumere un ruolo più attivo nella gestione aziendale. Questo secondo le voci vicine all’azienda il menu del consiglio straordinario convocato per domani per fare il punto della situazione, alla luce dei due profit warning annunciati dal gruppo in pochi mesi e di un terzo trimestre sotto le attese che hanno deluso il primo azionista transalpino di Tim.

Rete

Della rete si parlerà anche alla luce della decisione odierna da parte dell’Antitrust Ue sul riassetto di Open Fiber, che secondo stime darà disco verde al riassetto con CDP al 60% e il fondo australiano Macquarie al 40% al posto di Enel in uscita.

La decisione della Ue arriva in un contesto in cui indiscrezioni parlano della disponibilità del management Tim a cedere il controllo nell’ipotesi di una newco della rete, ma del memorandum tra Tim e Cdp, come sottolineato dai sindacati che hanno chiesto un incontro urgente col ministro Giorgetti, “non vi è più nessuna traccia”.

Secondo la Reuters, Cassa depositi e prestiti (CDP), secondo azionista di Tim con il 9,8%, diversamente da Vivendi, non sarebbe propensa ad appoggiare grandi cambiamenti al vertice dell’azienda. Vorrebbe di fatto limitare la discussione al rilancio strategico del gruppo, senza toccare il tema della governance.

Sarà davvero così?

Per certo i membri del consiglio discuteranno più nel dettaglio i progetti di riorganizzazione preannunciati da Luigi Gubitosi alla conference call per la trimestrale, durante la quale l’ad di Tim ha ventilato la possibilità di riorganizzare il gruppo e di estrarre più valore dai suoi asset, fra cui la rete primaria (che resta nel perimetro aziendale di Tim, esclusa quindi Fibercop, la società della rete secondaria che dai cabinet va fino alle case).

Un’altra certezza è la volontà di Vivendi di limitare le perdite in Tim, che secondo Reuters ai corsi attuali si attestano ad un rosso potenziale di 1,8 miliardi di euro.

Vivendi è sempre stata contraria all’ipotesi che Tim perda il controllo in una ipotetica newco della rete.

Alzando lo sguardo oltre la rete, fra gli asset che potrebbero essere valorizzati per primi da Tim c’è sicuramente Noovle, la società del gruppo specializzata in servizi Cloud partenr di Google.

La cessione di una quota di minoranza di Noovle sarebbe già in calendario per la seconda metà del 2022.

Tim è in lizza insieme a Cdp, Leonardo e Sogei per l’assegnazione della commessa per il Cloud nazionale. 

Gli altri contendenti in gara il duo Almaviva-Aruba e il tandem composto da Fastweb ed Engineering.