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Tim tratta cessione rete secondaria a KKR? Alessio Butti (FdI) ‘Cosa pensa il Governo?’

Rete unica (o meglio unitaria): molti la vogliono ma nessuno ne parla volentieri. E’ un tema scivoloso, un dibattito che va avanti da anni, e sarà forse per questo che la notizia trattativa fra Tim e il fondo americano Kkr riportata oggi da Repubblica per la cessione di una quota di minoranza (fino al 40%) della rete secondaria di Tim, quella in rame dall’armadietto fino alle case, prosegue senza grossi sussulti soprattutto da parte della politica di casa nostra. E’ pur vero che la politica non può intromettersi nelle trattative di un’azienda privata, eppure non più tardi dello scorso 28 aprile il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli ha detto che “il progetto della rete unica Tim-Open Fiber è fondamentale per il paese”.

Alleggerimento di Elliott

C’è da dire che negli ultimi giorni l’assetto azionario di Tim ha subito un cambiamento non indifferente, con l’alleggerimento delle quote da parte di Elliott (5,1%, ma diritti di voto ridotti allo 0,265%), il terzo socio del gruppo dopo Vivendi (23,9%) e CDP (10%).

Alla luce di questa mossa, l’ingresso di Kkr in Tim rappresenterebbe di fatto un avvicendamento, che implicherebbe un cambio non da poco nella strategia del gruppo.

Se l’obiettivo primario di Elliott è stato da subito quello di favorire lo scorporo della rete (nella sua interezza) in vista di un merger con Open Fiber, sotto la mano pubblica, al contrario Kkr punterebbe alla valorizzazione della rete in rame e avrebbe tutto l’interesse a perpetuarne il ciclo di vita.

E a questo proposito, che ne sarebbe della rete secondaria nell’ottica di una eventuale società unica (o meglio unitaria) della rete?

Anche la rete secondaria (in rame) rientrerebbe nel perimetro del progetto di rete unica (o meglio unitaria)?

La trattativa con Kkr potrebbe slittare dopo l’estate

La Repubblica riporta oggi la notizia che Telecom Italia avrebbe dato il mandato a Lazard per fare una fairness opinion sul valore di mercato della quota di minoranza della sua rete secondaria. Si ragiona su un controvalore dell’infrastruttura di 7,5 miliardi (di cui 3,2 miliardi di debito). Il quotidiano evidenzia che “il fondo Kkr, pur andando avanti nell’analisi dell’infrastruttura e dei piani per sostituire la rete in rame con la fibra, potrebbe però aver bisogno di più tempo, prima di fare una offerta vincolante. L’esclusiva di Kkr scade a fine giugno ma nulla impedisce che venga prolungata per qualche settimana”. Molti soggettivi vicini alle parti, secondo Repubblica, ritengono che l’operazione potrebbe comunque essere finalizzata entro l’estate. Secondo Repubblica, Gubitosi avrebbe sempre ribadito che la trattativa con Kkr non escluderebbe comunque un accordo con Open Fiber, controllata da Enel e Cdp.

Ma è davvero così?

Davvero il progetto di rete unica potrebbe andare avanti con questo rinnovato protagonismo della rete secondaria in rame, fumo negli occhi per Open Fiber?

Il progetto FiberCop

In realtà, non più tardi dello scorso 11 marzo Tim aveva già preconizzato la creazione di una newco wholesale denominata FiberCop in cui farebbe confluire la rete secondaria in fibra e rame, dai cabinet fino a casa, e Kkr ne acquisirebbe appunto una quota del 40% pari a 1,8 miliardi sulla base di un enterprise value di 7,5 miliardi.

Interrogazione di Alessio Butti (FdI)

Troppo presto per dirlo, ma nel frattempo arriva una interrogazione in Commissione trasporti e telecomunicazioni da parte dei parlamentari di Fratelli d’Italia Alessio Butti responsabile di FdI del dipartimento Tlc e media, Marco Silvestroni e Mauro Rotelli della commissione al ministro dell’Innovazione tecnologica e al ministro dello Sviluppo Economico. “Per sapere, premesso che da fonti di stampa (Repubblica 7 maggio a firma Sara Bennewitz) si apprende che Telecom intenderebbe cedere una quota della rete secondaria (rame e fibra dal cabinet alle abitazioni) al fondo KKR.

Nell’articolo si citano cifre e circostanze che lasciano trasparire quanto le “voci” siano reali.

Da anni si parla di rete unica, saldamente in mano pubblica, ma il governo sembra del tutto assente su un tema estremamente strategico per il paese confermando, anche nel delicato contesto sanitario, la propria inadeguatezza.

Quale sia l’opinione dei ministri interrogati su quanto pubblicato dalla stampa.

Quale sia l’opinione del governo in merito alle scelte di TIM, relativamente, alla decisione di cedere parte della propria rete ad un fondo americano. Se il ministro ritenga che quanto scritto possa rispondere al vero o piuttosto configurare uno stratagemma per far salire il titolo TIM, evidentemente in difficoltà, e consentire alla stessa TIM un potere maggiore di negoziazione con Open Fiber”.

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