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Tim, tornano le voci di cambio al vertice

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Nuovi rumors sul possibile passo indietro del presidente Fulvio Conti, mentre potrebbe riprendere quota l’ipotesi di fusione delle reti Tim e Open Fiber.

Tornano le voci sulla governance di Tim. Secondo i rumors lanciati oggi da Repubblica, e ripresi da Bloomberg, sarebbe stato convocato un cda (secondo Bloomberg il 26 settembre) per discutere proprio di questo argomento, visto che Fulvio Conti, presidente della società in quota Elliott da marzo 2018 e da subito in rotta con il primo azionista Vivendi (23,9%), sarebbe pronto a fare un passo indietro.

Secondo il quotidiano però non sarebbe ancora stato individuato un sostituto, che sulla carta dovrebbe a questo punto essere espressione di Cdp, secondo azionista con il 9,9% del capitale. Ma per il momento non ci sarebbe una posizione ben definita sul ruolo di Cdp in Tim e per questo a prendere le deleghe di Conti potrebbe essere l’amministratore delegato Luigi Gubitosi.

Il cambio al vertice potrebbe riaprire il dialogo fra i tre azionisti di riferimento: Vivendi (23,9%), Cdp (9,9%) e Elliott (9,8%) e riaprire i giochi per la conversione delle azioni risparmio in ordinarie. Un’operazione di cui si parla da anni.

Si torna inoltre a parlare dell’ipotesi di aggregazione delle reti di Tim e Open Fiber, un altro fronte aperto da tempo che potrebbe subire un’accelerazione con il nuovo governo giallorosso. Il progetto, su cui è in corso una valutazione d’impatto, si è sempre scontrato con il niet di Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, che detiene il 50% di Open Fiber (l’altro 50% è in mano a Cdp).

Resta però da capire qual è la valutazione di Open Fiber, per ricavare il prezzo al quale Enel potrebbe pensare di cedere la sua quota, qualora fosse interessata a cederla, cosa che finora in realtà non è mai trapelata. Se Tim stima Open Fiber intorno a 2,5 miliardi, Enel arriva a 8 miliardi. La distanza fra le parti per ora sembra ampia. Certo la quota di Enel potrebbe far gola a diversi fondi internazionali, secondo MF.   

D’altro canto, la nomina di un sottosegretario alle Tlc favorevole alla fusione potrebbe contribuire a favorire lo sblocco della situazione.

Intanto, gli analisti di J.P.Morgan, la multinazionale americana di servizi finanziari, hanno rivisto al rialzo la raccomandazione su TIM portandola a “overweight“, con prezzo obiettivo a 0,69 euro.

Intanto, sul listino milanese, si muove al rialzo la società di telecomunicazioni che si attesta a 0,5101 euro, con un aumento dell’1,25%.