Tim positiva in Borsa dopo che il Cda di Poste Italiane ha deliberato l’acquisizione della partecipazione residuale di Vivendi, pari al 2,51%, avviandosi ad avere una partecipazione complessiva del 27,32%. Dopo 10 anni addio senza rimpianti a Vivendi, socio inascoltato contrario a suo tempo allo scorporo che esce di scena dopo anni di battaglie legali. A Piazza Affari in apertura la società guidata da Pietro Labriola guadagna fino all’1,9% a 0,50 euro e Poste sale dello 0,5% a 20,81 euro.
Il corrispettivo per l’acquisto è pari al prezzo di chiusura delle azioni del 10 dicembre 2025, è complessivamente pari a euro 187 milioni.
Soglia dell’Opa neutralizzata
Il conseguente superamento dell’attuale soglia rilevante ai fini della disciplina sulle offerte pubbliche di acquisto obbligatorie, si legge nella nota di Poste, sarà neutralizzato avvalendosi “dell’esenzione di cui all’articolo 106, comma 5, del D.lgs. 58/1998 e all’articolo 49, comma 1, lett. e), del Regolamento Consob n. 11971/1999. Pertanto – in vigenza dell’attuale quadro normativo – Poste Italiane si impegna a cedere a parti non correlate le azioni ordinarie detenute in eccedenza rispetto alla predetta soglia rilevante, entro 12 mesi dal perfezionamento dell’acquisto, astenendosi, nel mentre, dall’esercizio dei diritti di voto relativi a tali azioni”, si legge nella nota.
Entro un anno innalzamento della soglia dell’Opa in arrivo
Una mossa temporanea, di un anno, in attesa dell’entrata in vigore de via libera definitivo della riforma del Tuf (Testo unico della finanza) che, fra le altre novità, innalza la soglia dell’Opa al 30%. A quel punto, Poste potrà mantenere la partecipazione del 27,3% senza incorrere in alcun obbligo.
“Con questa operazione”, conclude la nota “Poste Italiane rafforza l’investimento di natura strategica realizzato in Tim, confermando il proprio obiettivo di svolgere il ruolo di azionista industriale di lungo periodo, attraverso la realizzazione di sinergie e la creazione di valore per tutti gli stakeholder”.
Poste-Tim, quali sinergie industriali?
Resta da capire nel dettaglio quali saranno i reali contenuti di questa alleanza dal punto di vista industriale, ma per questo bisognerà attendere il prossimo 24 febbraio l’aggiornamento del piano industriale di Tim, che di certo punterà molto sulla divisione Enterprise e svelerà i contenuti della joint venture sul Cloud sovrano annunciata con Poste.
Sarà Cloud sovrano?
Resta da capire se si tratterà di un Cloud sovrano oppure semplicemente Cloud realizzato con tecnologie americane rivenduto da venditori italiani? La domanda non è secondaria e sta a cuore anche alla Ue.
Ma resta anche da capire se la nuova joint venture sul Cloud farà concorrenza al PSN, che ad oggi ha garantito la migrazione al Cloud di 563 enti pubblici.

