“Abbiamo già portato a casa una sinergia gigantesca. Forse non ci siamo resi conto che il titolo è passato da 29 a 39 centesimi dopo l’entrata di Poste nel capitale sociale. Quindi già questo è un grande punto di partenza” che “vale tra un miliardo e mezzo o due di capitalizzazione in borsa”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, a margine di un evento oggi a Roma, rispondendo a chi gli chiede delle sinergie nell’ambito dei servizi con Poste.
Poi “stiamo discutendo i dettagli del dell’mvno e anche quello è un importante elemento. Quindi ci sono già tante sinergie e poi tutto il resto con calma. Siamo tornati a essere un’azienda normale, quindi non c’è fretta: le cose vanno fatte con calma e con intelligenza”, ha aggiunto Labriola.
Ad Tim, fino a un anno fa dati per morti, ora fondi ci osservano
Sulla sinergia con Poste “il giudizio lo dà il mercato e avere un’azionista con una visione industriale dà fiducia al mercato”, ha aggiunto Labriola.
“Fino ad un anno fa eravamo dati per morti ora, oggi sotto osservazione dai principali fondi di investimento” ha aggiunto. Per Labriola “avere Poste alle spalle ci garantisce italianità e sovranità” e “ci pone come un interlocutore affidabile in un contesto in cui affidabilità e certezze sono venute meno”.
Labriola, ‘consolidamento delle Tlc è direzione dell’Europa’
Sul consolidamento delle Tlc, che potrebbe coinvolgere anche Tim e Iliad, “non ci sono novità”, ma “l’Europa sta andando in quella direzione, mi sembra dappertutto, in Francia, in Spagna”, ha detto. “Noi l’abbiamo sempre auspicato un qualcosa che razionalizzi il mercato e – ha aggiunto – è nell’interesse anche del sistema Paese”.
Renna, consolidamento Fastweb-Vodafone primo passo ma non basta
“Il paradosso delle Telco è che in Italia il settore vive una crisi strutturale, con i ricavi che crollano e i costi che crescono”, dunque il comparto “pur rimanendo strategico non è più sostenibile e serve un cambio di passo, possibile solo con le giuste economie di scala”. Lo ha sottolineato Walter Renna, Ceo di Fastweb+Vodafone, nel corso dell’evento. “Il consolidamento Fastweb+Vodafone è un primo passo ma non basta” ha quindi sottolineato.
“Le infrastrutture proprietarie rimangono il core business” degli operatori, ha aggiunto Renna, secondo cui occorre però “essere capaci di accompagnarle con nuovi servizi a partire dalla cybersecurity, dal cloud sovrano e dall’intelligenza artificiale”, anche “per non dipendere dalle piattaforme straniere”.