Il dibattito

Tim-KKR, Giorgetti ‘Se ci sarà Opa si valuterà Golden Power’. Per i sindacati c’è ‘un rischio Alitalia’

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Giancarlo Giorgetti nel corso dell’informativa odierna alla Camera su Tim-KKR: 'Al momento il percorso è ancora in fieri’. Allarme dei sindacati: 'Un gruppo che occupa oltre 40mila addetti, in una operazione di spezzatino, inevitabilmente andrebbe a causare migliaia di esuberi'. Le reazioni della politica.

“Il Governo sta seguendo il dossier con grande attenzione. Il percorso è all’inizio e non si è ancora nelle condizioni di prendere iniziative. Se Kkr lancia l’Opa si attiva una procedura con la valutazione della disciplina della Golden Power”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nel corso di una informativa alla Camera dei Deputati sulla vicenda Tim. “E’ opportuno evidenziare che ci si trova davanti a un processo nelle sue fasi iniziali che non ha dato luogo a un’Opa su Tim”, ha detto Giorgetti.

Governo sta seguendo il dossier Tim

“Il Governo sta seguendo” il dossier Tim “con estrema attenzione. Al momento il percorso è ancora in fieri, per cui non si ha ancora titolo ad assumere specifiche e formali iniziative. Qualora Kkr dovesse formalizzare il lancio dell’Opa, o chiunque formalizzi il lancio di un’Opa, si attiverebbe una procedura che consentirà al Governo di interessarsi all’iniziativa sia per il rilascio delle previste autorizzazioni sia le valutazioni nell’ambito della disciplina del golden power”.

Tim, Giorgetti: ‘Obiettivi primari rete in fibra e tutela asset strategici’

Nel valutare il dossier relativo alla manifestazione di interesse non vincolante avanzata da Kkr per Tim “occorre considerare due obiettivi strategici: la necessità di realizzare una infrastruttura in fibra ottica in modo capillare nel paese e tutelare gli asset strategici”.

Giorgetti ha precisato che “il governo sta seguendo con estrema attenzione” il dossier ricordando che è stato costituito un comitato ad hoc per seguirlo ma “il percorso è ancora in fieri, non c’è un titolo a specifiche iniziative” o all’esercizio di poteri speciali.

Tim, Giorgetti: indispensabile controllo pubblico asset strategici

“Ricordo le parole di Draghi con il riferimento al dossier Tim, è un dossier di straordinaria importanza in cui le priorità sono la protezione dell’occupazione, e nelle ore scorse ho avuto un incontro con i sindacati, la protezione della tecnologia, frontiera fondamentale in termini prospettici e che fa parte del Pnrr e la protezione della rete. E’ indiscutibile che all’interno di Tim esistano degli asset di natura strategica per cui è indispensabile il controllo pubblico. Questo è il perimetro in cui l’esecutivo valuterà l’offerta di Kkr che ora è solo una manifestazione di interesse”. “, ha sottolineato Giorgetti.

Nel corso dell’informativa alla Camera, il ministro Giorgetti ha poi ribadito che “allo stato si tratta di una mera manifestazione di interesse non accompagnata da atti formali necessari per fare qualsiasi tipo di valutazione”.

“Trattandosi di una società quotata in Borsa – ha concluso – è bene ricordare che le operazioni sono soggette ai regolamenti della Consob”.

Tim: Giorgetti, si possono valutare sinergie con Open Fiber

“Oggi ci sono due operatori in concorrenza tra loro“, Tim e Open Fiber, e “possiamo valutare eventuali sinergie per accelerare l’infrastrutturazione del Paese in senso digitale”, ha detto Giorgetti.

In precedenza, il ministro Giorgetti, insieme a Vittorio Colao, ministro dell’Innovazione e della Transizione digitale, e Anna Ascani, sottosegretario del Mise, ha incontrato al Mise i sindacati per un confronto su Tim. Un incontro giudicato insoddisfacente dai sindacati, che hanno lanciato l’allarme occupazione per Tim.

Sindacati: ‘Rischio nuovo caso Alitalia con migliaia esuberi

“Non riteniamo sia esagerato paventare un finale molto simile a quello che ha coinvolto Alitalia. Un gruppo che occupa oltre 40mila addetti, in una operazione di spezzatino, inevitabilmente andrebbe a causare migliaia di esuberi che il Paese non può permettersi, e che noi con forza intendiamo scongiurare”. Lo scrivono in una lettera congiunta al ministro della Transizione digitale, Vittorio Colao, e al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti e alla sottosegretaria Anna Ascani, le segreterie le segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil dopo l’incontro con il governo oggi al Mise. Per i sindacati, il Governo naviga a vista e c’è molta incertezza. “Non abbiamo avuto le risposte che cercavamo se non in termini generici, non siamo soddisfatti – commenta con l’ANSA Salvatore Ugliarolo, segretario generale Uilcom Uil – rispetto a un problema che il Governo ben conosce”. Sul tavolo la governance e gli investimenti per la rete in merito ai quali “ci auguriamo di essere riconvocati e che il Governo ci dica cosa intende fare”.

“La nostra posizione non è contraria a logiche di mercato che favoriscano una concorrenza leale sulla qualità dei servizi erogati alla cittadinanza, ma qualunque scelta va fatta scongiurando drammi occupazionali, e la definitiva uscita dello stato da un settore strategico sia sul piano nazionale che su quello continentale, tutto questo nell’interesse primario dello sviluppo tecnologico e sociale del nostro paese”, hanno scritto i sindacati. Per i sindacati “la sfida tecnologica fra Stati Uniti e Cina vede come unica speranza di resistenza per l’Europa una stagione di aggregazioni continentali a partire dai vari campioni nazionali. Se l’Italia vuole giocare un ruolo in questa partita importantissima deve avere un proprio campione, una azienda paese a controllo pubblico che possa giocare la propria partita. Altrimenti questo Governo condannerà il Paese ad un ruolo di mero mercato sullo scacchiere europeo ed internazionale, aperto a qualsiasi acquisizione e senza alcuna prospettiva industriale”.

Informativa su Tim: da Butti (FdI) a Fassina (Leu) Le reazioni della politica

Tim: Liuzzi (M5s), ‘prevalga ruolo pubblico a tutela di lavoratori e sicurezza’

“Tutto quello che sappiamo su Tim, in queste settimane al centro di interessi sovranazionali, è ancora confuso. La preoccupazione che abbiamo avuto sin da subito, e che ho espresso durante l’informativa urgente del Ministro Giancarlo Giorgetti in aula, è che a farne la spese, in termini di spezzatino societario, potrebbero essere in particolare le lavoratrici e i lavoratori di TIM e la sicurezza dei dati nazionali”. Lo ha detto la deputata del M5s Mirella Liuzzi.

“Auspichiamo, dopo quanto affermato dal ministro Giancarlo Giorgetti nel corso dell’informativa, che nella riunione della task force governativa che si terrà per seguire la vicenda Tim, si faccia una seria riflessione su un ruolo centrale da parte dell’esecutivo nella partita delle telecomunicazioni, tenendo conto in particolare di due aspetti fondamentali per il MoVimento la tutela del lavoro e gli interessi pubblici e strategici del Paese”, conclude Liuzzi.

Tim, Butti (Fdi): governo pretenda chiarezza da Kkr: no a spezzatino

“Fratelli d’Italia non tollererà uno spezzatino o una separazione della rete che accolli sui cittadini pubblici i costi e i debiti generati dalla gestione dissennata dei privati. E’ finita l’epoca della socializzazione dei debiti e della privatizzazione degli utili. Vogliamo sapere se il piano di Kkr sarà di rilancio o di dismissione di Tim. Su questa vicenda il governo pretenda trasparenza perché ci sono quasi 9 miliardi di euro in ballo sulle gare per la posa di banda ultra larga e per il cloud e faccia sapere agli italiani se e’ per mantenere la competizione e la concorrenza infrastrutturale oppure se vuole una rete unica e pubblica. Per FDI e’ improrogabile l’uscita di Cassa Depositi e Prestiti da questo ambiguo conflitto di interessi: non e’ possibile che lo Stato attraverso CDP faccia parte di due societa’ che si contendono il mercato e che sono fra loro antagoniste.

Il governo dei migliori sia tale nel rappresentare le aziende, la professionalita’ e le tecnologie italiane che devono essere valorizzate e tutelate cosi’ come deve essere sempre tutelato l’interesse nazionale”. Così Alessio Butti, deputato e responsabile Media e Tlc di Fratelli d’Italia, intervenendo in Aula sull’informativa urgente del ministro Giancarlo Giorgetti.

Tim, Giacomoni (Fi): nel settore mancata vera politica industriale

“Oggi il problema non è l’acquisto di Tim da parte di un Fondo americano. Il vero problema oggi è che nel settore della telefonia c’è anche troppa concorrenza ed anche per questo alla fine ci sono poche risorse per potenziare la rete. In Italia nel settore della telefonia ci sono 5 operatori per 60 milioni di abitanti, negli USA ci sono solo 3 operatori” per 330 milioni di abitanti, ha detto il deputato di Forza Italia, Sestino Giacomoni, membro del coordinamento di presidenza del partito azzurro, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso della discussione dopo l’informativa urgente del Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, sulla vicenda Tim. “Nel settore della rete telefonica e dei dati – ha aggiunto – è mancata una vera politica industriale. E’ mancata una visione proprio nel settore dell’industria su cui si disegna il futuro del paese. Ossia sulla rete, che trasporta dati ed informazioni fondamentali e che modifica la società che verrà.

Il problema non è il Fondo KKR che vuole acquistare Tim. L’offerta americana non deve farci paura, anzi. Quello che più ci dovrebbe preoccupare – ha continuato Giacomoni – è la mancanza di una politica industriale in questo settore, come in quello dell’energia. La lentezza con cui entriamo nel 5 G ed il mancato potenziamento della rete stanno creando un altro Gap infrastrutturale, con costi enormi per il Paese”.

Tim, Fassina (Leu): ‘Governo espliciti strategia nazionale Tlc’

“Lo status quo nel settore delle telecomunicazioni prima della manifestazione di interesse non vincolante da parte del fondo KKR non era affatto soddisfacente. Lo dimostrano il ritardo italiano nelle infrastrutture di rete in fibra ottica, le quotazioni di Tim, l’assurda competizione tra Open Fiber e Tim, partecipate con quota di controllo maggioritario o comunque rilevante da CDP. Il Governo non può limitarsi ad attendere l’eventuale Opa di KKR per valutare se e come intervenire. Il Governo deve muoversi e definire una strategia nazionale sulle telecomunicazioni per realizzare una società a controllo pubblico dedicata alla rete unica e ai clouds dei dati delle pubbliche amministrazioni. E poi aprire un’offensiva a Bruxelles per correggere il paradigma regolativo del mercato europeo delle telecom: in Ue vi sono oltre 100 operatori, mentre sono soltanto 3 negli Stati Uniti, in Cina e in India. Troppa concorrenza.

Qui stanno le ragioni strutturali dei risicati margini e degli scarsi investimenti e, in ultima istanza, della perdita di capacità innovativa degli operatori europei. È ora di agire”.

Lo ha detto in aula a Montecitorio il deputato di Leu, Stefano Fassina, nel corso del dibattito dopo l’informativa del ministro Giancarlo Giorgetti su Tim.

Tim: Alternativa, ormai l’Italia è una colonia

“Siamo ormai una colonia, una colonia preda di mire espansionistiche estere e quello di TIM è un caso lampante. Un altro asset strategico italiano è a rischio speculazione. Parliamo della più importante società tecnologica del Paese, nonché l’azienda che possiede l’infrastruttura su cui operano tutti gli operatori tlc, che ora è oggetto di un tentativo di scalata da parte del fondo americano KKR”. Lo affermano Paolo Giuliodori e Raphael Raduzzi, deputati di Alternativa, in merito all’informativa urgente del Ministro per lo sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, sulle iniziative di competenza in relazione agli assetti proprietari di TIM. “Il fatto che un asset strategico del genere non sia in mano pubblica – sottolineano gli esponenti di Alternativa -, come avviene in qualsiasi paese che si rispetti, è già di per sé gravissimo.

TIM è infatti partecipata per una quota minoritaria da Cassa Depositi e Prestiti, ma la quota maggioritaria è in mano alla francese Vivendì, con oltre il 23%. Adesso interviene il fondo americano KKR, noto per essere un fondo che acquista aziende per spezzettarle e specularci sopra, con l’intenzione di rilevare il 100% della società coadiuvato nell’operazione da JP Morgan, gli amici di Draghi fin dai tempi della sua permanenza in Goldman Sachs. Non ci illudiamo – concludono i deputati – che il Governo si impegni per tutelare immediatamente gli interessi dell’Italia e dell’azienda nella sua interezza, ma vogliamo ricordare al ministro Giorgetti che nel mondo della finanza, vige un detto: se ti siedi ad un tavolo senza sapere chi è il pollo da spennare, il pollo sei tu”.

Tim, Mollicone (Fdi): no a spezzatino, tutelare sovranità digitale

“Fratelli d’Italia è il partito della sovranità digitale, che ha come bussola la sovranità nazionale anche nel settore delle TCL. Le infrastrutture strategiche devono essere salvaguardate dalla ‘predazione’ dei fondi speculativi, come ha detto il collega Butti in aula durante l’informativa del ministro Giorgetti”. Così il responsabile nazionale Innovazione di Fratelli d’Italia, deputato Federico Mollicone. “I dati degli italiani, i cloud della PA e le reti devono essere nazionali. L’indirizzo della politica nazionale sul digitale sia del Governo e del Parlamento. Si faccia un’attenta valutazione delle norme sul golden power per evitare attacchi speculativi verso TIM. Non possiamo tollerare ‘spezzatini’: ci sono in ballo le gare per il cloud e i fondi del PNRR.

TIM rappresenta un asset strategico, sia in ambito infrastrutturale che occupazionale nonché sulla cablatura sottomarina con Sparkle e la cybersecurity con Telsy. Vanno tutelate le infrastrutture strategiche e la sovranità digitale”, ha aggiunto.