Bilancio

Tim in rosso, cresce il debito. Ok a Tim Enterprise (ma non alla vendita). NetCo in stand by

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Conti in rosso per Tim , pesano poste non ricorrenti ma si allarga di 3 miliardi il debito netto a 25 miliardi (32 miliardi il lordo). Disco verde in cda a Tim Enterpise, ma non al beauty contest per la vendita. NetCo in stand by.

Conti in rosso nei primi nove mesi del 2022 per Tim, che chiude il periodo gennaio-settembre con perdite nette per 2,728 miliardi di euro, in rapporto a un risultato positivo per 360 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente.

Cresce la voragine del debito netto, che raggiunge 25 miliardi, tre miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Il totale del debito finanziario lordo rettificato è pari a 32,671 miliardi a fronte di 30,188 miliardi di giugno.

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Disco verde a Tim Enterprise, ma non al beauty contest

Il cda mercoledì sera ha poi dato il via libera alla creazione di Tim Enterprise, che unirà i servizi alle imprese e alle pubbliche amministrazioni integrando le controllate Noovle (data storage), Olivetti (informatica) e Telsy (cybersecurity).

Rinviato invece il via libera all’avvio di una gara (beauty contest) per la vendita di una quota di minoranza di Tim Enterprise, per capire come procedere con NetCo, sulla quale non ci sono novità.

Spezzatino indigesto per i sindacati

Un’ipotesi, quella dello spezzatino, vista come il fumo negli occhi dai sindacati, che ieri sera hanno chiesto in incontro al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti per contrastare il rischio di migliaia di esuberi nel caso di scorporo della rete.

NetCo è stato il vero convitato di pietra del Cda di ieri, in attesa di un primo confronto ufficiale fra l’ad Pietro Labriola, che promuove appunto lo scorporo della rete e la vendita a Cdp per la fusione con Open Fiber, con il Governo di Giorgia Meloni, che promuove invece il piano alternativo battezzato Minerva, che al contrario prevede l’acquisizione della rete di Open Fiber all’interno del perimetro di Tim, tramite l’Opa di Cdp.

Perdite nette a 2,728 miliardi di euro nei nove mesi

Conti in rosso nei primi nove mesi del 2022 per Tim, che chiude il periodo gennaio-settembre con perdite nette per 2,728 miliardi di euro. Escludendo l’impatto delle partite non ricorrenti il risultato netto dei primi nove mesi del 2022 sarebbe pari a -361 milioni di euro (nei primi nove del 2021 era positivo per 310 milioni di euro). Un rosso pesante, cui si aggiunge l’allargamento del debito che nei nove mesi ha raggiunto quota 25,5 miliardi a fronte del 22,2 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Pesa il pagamento dell’ultima rata per le frequenze 5g, pari a 1,7 miliardi di euro, nonché il contratto con Dazn, costato nell’ultimo trimestre un utilizzo del fondo rischi per 338 milioni di euro.

Ricavi in crescita dell’1,7% a 11,529 miliardi di euro

I ricavi totali del Gruppo si attestano a 11.529 milioni di euro, +1,7% rispetto ai primi nove mesi del 2021 (11.340 milioni di euro). Escludendo i ricavi delle attività mobili del gruppo Oi acquisite in Brasile i ricavi consolidati ammonterebbero a 11.349 milioni di euro. I ricavi del terzo trimestre 2022 ammontano a 3.972 milioni di euro (3.797 milioni di euro nel terzo trimestre 2021).

Ebitda in flessione del 9,3%

L’EBITDA del Gruppo TIM dei primi nove mesi del 2022 è pari a 3.945 milioni di euro (4.349 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021, -9,3% in termini reported, -9,4% in termini organici). Escludendo i risultati delle attività mobili del gruppo Oi acquisite in Brasile l’EBITDA consolidato ammonterebbe a 3.843 milioni di euro.

L’EBITDA organico al netto della componente non ricorrente si attesta a 4.539 milioni di euro con un’incidenza sui ricavi del 39,4% (5.008 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021, con un’incidenza sui ricavi del 42,8%). L’EBITDA dei primi nove mesi del 2022 sconta oneri netti non ricorrenti per complessivi 594 milioni di euro principalmente connessi a costi del personale per processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale (pari a 548 milioni di euro principalmente per accantonamenti ed oneri correlati alle uscite di personale dirigente e non dirigente, previste anche in base all’applicazione dell’art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92 ed all’ex-art. 41, comma 5bis, d.lgs. n. 148/2015, come da accordi siglati, nel periodo giugno-settembre 2022 con le OO.SS. e riferiti interamente alle società italiane della business unit Domestic) nonché a oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti e ad accantonamenti e oneri per contenziosi, a sanzioni di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlate.

Perdite a 2,728 miliardi di euro

Il Risultato netto dei primi nove mesi del 2022 attribuibile ai Soci della Controllante registra una perdita di – 2.728 milioni di euro (-10 milioni di euro nei primi nove del 2021); escludendo l’impatto delle partite non ricorrenti il risultato netto dei primi nove mesi del 2022 è pari a -361 milioni di euro (nei primi nove del 2021 era positivo per 310 milioni di euro).

Cash flow

Il flusso di cassa della gestione operativa (Operating Free Cash Flow) di Gruppo dei primi nove mesi del 2022 si attesta a -1.128 milioni di euro: alla generazione di cassa operativa, positiva per 1.089 milioni di euro, si sono contrapposti il citato pagamento dell’ultima tranche del diritto d’uso delle frequenze 5G in Italia (1.738 milioni di euro) nonché altri pagamenti per l’acquisizione di diritti d’uso di frequenze per servizi di telecomunicazioni in Brasile e in Italia per 479 milioni di euro.

Indebitamento finanziario netto a 25,5 miliardi di euro in aumento di 3 miliardi

Nei primi nove mesi del 2021 l’operating free cash flow era positivo per 1.083 milioni di euro (+1.378 milioni di euro la generazione di cassa operativa cui si erano contrapposti 295 milioni di euro per l’acquisizione di diritti d’uso di frequenze per servizi di telecomunicazioni). L’Indebitamento Finanziario Netto rettificato ammonta a 25.504 milioni di euro al 30 settembre 2022, in aumento di 3.317 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2021 (22.187 milioni di euro).

Guidance per il 2022 confermata

La guidance comunicata nella Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2022 del Gruppo TIM è confermata.

“È proseguita l’azione di stabilizzazione e di rilancio del business domestico e l’accelerazione dello sviluppo di Tim Brasil”, è il commento del gruppo nella nota, che ha presentato alla comunità finanziaria risultati “pienamente in linea con i target per l’esercizio 2022 che erano stati in parte rivisti al rialzo lo scorso agosto”.

Il piano Labriola di luglio: tagliare il debito e valorizzare gli asset

L’ amministratore delegato Pietro Labriola aveva presentato all’inizio di luglio un piano strategico per a ridurre l’indebitamento e valorizzare gli asset del gruppo, separando la rete fissa (NetCo) e le attività di servizio (ServiceCo). In base al piano la rete di Tim deve essere fusa a termine con quella del suo concorrente Open Fiber.

Un’Opa su Tim da parte di Cdp?

TIM ha concesso un ulteriore mese, fino alla fine di novembre, alla Cdp, che controlla il 60% di Open Fiber, per presentare una proposta per l’acquisizione della rete Tim.

Le stime sul valore della rete fissa di Tim sono però molto divergenti, si va dai 15-18 miliardi di euro anticipati da alcuni analisti ai 31-34 miliardi di euro voluti da Vivendi.

La trattativa tra Tim e Cdp non sarà più in “esclusiva”, ha stabilito il cda del gruppo italiano di telecomunicazioni, aprendo così le porte ad altre proposte di potenziali acquirenti.

L’arrivo alla guida del Paese di Giorgia Meloni, subentrata a Mario Draghi il 23 ottobre, potrebbe però cambiare la situazione. Fratelli d’Italia ha avanzato per mano del sottosegretario Butti la possibilità di un’OPA lanciata dalla Cdp su tutta o parte di Tim, che manterrebbe la rete nel perimetro aziendale ma separata dalle sue attività di servizio che verrebbero scorporate, così come Tim Brasil, e messe in vendita a parizale copertura del debito.

L’ipotesi di acquisizione non esclude a priori altri soggetti, fondi di investimento o altri azionisti, e aveva provocato lunedì scorso l’impennata del titolo di Tim. Sabato scorso il sottosegretario Alessio Butti ha detto che intende incontrare a breve tutti gli stakeholder, a partire da Cdp, per discutere della rete unica. Oggi in mattinata il titolo Tim sta guadagnando fino al +5,23% a 0,25 euro in Borsa.