Banda ultralarga

Tim ha chiesto a Cdp di investire in FiberCop per rintuzzare Kkr?

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Tim ha chiesto alla Cassa Depositi e Prestiti di entrare in FiberCop, la società della rete secondaria mista fibra-rame, per bilanciare il peso del fondo infrastrutturale americano che sta trattando l'acquisizione di una quota del 40%.

Tim ha proposto a Cdp di investire nella rete secondaria a fronte delle preoccupazioni del governo per l’investimento del gigante Usa del private equity Kkr nell’ultimo miglio di Tim, riferiscono due fonti a conoscenza della vicenda. Lo scrive Reuters, aggiungendo che la proposta arriva mentre il Tesoro si prepara a giocare un ruolo più attivo nelle trattative tra Tim e Open Fiber per la creazione di una rete unica di banda ultralarga. Due altre fonti riferiscono che Enel ha esteso i colloqui (pare fino alla fine dell’anno) con il fondo Macquarie per la cessione della quota che l’utility italiana detiene in Open Fiber. Oltre al fondo australiano, un’altra offerta per la quota del 50% in Open Fiber di Enel sarebbe giunta dal fondo del Kuwait Wren House.

Quale rapporto fra rete secondaria e backbone in fibra?

Ma qual è il rapporto fra rete secondaria (quasi tutta in rame) e backbone in fibra? C’è da dire che la rete secondaria ricopre un ruolo molto importante dal punto di vista del marketing, essendo quella che entra nelle case dei clienti. Cedere una quota del 40% rischia in un certo senso di impoverire la capacità economica di Tim. Se la cessione a Kkr andrà a buon fine, in che modo la presenza del fondo americano nell’azionariato inciderà sulle trattative per l’eventuale merger con Open Fiber in vista della società unica della rete?  

Cdp coinvolta il FiberCop per bilanciare Kkr

Cdp sarebbe quindi stata coinvolta da Tim per investire in FiberCop, il veicolo societario che racchiude la rete secondaria della società guidata da Luigi Gubitosi (rete mista fibra-rame che va dall’armadio alle case). Lo scrive anche Bloomberg. Così facendo, Cdp raggiungerebbe fra i soci di FiberCop Fastweb, anch’essa in predicato di conferire nella nuova società la sua quota del 20% detenuta in FlashFiber, joint venture della rete con Tim (80%), e il fondo infrastrutturale americano Kkr. Kkr sta negoziando l’acquisto entro l’estate del 40% di FiberCop per un prezzo stimato intorno a 1,8 miliardi di euro (queste le stime di Kkr, che ha fissato a 7,5 miliardi il valore di FiberCop).

Tim chiede aiuto a Cdp?

Ma come detto in precedenza, secondo la Reuters, è stata la stessa Tim a chiedere l’ingresso di Cdp nell’azionariato di FiberCop, allo scopo di bilanciare il potere del fondo americano Kkr in vista del futuro assetto della società della rete, dopo un auspicato (dal governo) merger con Open Fiber.

La domanda in prima battuta è perché Tim sia stata costretta a cedere quote nella sua rete secondaria, se questo in seconda battuta rischia di creare degli squilibri a livello di soci.

L’ingresso della Cassa nel capitale di FiberCop potrebbe accelerare il parziale scorporo della rete di Tim, favorendo il tortuoso percorso verso il merger della rete in fibra di Tim con quella di Open Fiber, obiettivo dichiarato del Governo e preannunciato nei giorni scorsi dal primo ministro Giuseppe Conte che a giorni dovrebbe presentare un grosso piano per la banda larga.

Vedremo.

Enel contraria al merger con Tim

C’è da dire a proposito del merger, come ricorda Bloomberg, che Enel, azionista paritario di Cdp in Open Fiber, non è d’accordo con l’ipotesi di fusione con Tim. Peraltro, secondo Bloomberg, Cdp sarebbe disponibile ad entrare in Open Fiber soltanto a condizione che Enel ceda la sua quota in Open Fiber.

Upgrade

In prospettiva, l’obiettivo di FiberCop è l’upgrade in fibra di tutta la rete secondaria di Tim, con una parziale adozione dell’Fwa (Fixed wireless access). C’è da dire che anche Fastweb spinge molto sullo sviluppo dell’Fwa.

Cos’è FiberCop

FiberCop gestirà l’intera rete in rame di Tim, che progressivamente sarà convertita in fibra (e parzialmente all’FWA).

FiberCop svilupperà la rete in fibra nelle aree nere e grigie.

Continuerà a fornire accesso in rame nelle aree che non sono raggiunte dall’FTTH.

Agirà come operatore wholesale offrenndo accesso all’infrastruttura passiva in rame e fibra a Tim e agli altri OLO.

Agirà, alle giuste condizioni, come integratore di Open Fiber. Lo sviluppo dell’infrastruttura resterà sotto il controllo di Tim.

Lo sviluppo della rete prevede di raggiungere 1.600 comuni (aree nere e grigie). L’obiettivo di copertura sono 13,5 milioni di case entro il 2026, pari al 55% delle 24,3 milioni di case presenti sul territorio nazionale.