Braccio di ferro

Tim, esposto di Elliott in Consob contro dimissioni del Cda

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Il fondo attivista aveva attaccato le dimissioni in blocco dei consiglieri in quota Vivendi e chiede l’intervento dell’Organo di vigilanza della Borsa.

Ore convulse in Tim. Mentre l’azienda notifica all’Agcom il progetto di separazione della rete, Elliott ha depositato in Consob un esposto contro le dimissioni dei consiglieri in quota Vivendi dal Cda, che provocherebbe il decadimento del board. Una mossa definita “cinica ed egoista” dal fondo attivista americano.

Nel frattempo, il collegio sindacale di Tim si fa sentire e prende le parti di Elliott, chiedendo di integrare all’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile la richiesta del fondo Elliott per “la revoca degli amministratori” in quota Vivendi e la nomina di sei amministratori in quota Elliott “nelle persone di Fulvio Conti, Massimo Ferrari, Paola Giannotti De Ponti, Luigi Gubitosi, Dante Roscini e Rocco sabelli, in sostiuzione di Arnaud De Puyfontaine, Hervé Philippe, Frédéric Crépin, Giuseppe Recchi, Félicité Herzog e Anna Jones”.

Una mossa, quella del collegio sindacale, volta a “recuperare” la richiesta di Elliott, anche se poi il nuovo Cda durerebbe poco visto che Vivendi lo ha dichiarato decaduto. I consiglieri dimissionari lasceranno comunque il posto formalmente il 24 aprile e il board sarà integralmente rinnovato all’assemblea generale del 4 maggio.

Al Cda di domani si vedrà inoltre se sarà confermata la nomina in consiglio di Amos Genish all’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile.

Per quanto riguarda la Consob, l’organo di vigilanza potrebbe chiedere un complemento informativo, in particolare i verbali del Cda del 22 marzo, occasione in cui sono state comunicate le dimissioni in massa dei consiglieri in quota Vivendi.

Per quanto riguarda la separazione della rete, la comunicazione di ieri all’Agcom è stata accolta positivamente dal ministro Carlo Calenda.

Nel frattempo, al di là della battaglia legale, i due schieramenti, Vivendi da un lato e Elliott dall’altro, si stanno organizzando in vista dell’assemblea del prossimo 4 maggio. Resta da capire, fra le altre cose, come si muoverà l’ad Amos Genish.

Fra i due litiganti, l’amministratore delegato Amos Genish si trova al momento stretto in una morsa, in attesa di capire quali saranno i nuovi assetti aziendali. Il piano industriale “DigiTIM” da lui stesso presentato (ed approvato dal Cda dimissionario) il 6 marzo scorso è in forse.

Resta però da verificare se Genish, sostenuto da Vivendi, resterà saldo al timone di Tim dopo il 4 maggio. C’è da dire che lo stesso Elliott stima Genish, un manager molto stimato nel settore delle Tlc a livello internazionale.