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Tim, domani sciopero contro lo spezzatino. KKR pronta al veto sullo scorporo?

Fissato per domani mattina lo sciopero generale di quattro dei dipendenti Tim, che scenderanno in strada “nelle maggiori città italiane ad urlare loro rabbia. A Roma si terrà una manifestazione dalle 9 alle 13 presso il Ministero dello Sviluppo Economico”, si legge nel comunicato congiunto di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil diramato oggi.

Domani, “saranno le/i 42.000 lavoratrici e lavoratori del Gruppo TIM a rompere la coltre di imbarazzante silenzio della politica e delle istituzioni che avvolge la vicenda della TIM e della “rete unica nazionale”, si legge nella nota.

Il clima è di grande preoccupazione per la tenuta del perimetro aziendale e occupazionale. “Ci aspetteremmo uguale preoccupazione dal Governo dei migliori, che evidentemente sono disattenti su un settore strategico e trainante del Paese ed un pilastro del PNRR – si legge ancora – Questo Governo, le istituzioni, devono essere consapevoli che saranno ricordate per essere stati dei meri osservatori del mercato, coloro che stanno favorendo con il loro assordante silenzio la fine dell’ex monopolista delle TLC e con esso un potenziale disastro del settore”.

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Estrema volatilità del titolo

Oggi in mattina il titolo Tim è stato sospeso per eccesso di ribasso a causa dell’estrema volatilità, prima di essere riammesso sul listino. Perché questa estrema volatilità?

Prosegue il periodo di incertezza, in attesa del prossimo cda del 2 marzo, dove l’ad Pietro Labriola esporrà il nuovo piano industriale e dove si attende anche l’esame del Cda all’offerta del fondo americano KKR. Per la replica al fondo americano, invece, secondo il Sole 24 ore, bisognerà attendere metà marzo.

Ma quanto sarà disposto ad attendere KKR?

KKR pronta a porre il veto allo scorporo?

Secondo indiscrezioni lanciate dal quotidiano La Stampa nel weekend, il fondo statunitense KKR sarebbe pronto a porre il suo veto ai piani di scorporo della rete di Tim, in virtù della quota del 37,5% detenuta in Fibercop.

Sono passati ormai due mesi da quando KKR ha espresso il suo interesse all’acquisizione del 100% di Tim, con un’offerta non vincolante di 10,8 miliardi di euro alla quale il Cda di Tim non ha ancora dato una risposta, per quanto i maggiori azionisti Vivendi e Cdp considerino l’offerta troppo bassa.

A questo punto, KKR sta diventando impaziente rispetto al mutismo del cda di Tim e potrebbe porre il suo veto all’operazione di scorporo di Fibercop nella nuova NetCo, in vista di un possibile mergere con l’operatore wholesale only Open Fiber.  

No comment di Tim e KKR rispetto a queste voci, mentre altri rumor della scorsa settimana hanno ventilato l’ipotesi di un taglio del 20% del personale in Italia da parte di Tim nel prossimo triennio, dopo la scissione della società in una NetCo da una parte, e una ServiceCo dall’altra.  

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