Le priorità

Tim debole in Borsa. Tempi lunghi per il nuovo ad e l’offerta di KKR

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Si allungano a dopo le feste natalizie i tempi per la nomina del nuovo ad e l'analisi dell'offerta di KKR, mentre il Cda valuta anche delle alternative strategiche.

Apertura di settimana debole per il titolo Tim, dopo l’uscita di scena dell’ex ad Luigi Gubitosi di venerdì scorso con le dimissioni dal board. Alle 10,35 il titolo Tim perdeva il 2,21% a 0,43 centesimi.

 Pesa l’incertezza sul futuro e una serie di dossier aperti che sembrano allungarsi, primo fra tutti quello sulla successione del nuovo amministratore delegato. La risposta del Cda all’offerta non vincolante del fondo americano KKR, giunta il 19 novembre scorso, resta anch’essa inevasa. E non si conosce una data certa per una risposta che, a questo punto, non dovrebbe arrivare in tempi stretti anche perché la priorità sembra essere la nomina del nuovo ad. In altre parole, il Cda sta prendendo tempo, mentre prosegue l’analisi dell’offerta del fondo americano da parte degli advisor per dare o men il disco verde alla due diligence richiesta in vista di una eventuale Opa.

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Analisi comparativa di alternative strategiche

Peraltro, il Cda di Tim nella nota di venerdì scorso ha precisato che è in corso “un’analisi comparativa” dell’offerta di KKR “rispetto ad alternative strategiche e prospettive future della società”.

Di fatto, ci sarebbero delle alternative in ballo in corso di valutazione, ma non è stata fissata alcuna deadline rispetto a questo processo. Secondo alcune ricostruzioni, Vivendi starebbe lavorando insieme a Cdp ad una proposta alternativa a quella di KKR. E in calendario per il momento non è stato convocato alcun Cda per formalizzare la nomina del nuovo Cda e le ricerche degli head hunters procedono. Questo sarà quindi un Natale senza ad per Tim, anche se le deleghe operative sono passate al nuovo Direttore generale Pietro Labriola, in pole position per assumere la carica di nuovo ad ma che ad ogni modo dovrà attendere.

Processo complesso

“Questo processo – si legge nella nota di Tim di venerdì scorso – è complesso e richiederà dei tempi che in questo momento non sono quantificabili. Il Consiglio e il Comitato si impegnano a procedere, con il supporto degli advisor, in maniera tempestiva ed esauriente, in linea con i doveri fiduciari e nell’interesse di tutti gli stakeholders”. Ma non viene fissata alcuna deadline.

Prima scadenza utile il 23 febbraio

La prima scadenza utile è fissata dal calendario finanziario di Tim al prossimo 23 febbraio 2022, quando il cda è stato convocato per comunicare i conti del bilancio 2021 e la comunicazione del nuovo piano industriale triennale. Un piano che dovrà quindi essere approntato in due mesi e che dovrà sostituire o quanto meno aggiornare il vecchio piano denominato “Beyond connectivity” che di fatto non ha portato i risultati auspicati in primo luogo per il flop dell’accordo sul calcio con Dazn.     

Peraltro, la ricerca di un nuovo ad ha di fatto oscurato l’analisi della necessità di rinegoziare l’accordo con Dazn per lo streaming e il calo dei ricavi nel fisso nel quarto trimestre.

Le priorità fra Psn e Pnrr

Nel frattempo, ci sono in ballo due partite di stretta attualità e vitale importanza per il futuro dell’azienda ma anche del paese, da tenere sono controllo. Da un lato, il Polo strategico nazionale (Psn) per la migrazione sul Cloud di tutta la PA, per il quale Tim è in gara insieme a Google, CDP e Sogei. Dall’altro, i bandi del Pnrr per portare connessioni a 1 Giga al 100% delle case entro il 2026, che valgono più di 4 miliardi di euro.

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