Interrogazione

Tim, Butti (FdI): ‘Perché pagare 20 miliardi la rete in rame che fra 4 anni non varrà nulla?’

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Interrogazione parlamentare di Alessio Butti, deputato responsabile Tlc di FdI, sulla rete unica: 'Maggior trasparenza sulle motivazioni degli attuali processi decisionali sulla rete unica e maggior chiarezza sulle responsabilità dei risultati futuri'.

Un’interrogazione parlamentare per richiedere “maggior trasparenza sulle motivazioni degli attuali processi decisionali sulla rete unica e maggior chiarezza sulle responsabilità dei risultati futuri”. Ad annunciarla dalle colonne di MF-Milano Finanza Alessio Butti, deputato responsabile Tlc di FdI, che tra le altre cose si chiede “come possa una rete in rame, quella di Tim, valere così tanto, dal momento che è lo stesso governo ad abbatterne il valore – si legge nel suo intervento – Se nel 2026 (appena fra quattro anni) avremo, come ha dichiarato il ministro Vittorio Colao, la copertura nazionale in fibra, quella rete in rame avrà valore pari a zero. Come è possibile allora pagare oggi 20 e oltre miliardi di euro per un asset che fra quattro anni appena non varrà nulla?”.

Sono molti, secondo Butti, i problemi da risolvere prima di parlare di rete unica. A partire dal valore da assegnare alla rete ai debiti attuali di Tim, per finire con gli esuberi (in via di definizione 1.200 prepensionamenti entro fine anno ndr). “Da parte del governo e di Cdp occorrerebbe una visione strategica chiara”, aggiunge Butti anche per fugare ogni dubbio su eventuali “aiuti di Stato”.

Sul fronte Open Fiber, secondo Butti “Non è chiaro come l’azienda possa essere in grado di svolgere i lavori e completare le opere nei tempi previsti nelle Aree grigie, se – per mille motivi – non è stata in grado di rispettare i piani per le Aree bianche”.  

“Cosa dicono il governo e Cdp su questi ritardi? Ritardi che peraltro hanno registrato una impennata da quando il controllo è passato a Cdp, dopo l’uscita del socio industriale Enel, al punto che l’attuale progressione dei lavori procede a una velocità pari a meno della metà di quella prevista dal Piano industriale presentato la scorsa estate”.

Butti si domanda poi se davvero “il problema delle telecomunicazioni in Italia si la mancanza di manodopera” e non forse, invece, “la mancanza di una visione” e “di capacità manageriale” mentre “nei corridoi romani stanno già stilando le liste dei manager che saranno accolti nella Newco della rete”.