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Tim Brasil, arrivano anche i cinesi a supporto della fusione con Oi

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In base alla proposta LetterOne potrebbe detenere il 40% della nuova società, a Telecom resterebbe il 35% e il rimanente agli attuali azionisti di Oi e Tim.

Rientra nel vivo il processo di consolidamento del mercato tlc brasiliano, che vede al centro delle danze la controllata di Telecom Italia, Tim Brasil.

Con una sostanziale novità, rispetto al passato: l’ingresso nelle trattative di una delle maggiori banche cinesi: la China Development Bank.

Oi starebbe infatti per ultimare la stesura di una proposta di fusione con Tim Brasil che dovrebbe essere presentata a breve a Telecom Italia e starebbe anche cercando un altro advisor finanziario da affiancare a BTG Pactual per condurre l’operazione a buon fine e fornire alla società una nuova linea di credito oltre a quella da 1,2 miliardi di dollari già aperta dalla China Development Bank a fine 2015.

La Banca cinese, quindi, è diventata uno dei principali creditori di Oi e potrebbe, secondo gli ultimi rumors, garantire un nuovo maxi-prestito per agevolare il matrimonio con Tim Brasil, caldeggiato anche dai russi di LetterOne.

Oi ha infatti un debito di 2,63 miliardi di euro in scadenza nel 2016 legato alla fusione con Portugal Telecom e un debito complessivo pari a 6,8 volte l’Ebitda atteso per il 2015.

In aiuto di Oi è arrivato lo scorso anno il fondo russo LetterOne del miliardario Mikhail Fridman, che ha proposto alla società un aumento di capitale di 4 miliardi purchè fosse perseguita la fusione con Tim Brasil.

Fusione che potrebbe essere accelerata da Vivendi, principale azionista di Telecom Italia per alleggerire il debito del gruppo italiano e ricentrare le sue attività al solo mercato interno, rendendola una preda più appetibile per un’eventuale acquisizione.

Al termine dell’operazione, LetterOne potrebbe detenere il 40% della nuova società, a Telecom resterebbe il 35% e il rimanente agli attuali azionisti di Oi e Tim.