Apertura

Tim apre a KKR, balzo del titolo dopo la svolta del Cda

di |

Tim apre ad un nuovo negoziato con KKR per ottenere un’offerta migliorativa rispetto a quella da 0,505 euro per azione avanzata informalmente a novembre scorso.

Tim apre ad un nuovo negoziato con KKR per ottenere un’offerta migliorativa rispetto a quella da 0,505 euro per azione avanzata informalmente a novembre scorso, e la borsa premia la decisione del Cda con un netto progresso in apertura del 6%, limato al 5,47% a 0,30 euro intorno alle 11,00, passato a +4,92% a 0,30 alle 11,50 e +4,50% alle 16,25 a 0,30 euro, per chiudere le contrattazioni a +4,95% a 0,30 euro.

I dirigenti di Tim sono convinti che il vero valore delle azioni sia di almeno un euro, non troppo lontano da quota 1,071 euro prezzo di carico della quota versata nel 2015 da Vivendi quando divenne primo azionista della compagnia.

il Consiglio ha inoltre “confermato la volontà di eseguire il Piano e di procedere all’esplorazione e allo sviluppo del progetto in discontinuità, attraverso la riorganizzazione delle attività del Gruppo e una possibile integrazione con Open Fiber S.p.A., coltivando il negoziato con CDP e le necessarie interlocuzioni con le Autorità”.

Leggi anche: Tim, per gli advisor potrebbe valere 27,8 miliardi in caso di merger con Open Fiber

Avviare interlocuzione formale con KKR

Di fatto, il Cda ha dato mandato all’ad Pietro Labriolanella prospettiva di conseguire la massima valorizzazione di TIM, anche con riferimento ad eventuali altri soggetti interessati, di avviare un’interlocuzione con KKR, formale e ulteriore rispetto a quelle già intraprese informalmente nei mesi scorsi dai consulenti”, si legge nella nota.

Apertura di credito, quindi, nei confronti del fondo americano, dopo quasi 4 mesi dalla prima offerta informale, senza tuttavia escludere eventuali altri soggetti che potrebbero avanzare anche altre offerte.

Resta da capire quanto dureranno queste interlocuzioni di cui si parla nel comunicato, visto che una dead line temporale non viene fissata. Sul tavolo però ci sono tutte le premesse potenziali necessarie per giungere ad una eventuale Opa da parte del fondo Usa, previa due diligence che però avrà natura prettamente confirmatoria.  

“Tale attività, con il supporto degli Advisor, avrà l’obiettivo di ottenere informazioni per valutare l’attrattività e la concretezza della potenziale offerta da un punto di vista finanziario e industriale e conseguentemente, acquisire indicazioni su eventuali elementi che ancora necessitano di approfondimenti – aggiunge la nota – definendo un periodo e perimetro limitati per lo svolgimento di una due diligence di natura esclusivamente confirmatoria. All’esito delle interlocuzioni di cui sopra, dare disponibilità a organizzare una o più management presentation per rispondere a eventuali esigenze di approfondimento”, prosegue la nota di ieri sera.

Nel contempo, il Cda ha confermato la sua “volontà di realizzare il piano” strategico di Labriola che prevede la scissione fra la rete fissa e i servizi.  

Debalce in Borsa

Anche KKR aveva proposto una scissione della rete, ma diversamente dal piano di Labriola aveva anche proposto il delisiting della società in caso di buon esito dell’Opa.

Il 2 marzo il cda aveva approvato il piano alternativo di scissione proposto da Labriola dopo le perdite per 8,7 miliardi di euro, piano totalmente bocciato dalla borsa visto il tracollo del titolo, che ha raggiunto i minimi a 0,23 euro la scorsa settimana prima di ribalzare.

La risposta al fondo KKR dopo quasi 4 mesi di attesa ha riportato in luce il titolo anche perché la fusione con Open Fiber resta l’obiettivo finale dell’azienda.

La vicenda di Tim si intreccia con le gare in corso con i fondi del PNRR, Italia a i Giga e il piano Italia 5G che dovranno essere assegnate entro giugno. Prima di allora difficile che si muova qualcosa di concreto sul futuro dell’azienda.

Positivo il giudizio degli analisti. Tim diventa più attraente alla luce dell’apertura ad una possibile Opa da parte di KKR secondo Bryn, Garner & Co. che procede ad un upgrade del titolo da ‘neutral’ a ‘buy’, ma nel contempo taglia a 0,36 euro il target price a fronte di 0,40 euro precedenti.