Il confronto

Tim, Amos Genish si scusa dopo l’attacco ai consiglieri. Prossima verifica al Cda del 24 luglio

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Dopo le scuse per le dichiarazioni inappropriate nei confronti di alcuni membri del Cda che gli metterebbero i bastoni fra le ruote, l’ad incassa la rinnovata fiducia del board in attesa del prossimo appuntamento sui conti semestrali dell’azienda.

Torna il sereno in Tim, almeno fino al Cda del 24 luglio sui conti semestrali del gruppo non si prevedono scossoni. Amos Genish chiede scusa per le “dichiarazioni non appropriate, che sono state poi amplificate dalla stampa” e il Cda di Tim gli rinnova la fiducia e “il sostegno al management” confermando l’unicità di visione e obiettivi per l’azienda (fra i punti salienti c’è la separazione della rete di accesso e la creazione di NetCo). Si chiude così il Cda di Tim che di fatto, grazie all’opera di mediazione del presidente Fulvio Conti, rinnova la fiducia all’amministratore delegato che la scorsa settimana, il 20 giugno, aveva accusato pubblicamente, senza fare nomi, alcuni membri del consiglio di mettergli i bastoni fra le ruote, alimentando speculazioni false, “inaffidabili, interferendo con gli sforzi quotidiani del management”. Aggiungendo poi che “Nulla di tutto questo mi intimidisce, io voglio andare avanti” almeno fino al 2020 perché “mi sostengono i principali soci”, vale a dire Elliott (che con una quota poco inferiore al 9% ha due terzi del Cda), Vivendi (che con il 23,9% ha 5 membri in Cda) e Cdp (che ha poco meno del 5% ma è ago della bilancia).

Secondo indiscrezioni le accuse dell’amministratore delegato sarebbero state rivolte al consigliere indipendente eletto dalla lista di Elliott, Luigi Gubitosi, oggi commissario straordinario di Alitalia, nella lista dei papabili dopo l’eventuale addio di Genish, insieme con Rocco Sabelli.

Comitati interni

Nel contempo, Il Consiglio di Amministrazione di Tim ha integrato la compagine dei Comitati interni, portandone il numero dei componenti da 4 a 5 mediante nomina:

  • del Consigliere Valensise nel Comitato per il controllo e i rischi (che risulta pertanto composto dai Consiglieri Giannotti – Presidente, Gubitosi, Ferrari, Moretti e Valensise);
  • del Consigliere Moretti nel Comitato parti correlate  (che risulta pertanto composto dai Consiglieri Morselli – Presidente, Capaldo, Cappello, Moretti e Roscini);
  • del Consigliere Capaldo nel Comitato per le nomine e la remunerazione (che risulta pertanto composto dai Consiglieri Altavilla – Presidente, Bonomo, Capaldo, Sabelli e Valensise).

Il Consiglio di Amministrazione inoltre ha dato avvio alla revisione dei documenti di governance aziendali, adottando una nuova versione (significativamente aggiornata) della procedura per l’effettuazione di operazioni con parti correlate e il regolamento dell’apposito Comitato, costituito il 16 maggio scorso. La modifica della disciplina interna sul trattamento delle operazioni con parti correlate è stata occasione per accertare l’aggiornamento del relativo perimetro, per effetto del superamento delle condizioni per qualificare il rapporto tra Vivendi e TIM in termini di controllo di fatto. La nuova edizione della procedura entrerà in vigore dal secondo semestre.

Appuntamento al Cda del 24 luglio

A questo punto, incassata la rinnovata fiducia del board da parte di Genish, il prossimo appuntamento in agenda per il Cda di Tim è fissato per il 24 luglio per i conti semestrali del gruppo. Un passaggio delicato, visto che i numeri secondo alcune previsioni non saranno esaltanti. Sarà anche l’occasione per discutere dell’asta 5G, in programma a settembre. La partecipazione di Tim per la banda 700 è data per scontata dal mercato.

E proprio ieri, in concomitanza del Cda, è arrivato un commento della società di rating S&P sul mercato italiano delle Tlc, alla luce dello sbarco di Iliad nel nostro paese. Secondo l’agenzia di rating, Telecom Italia è in grado di assorbire eventuali “perdite significative di clienti senza modificare le nostre previsioni”. Sul fronte della rete, l’agenzia di rating boccia l’ipotesi di una separazione strutturale della rete, che sarebbe invece “un rischio” per l’azienda.