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TikTok. L’Antitrust italiana lo sanziona con 10 milioni di euro, negli USA verso la messa al bando

L’Agcm sanziona TikTok

Tempi duri per la piattaforma di video sharing cinese TikTok (Douyin in lingua locale), dal 2017 di proprietà di ByteDance, sviluppatrice dell’aggregatore di notizie Toutiao, che in pochi anni ha raggiunto e superato i due miliardi di utilizzatori in tutto il mondo (1,2 miliardi di utenti attivi mese a livello globale).

Ogni mese circa 20 milioni di italiani utilizzano TikTok, secondo dati forniti dalla stessa piattaforma ad ottobre 2023.

E proprio in Italia, L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha irrogato una sanzione di 10 milioni di euro in solido a tre società del gruppo Bytedance, in Irlanda, Inghilterra e Italia.

Secondo l’Antitrust italiana, infatti, è stata accertata “la responsabilità di TikTok nella diffusione di contenuti suscettibili di minacciare la sicurezza psico-fisica degli utenti, specialmente se minori e vulnerabili”, nello specifico, ad esempio, la challenge “cicatrice francese”.

Non solo, “TikTok non ha assunto misure adeguate ad evitare la diffusione di tali contenuti, non rispettando pienamente le Linee Guida di cui si è dotata e che ha reso note ai consumatori rassicurandoli che la piattaforma è uno spazio sicuro”.

Al centro dell’istruttoria Agcm c’è anche “l’indebito condizionamento degli utenti che vengono stimolati ad adoperare sempre di più la piattaforma attraverso “un sistema di raccomandazione basato sulla profilazione algoritmica dell’utente”, cioè un sistema di raccomandazione dei contenuti in base alle preferenze dell’utilizzatore, finalizzato ad incrementare gli introiti pubblicitari.

La Camera vota per la messa al bando di TikTok negli USA, ora la palla passa al Senato

Negli Stati Uniti, invece, la situazione per la piattaforma di video sharing è anche peggiore, visto il voto della Camera dei Deputati a favore della messa al bando di TikTok.

Il Presidente americano, Joo Biden, ha già dichiarato di essere pronto a firmare il provvedimento, ma la palla ora deve prima passare al Senato.

Qui il problema non è tanto legato ai contenuti pericolosi per i minori o più vulnerabili, o al modo in cui la piattaforma fa profitti, ma al fatto che TikTok è uno strumento tecnologico cinese, controllato da Pechino, in cui sono attivi più o meno 150 milioni di utenti americani (quindi, mediamente, un abitante su tre negli Stati Uniti è su TikTok).

Il controllo dei dati

Un enorme flusso di dati generato ora dopo ora, giorno dopo giorno, mese dopo mese, che Washington teme finisca direttamente in Cina. Una situazione che potrebbe minare la sicurezza nazionale, economica, politica e sociale degli Stati Uniti, come ha affermato lo speaker repubblicano Mike Johnson, dopo il voto alla Camera, indicando il grande Paese asiatico come “il numerico geopolitico numero uno per gli Stati Uniti“.

La risposta della piattaforma è stata affidata ad un suo portavoce: “Questo disegno di legge è stato portato avanti con un unico scopo: il divieto totale di TikTok negli Stati Uniti. In questo modo, il governo sta tentando di privare 170 milioni di americani del loro diritto costituzionale alla libera espressione, danneggiando milioni di aziende e innumerevoli creatori in tutto il Paese”.

Un enorme flusso di dati generato ora dopo ora, giorno dopo giorno, mese dopo mese, che Washington teme finisca direttamente in Cina.

La piattaforma ha ripetutamente affermato che non ha in mano i dati degli utenti USA e che non è intenzionata a condividerli con il governo cinese, ma le preoccupazioni dei legislatori sono state rafforzate dalle indagini giornalistiche, che hanno mostrato che i dipendenti cinesi di ByteDance avevano avuto accesso a dati personali dei tiktoker americani.

Dati americani gestiti da Oracle

TikTok ha sostenuto che i dati degli utilizzatori statunitensi non sono conservati in Cina, ma a Singapore e negli stessi Stati Uniti, dove vengono instradati attraverso l’infrastruttura cloud gestita dall’americana Oracle.

Nel 2023, inoltre, TikTok ha aperto un data center in Irlanda dove gestisce i dati dei cittadini dell’Unione europea.

Tutte misure considerate non sono state sufficienti da Washington e lo scorso anno il CEO di TikTok, Shou Zi Chew, è stato convocato davanti al Congresso, dove ha dovuto affrontare un interrogatorio durato più di cinque ore, con l’accusa di lavorare direttamente per Pechino (anche se lui è di Singapore).

ByteDance deve vendere e tagliare i ponti con la Cina

Il Protecting Americans From Foreign Adversary Controlled Applications Act, cioè la legge per proteggere gli americani da app controllate da avversari stranieri, se definitivamente approvato imporrà al società cinese ByteDance che controlla il social media di vendere entro 6 mesi (180 giorni) dalla sua entrata in vigore a una società americana. In caso contrario TikTok sarebbe bandito dagli app store e dai server americani.

Nello stato americano del Montana è già stata votata la messa al bando di TikTok e dal 1° gennaio sarà vietato scaricare l’applicazione a tutti i suoi cittadini. Contro questa legge un gruppo di utenti della piattaforma ha già fatto ricorso.

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