Andrew Tulloch, co-fondatore di Thinking Machines Lab insieme a Mira Murati, ha deciso di abbandonare la startup per tornare tra le fila di Meta Platforms.
Tulloch, considerato uno dei geni rivoluzionari dell’AI, ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo iniziale della nuova società, contribuendo in modo significativo alla sua crescita e alla creazione di ‘Tinker’, un’API per il fine-tuning dei modelli linguistici su larga scala.
Thinking Machines Lab è considerata una delle realtà più promettenti dell’AI
Thinking Machines Lab è la startup fondata nel 2025 da Mira Murati, ex CTO di OpenAI, insieme ad Andrew Tulloch, con l’obiettivo di sviluppare sistemi di intelligenza artificiale multimodali e collaborativi, capaci di combinare trasparenza, controllo e potenza computazionale.
Finanziata da Andreessen Horowitz, Nvidia e altri colossi tecnologici per oltre 2 miliardi di dollari, la società ha introdotto Tinker, un’API per il fine-tuning dei modelli linguistici su larga scala.
Considerata una delle realtà più promettenti dell’AI, Thinking Machines Lab unisce la ricerca accademica all’approccio industriale, promuovendo un modello di sviluppo aperto e orientato alla sicurezza delle tecnologie generative.
La guerra dei talenti AI di Meta
Dopo un precedente incarico di undici anni presso la stessa Meta e una breve esperienza in OpenAI, Tulloch ritorna nell’azienda di Mark Zuckerberg. Il fondatore e CEO di Meta si sta occupando personalmente di una strategia che negli ultimi mesi ha intensificato gli sforzi per attrarre ricercatori d’élite nel campo dell’AI, contattandoli direttamente e proponendo offerte economiche estremamente competitive.
Meta ha recentemente assunto oltre 50 professionisti provenienti da realtà come OpenAI, DeepMind, Apple, Anthropic e xAI, riorganizzando le proprie divisioni interne nella nuova struttura chiamata ‘Superintelligence Labs’.
Nonostante un’offerta che, secondo alcune fonti, avrebbe potuto superare 1,5 miliardi di dollari in bonus e azioni (smentita però da Meta). Le condizioni economiche non sono state diffuse.
La mossa evidenzia la crescente competizione per i talenti nel settore AI, con Meta pronta a investire fino a 72 miliardi di dollari per infrastrutture e risorse strategiche, consolidando la sua posizione nel panorama delle big tech con ambizioni di leadership nell’intelligenza artificiale avanzata.