Guida autonoma

Tesla richiama 2 milioni di vetture negli USA, problemi con Autopilot

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Indagine della National Highway Traffic Safety Administration sul software Tesla: i controlli del pilota automatico sono insufficienti per prevenire un utilizzo improprio, aumentando i rischi di incidenti.

Il mega richiamo di Tesla e l’indagine della NHTSA

Un problema con il pilota automatico di Tesla. A dire il vero niente di nuovo, ma colpisce il numero dei veicoli coinvolti da richiamo: 2.031.220 unità.

Una decisione obbligata, dopo che Autopilot, il sistema avanzato di guida assistita, ha dato nuovi problemi all’azienda, tanto da rendere necessari degli interventi tempestivi per provvedere ad innalzare i livelli di sicurezza alla guida aggiornando il software.

L’Autopilot è un evoluto sistema di assistenza al conducente che migliora la sicurezza e il comfort al volante. Come spiegato sul sito della casa automobilistica: “Se usato correttamente, alleggerisce il carico di lavoro complessivo del conducente. Ogni nuovo veicolo Tesla è dotato di otto telecamere esterne e un potente sistema di elaborazione delle immagini per fornire un ulteriore livello di sicurezza. Model 3 e Model Y prodotte per i mercati europeo e mediorientale utilizzano ora il sistema Tesla Vision basato su telecamere, che non si affida a un radar ma alla suite avanzata di telecamere e alla elaborazione della rete neurale di Tesla per fornire l’Autopilot e le relative funzioni”.

La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha indagato negli Stati Uniti per più di due anni sulla casa automobilistica guidata da Elon Musk, proprio per verificare i livelli di sicurezza del sistema di assistenza alla guida.

Aggiornare il software, ma per Tesla non ce n’era bisogno

Si tratta di un aggiornamento del software OTA (over-the-air), come detto, che l’azienda offrirà gratuitamente ai propri clienti (al momento non è dato sapere se solo negli USA o anche in altri Paesi del mondo). Solo che la stessa società ha anche risposto all’NHTSA che questi controlli, paradossalmente, “potrebbero non essere sufficienti a prevenire un uso improprio da parte del conducente“, aumentando così il rischio di indicenti.

L’Autopilota di Tesla, sostanzialmente, ha lo scopo di consentire alle auto di sterzare, accelerare e frenare automaticamente (un livello 2 secondo la tabella SAE dei livelli di automazione) all’interno della propria corsia di marcia, mentre la versione potenziata può aiutare a cambiare anche corsia.

Un componente chiave è l’Autosteer, sistema di assistenza alla guida che permette al veicolo di mantenere autonomamente la propria corsia di marcia durante la guida semi-autonoma a velocità autostradale.

Tesla ha affermato di non essere d’accordo con l’analisi dell’NHTSA ma che distribuirà un aggiornamento software che “incorporerà controlli e avvisi aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti sui veicoli interessati, per incoraggiare ulteriormente il conducente ha mantenere una guida sicura ogni volta che Autosteer viene utilizzato“.

Problemi che ritornano nel tempo

Non è la prima volta che l’Autorità apre un’indagine di questo tipo su Tesla, è già successo nel 2020 e nel 2021, proprio sull’Autopilot, ma anche in precedenza nel 2016, per problemi di sicurezza simili.

Secondo una recente inchiesta del Washington Post, dal 2019 ad oggi sono stati 736 gli incidenti stradali causati dal pilota automatico di Tesla negli Stati Uniti.

A febbraio di quest’anno, la società aveva già richiamato 360 mila veicoli sempre negli Stati Uniti e sempre per problemi di Autopilot.

Proprio in questi giorni è disponibile su Netflix il nuovo film di Sam Esmail (prodotto dalla famiglia Obama) dal titolo “Il mondo dietro di te“, con Julia RobertsEthan Hawke e Mahershala Ali, adattamento del romanzo “Leave the World Behind” di Rumaan Alam, in cui un cyber attacco al sistema di guida automatizzata manda il tilt le auto Tesla, un mare di Model 3 e Model S tutte bianche, che si tamponano una con l’altra lungo la strada che collega Long Island con Manhattan.