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Telefonate moleste, 5 modi per difendersi. E all’estero?

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Il telemarketing selvaggio è uno degli incubi dei consumatori. Come evitare le truffe: i 5 consigli

“Non mi interessa nulla, la ringrazio”. Il telefono viene riagganciato. È questa una delle reazioni tipiche di un consumatore alle prese con le continue chiamate da parte dei call center che ci contattano a qualsiasi ora della giornata. Spesso questa risposta nasce da una precedente truffa subìta dal cittadino e messa in atto da aziende che svolgono questo lavoro in modo disonesto.

Allora, come difendersi dal telemarketing molesto o detto anche selvaggio? Ecco 5 modi per farlo.

  1. Non rispondere mai “Sì”. Appena si alza la cornetta e viene chiesto: “Lei è il signor o la signora…” non rispondere mai “Sì”, perché quello è il primo passo verso la fregatura.
  2. Lei è il mio gestore? Accettarsi subito che dall’altra parte della cornetta ci sia un operatore della società che gestisce le proprie utenze di luce, gas, telefonia e internet, ecc…
  3. Non comunicare POD e PDR. Non dire mai i numeri dei codici più importanti presenti nelle bollette di luce e gas, ossia il codice POD (punto di prelievo dell’elettricità): è un codice che serve ad individuare con precisione l’utenza, quindi il punto geografico sul territorio in cui l’energia elettrica viene prelevata dall’utente. Per capirci è il “codice fiscale” dell’utenza elettrica. Poi non comunicare mai il codice PDR (codice punto consegna), in questo caso il “codice fiscale” del contatore del gas. Se vengono forniti questi 2 codici il gioco è quasi fatto, insieme al “Sì” detto ad inizio chiamata. Avete in questo modo sottoscritto, involontariamente, un nuovo contratto. Ma fortunatamente non è sufficiente.
  4. Serve la firma per iscritto. Se (involontariamente) è stato attivato un contratto di cambio gestore mai richiesto bisogna, quanto prima, disconoscere tale fittizia attivazione. Peraltro “il contratto concluso per telefono è da considerarsi semplice proposta contrattuale, alla quale deve necessariamente seguire una conferma per iscritto da parte del consumatore”. “Quest’ultimo è vincolato solo dopo aver controfirmato l’offerta”, ha comunicato la Polizia di Stato sulla sua pagina Facebook. Per essere ancora più chiari se non c’è accettazione per iscritto non sorge alcun obbligo per il consumatore di pagare le bollette che potrebbero eventualmente essere recapitate.
  5. Iscriversi al Registro delle Opposizioni. È l’unico servizio concepito a tutela del cittadino, il cui numero fisso è presente negli elenchi telefonici pubblici, e dedicato a chi decide di non voler più ricevere telefonate per scopi commerciali o di ricerche di mercato. L’abbonato può iscriversi, gratuitamente, al Registro se non desidera più essere contattato dagli operatori di telemarketing, in caso contrario varrà il principio del “silenzio assenso”. Si accede al servizio con le seguenti modalità: modulo elettronico sul sito web, posta elettronica, telefonata, lettera raccomandata, e fax.

Come migliorare il registro delle opposizioni?

Al momento possono iscriversi solo chi è intestatario di un’utenza telefonica fissa il cui numero è presente sugli elenchi telefonici: sono esclusi tutti gli altri, compresi i titolari dei cellulari. La Fondazione Ugo Bordoni, che gestisce il registro, è tra coloro che vogliono rafforzare la legge contro il telemarketing selvaggio. “‘Allargare il Registro delle Opposizioni a tutti numeri mobili e fissi, anche a quelli non inseriti negli elenchi pubblici”, ha dichiarato Alessandro Luciano, presidente della Fondazione. In Parlamento è stato presentato un disegno di legge per allargare, in modo considerevole, il numero dei consumatori che possono iscriversi.

Oggi in Italia esistono circa 115 milioni di linee telefoniche fisse e mobili. Solo 1,5 milioni di numeri fissi – su 13 milioni pubblicati negli elenchi pubblici – godono della protezione dal telemarketing molesto, grazie all’iscrizione nel Registro pubblico delle opposizioni.

L’AssoContact: da gennaio in vigore codice etico per dire basta alle telefonate moleste

L’associazione che rappresenta in Italia i call center a gennaio ha stilato un codice etico con il quale intende garantire che “l’attività dei call center, quale espressione di una delle modalità di vendita di beni e servizi, venga realizzata, come servizio per il pubblico, nella tutela dei diritti dei consumatori. Inparticolare, il presente Codice impegna le imprese associate a mantenere comportamenti etici volti a garantire la correttezza dell’attività commerciale e la sostenibilità economica della vendita diretta”.

E all’estero come si difendono dal telemarketing selvaggio?

In Francia dal primo giugno scorso i francesi posso iscriversi a questo sito per farsi cancellare dagli elenchi posseduti dalle società di call center. Ma non solo. Il Parlamento ha usato il pugno duro approvando una legge, secondo la quale ogni cittadino potrà creare un “conto personale” e indicare i numeri (sia fissi sia cellulari) dove non vuole essere disturbato. Le società di telemarketing avranno l’obbligo di adeguarsi ogni mese alla cosiddetta “lista Bloctel” ed eliminare quei numeri dalle loro. Il “blocco” rimarrà in vigore per tre anni.

In Inghilterra è possibile registarsi al TPS (Servizio di preferenza telefonica): l’iscrizione gratuita è aperta sia ai telefoni fissi sia ai cellulari.

In Spagna esiste la lista Robinson alla quale iscriversi per non ricevere pubblicità non desiderata da imprese alle quali non hanno fornito i dati o delle quali non siano clienti. E la pubblicità a quel punto non arriva né per telefono, né per posta elettronica e neanche per sms.

In Germania dal 4 agosto 2009 vige il divieto di fare pubblicità per telefono senza il consenso dell’interessato e di utilizzare numeri non richiamabili. “Poi abbiamo tante chiamate effettuate da call center esteri”, ha dichiarato l’Agenzia federale delle comunicazioni tedesca, “che rendono difficile individuare i responsabili di eventuali violazioni”.

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