Nove mesi

Telecom Italia torna in utile, ricavi e debito in calo. Patuano: ‘Mercato domestic in ripresa’

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Telecom Italia chiude i primi nove mesi del 2014 con ricavi a 15.972 milioni di euro, in flessione del 6% in termini organici. Debito a quota 26.572 milioni di euro, in riduzione di quasi 800 milioni rispetto al 30 giugno 2014.

Telecom Italia ha chiuso i primi nove mesi del 2014 con ricavi in ribasso, a causa della debolezza del mercato domestico, dove vede però segnali di ripresa, coerenti con il piano industriale. Utili a 985 milioni a fronte di perdite per 902 milioni dello stesso periodo del 2013 per le svalutazioni dell’avviamento.

Debito a quota 26.572 milioni di euro, in riduzione di quasi 800 milioni rispetto al 30 giugno 2014.

I ricavi complessivi al 30 settembre si attestano a 15.972 milioni di euro, in calo del 9,1% e del 6% in termini organici rispetto allo stesso periodo del 2013. I ricavi core domestic calano del 7,5%.

Pe rquanto riguarda il terzo trimestre luglio-settembre, Telecom Italia ha registrato ricavi per 5,4 miliardi in calo del 4,4% dai 5,6 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. L’ebitda si è attestato a 2,2 miliardi (-8%). L’utile dei soci della controllante è stato di 442 milioni, in calo del 12,4% rispetto ai 505 milioni del terzo trimestre 2013.

Marco Patuano: ‘Superata la stagione della guerra dei prezzi’

 

Telecom Italia vede “segnali di ripresa su mercato domestico” e considera “superata la stagione della guerra dei prezzi”, dice l’amministratore delegato Marco Patuano nella nota. Il recupero è coerente con “le previsioni e le dinamiche del piano triennale 2014-2016”.

Per quanto riguarda la vendita delle torri in Italia e Brasile, pianificata a fine dello scorso anno per ridurre il debito, “le attività volte all’implementazione dei citati progetti sono tutt’ora in corso”.

Brasile strategico, vendita torri al rush finale

‘La nostra strategia è restare in Brasile, con le nostre attività così come le abbiamo oggi ma c’è sempre un prezzo. Per sederci al tavolo (di un’eventuale offerta per il Brasile) il prerequisito è che l’offerta soddisfi la domanda, ci sono oggi numerosi deal che possono fungere da benchmark”, ha aggiunto Patuano.

A proposito dell’interesse della compagnia in Brasile per Oi, Patuano ha detto che “Penso che sia obbligatorio esplorare un’opportunita’ strategica cosi’ significativa”, “ma non siamo obbligati e la nostra disciplina finanziaria e la creazione di valore per gli azionisti sono le nostre leggi”.

L’iter per arrivare all’annunciata cessione delle torri in Brasile “è alle battute finali”, ha detto il direttore finanziario Piergiorgio Peluso secondo il quale “il contratto definitivo sarà perfezionato entro la fine dell’anno”.

Telecom Italia è ora “in grado di fare le proprie analisi, non ci sono più conflitti all’interno del consiglio, la governance è al meglio, sono tranquillo nel dire che, se si può condurre quest’analisi, saremo lì”.

 

Video cruciale

 

“La strategia video sarà cruciale nel prossimo periodo, anche se e’ da vedere attraverso quale piattaforma tecnologica”, ha aggiunto Patuano: “Il tradizionale IPTV non ha futuro: ritengo che invece si andra’ verso tecnologie ibride tra la pura piattaforma tv over the top e qualcosa che ha le caratteristiche della precedente IPTV”. Inoltre Telecom Italia dovrà decidere se “andare verso un modello di erogazione dei servizi con l’acquisto di contenuti o se invece diventare un hub per terzi”. Patuano ha indicato di credere che anche in questo caso probabilmente si andrà verso “una soluzione mista: acquisteremo contenuti per la nostra piattaforma in modo da fornire un’entry level ai clienti convergenti su video on demand e diventeremo anche un hub”.

Giuseppe Recchi: ‘Stiamo investendo forte su ultrabroadband in Italia e Brasile’

Il presidente Giuseppe Recchi nella nota ricorda che il gruppo sta investendo per sviluppare “l’ultrabroadband fisso e mobile” in Italia e Brasile e lo fa “in un’ottica di compatibilità finanziaria”.

“Stiamo investendo fortemente sia in Italia sia in Brasile per sviluppare l’ultrabroadband fisso e mobile – ha sottolineato Recchi – e lo stiamo facendo in un’ottica di compatibilità finanziaria. In Italia, con circa 3 miliardi all’anno, siamo la prima società per investimenti e stiamo portando avanti un piano di copertura ultrabroadband che ha già raggiunto 100 città con la fibra e oltre 2500 comuni con la telefonia mobile LTE”, ha aggiunto Recchi.

Secondo Marco Patuano, “i segnali di miglioramento che arrivano dal mercato Domestic sono ormai una realtà: abbiamo superato la stagione della ‘guerra dei prezzi’ contrapponendo la nostra politica incentrata sulla qualità del servizio a quanti prospettavano per il settore una competitività basata esclusivamente su continui ribassi, che avrebbe portato solo al declino. I nostri investimenti stanno portando risultati concreti, ad oggi sono più di 150.000 i clienti che si sono abbonati al servizio Tuttofibra, e stiamo procedendo con una media di oltre 1.500 nuovi contratti al giorno. Anche nella telefonia mobile, il 4G è ormai una tecnologia matura che sta entrando nell’uso quotidiano e che differenzia la nostra offerta rispetto a quella dei nostri competitor. Il rilancio della società è partito dal mercato italiano”.

Investimenti per la banda ultralarga

Telecom Italia chiama lo Stato a fare la sua parte nelle infrastrutture. ”Finanziamenti pubblico-privato potrebbero accelerare i tempi di sviluppo della rete a banda ultra larga”, risponde  Patuano agli analisti che chiedono quale tempistica il gruppo vede per la copertura con la banda ultralarga che, nei progetti del gruppo, punta al 70% della popolazione. ”Servono 2 miliardi di euro e (la tempistica, ndr) dipende dalla eventuale disponibilità di fondi pubblici” ha precisato ricordando per esempio che al Sud ”lo sviluppo sta accelerando grazie a fondi europei”.

Secondo la società il mercato delle telecomunicazioni continua a essere caratterizzato da una flessione dei servizi tradizionali (accesso e voce) a fronte di un incremento dei servizi innovativi (broadband e servizi broadband enabled); si prevede che l’effetto combinato di questi fenomeni determini un’ulteriore flessione complessiva del mercato domestico, comunque più contenuta rispetto a quella osservata nel 2013, ed una crescita del mercato Brasile.

In tale contesto, il Gruppo Telecom Italia, come annunciato nel Piano 2014 – 2016, continuerà a difendere le proprie market share, ad investire nello sviluppo delle infrastrutture, con una forte accelerazione degli investimenti innovativi destinati in particolare all’Ultra Broadband, per sostenere i ricavi da servizi tradizionali e promuovere la crescita dei ricavi da servizi innovativi, nel rispetto delle proprie politiche finanziarie. Al contempo, il Gruppo Telecom Italia proseguirà il percorso di trasformazione ed efficientamento dei processi industriali con l’obiettivo di una riduzione strutturale dei “running cost” anche attraverso il delayering e la semplificazione delle piattaforme.

Sempre secondo il management, le evidenze del 2014 confermano il miglioramento delle dinamiche competitive in ambito Mobile e un’accelerazione dello sviluppo dei servizi ultrabroadband. Occorre segnalare che sul mercato domestico si sta ancora riscontrando una diluizione dell’ARPU sui servizi tradizionali, sia sul Mobile che sul Fisso, dovuta a una dinamica di riposizionamento della Customer Base verso offerte di tipo bundle che consentirà comunque – a fronte di una riduzione della redditività nel breve periodo – una maggiore stabilizzazione della spesa e del churn nel medio-lungo periodo. Sul Fisso tale dinamica è anche dettata dalla necessità di rispondere con azioni commerciali di pricing a una pressione competitiva che si mantiene superiore alle attese.

Pur in presenza di tali dinamiche, che continuano a determinare tensione sulla tenuta dei Ricavi e dei margini, per l’esercizio in corso sul mercato domestico la società prevede, in coerenza con le previsioni e le dinamiche del Piano triennale 2014-2016 di Telecom Italia, un progressivo recupero della performance operativa – anche grazie ai piani e alle azioni di riduzione e contenimento dei costi – e risultati finanziari di Gruppo che si mantengono nel complesso in linea e coerenti con le previsioni e gli andamenti operativi impliciti nel Piano triennale 2014-2016 di Telecom Italia. Con riferimento infine alle azioni di supporto volte al rafforzamento patrimoniale del Gruppo, già illustrate nell’ambito del Piano 2014 – 2016, e in specie alle iniziative di valorizzazione delle torri della rete radiomobile in Italia e in Brasile nonché dei multiplex di Ti Media (rectius della partecipazione detenuta da Ti Media in Persidera), si rinvia a quanto già comunicato al mercato, confermando che le attività volte all’implementazione dei citati progetti sono tutt’ora in corso e le informazioni saranno rese note al mercato quando definitive.