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Telecom Italia-Metroweb, Marco Patuano: ‘Paradossale parlare di monopolio’

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Per il Sottosegretario Giacomelli, è ancora presto per esprimersi sulla vicenda ma il Governo è  favorevole a ‘qualunque interlocuzione che sia rispettosa della dimensione del mercato e riesca a produrre un risultato nell'interesse nazionale’.

Non ci sta, Marco Patuano lasciare cadere nel vuoto le accuse secondo cui  Telecom Italia vuole ricreare un monopolio solo perché ha deciso di tornare alle acquisizioni e rafforzarsi nella fibra ottica. Le accuse di un tentato monopolio – che si riferiscono alla proposta di acquisizione su Metroweb – “sono paradossali”  ha detto oggi l’ad a margine di un convegno, invitando chi le muove “a mettere dei soldi” e a investire tanto quanto Telecom Italia, che – ha aggiunto – “investe 3 miliardi di euro l’anno, di cui 2,5 miliardi in infrastrutture”.

Cifre, ha poi precisato, che sono destinate ad aumentare nel prossimo futuro “perché c’è domanda e perché ci crediamo”.

Quanto alla possibilità che l’Antitrust imponga severi paletti a un’eventuale acquisizione, Patuano si è detto consapevole del fatto che ci saranno da rispettare rigide regole sulla concorrenza: “siamo pronti a discuterne”, ha detto, aggiungendo poi che se l’operazione dovesse andare in porto,  il tutto “avverrà nel pieno e totale rispetto delle regole competitive del mercato” con la garanzia “della equivalence of imput”, cioè garantendo parità di accesso agli altri operatori.

Nei prossimi giorni, ha anticipato quindi Patuano, ci sarà un incontro con una rappresentanza del Ministero dello Sviluppo Economico per approfondire la strategia del Governo su banda larga e ultra larga. il Piano nazionale presentato nelle scorse settimane, ha detto Patuano, “è molto interessante”.

Il numero uno di Telecom Italia si è poi soffermato su Tim Brasil, ribadendo la necessità di agire con lucidità, vista l’enorme importanza e complessità della decisione da prendere.

“Tutti ci tirano per la giacca ma non abbiamo nessuna fretta”, ha detto Patuano, mentre il presidente Giuseppe Recchi ha definito ‘improbabile’ la convocazione di un cda sul Brasile prima di Natale, ricordando che ricordato che Telecom è presente nel paese dal 1997 e solo negli ultimi 5 anni “…ha investito più di 5 miliardi di euro”.

Il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, dal canto suo, ha dichiarato nel corso di un’audizione in Senato che è ancora presto per esprimersi sulla vicenda Telecom Italia-Metroweb, pur precisando che il Governo è  favorevole “a ogni tipo di riflessione che possa consentire un’accelerazione del piano nazionale”

“E’ evidente – ha affermato Giacomelli – che occorre oggi da parte degli operatori una riflessione su come i modelli di business si sposano con l’interesse generale del Paese. C’è una riflessione in corso da questo punto di vista, varie autorità hanno diritto a dire la loro.”

Fermo restando che il Governo non è disponibile “…a meccanismi che hanno solo riguardo agli interessi di questo o quell’operatore, che troviamo legittimi ma non sufficientemente importanti da scomodare un avallo delle istituzioni”, Giacomelli ha sottolineato che “qualunque interlocuzione che sia rispettosa della dimensione del mercato e riesca a produrre un risultato nell’interesse nazionale è ben vista”.

È ancora presto, tuttavia, per capire quale sia esattamente l’oggetto e l’ambito dei soggetti interessati, se l’ambito si esaurisce in Telecom Italia o se è più ampio” e ci vorrà quindi ancora del tempo  “per dare un parere più compiuto”.

In mattinata, intanto, il presidente della Cassa depositi e Prestiti, Franco Bassanini, ha smentito che sia mai stata considerata l’ipotesi di entrare direttamente nel capitale di Telecom Italia come possibile acquirente della rete.

“L’investimento diretto di CDP in Telecom Italia non è mai stato sul tavolo e non si è mai posta l’ipotesi di un ingresso nel capitale di Telecom”, ha detto Bassanini.

Del resto, anche il Sottosegretario Giacomelli ha ribadito in Senato che “…la rete è privata, c’è stata una scelta di privatizzazione che rispettiamo e non abbiamo intenzione di tornare indietro”.

“Abbiamo privatizzato per avere una competizione di mercato, per consentire allo Stato di investire meno e per consentire all’Italia di accelerare sulla banda ultra larga. Bisogna capire qual è il risultato di questi tre obiettivi, non per annullare quel processo, ma per adeguarlo all’oggi”, ha affermato Giacomelli.