Key4biz

“Stop agli smartphone a scuola fino alle medie”. La proposta di legge con altre misure irrealizzabili

Vietare gli smartphone ai minori di 12 anni senza la presenza dei genitori. Divieto anche a scuola per gli alunni nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.

Questo è l’obiettivo della proposta di legge presentata alla Camera da alcuni parlamentari, tra cui l’ex ministro Lorenzo Fioramonti che all’epoca in cui era responsabile del dicastero dell’Istruzione paragonò i telefonini agli studenti a delle “armi in tasca”, ma aveva anche intenzione di “introdurre a scuola le nuove tecnologie per rendere più accattivanti e divertenti le materie che stanno diventando sempre più ostiche per le nuove generazioni”, come la matematica e in generale le materie scientifiche.

La proposta di legge? “Non una crociata contro la tecnologia”

La proposta di legge, secondo i parlamentari, non vuole essere “una crociata contro la tecnologia” ma un’arma per limitare “l’utilizzo dei device elettronici da parte dei più piccoli ed evitare che questi ultimi, un domani, siano costretti a convivere con una serie di patologie causata proprio dall’uso ripetuto e sregolato di dispositivi digitali”.

I limiti per età

Più nel dettaglio, la proposta di legge prevede l’introduzione di un nuovo articolo – il 328-bis – nel Testo unico in materia di istruzione del 1994 (decreto legislativo 297/94). Queste le disposizioni previste sulla base dell’età dei minori:

— Da 0 a 3 anni: «Divieto di utilizzo» di smartphone, tablet e qualsiasi altro dispositivo digitale

— Da 4 a 6 anni: «Utilizzo graduale per non più di un’ora al giorno»

— Da 6 a 8 anni: «Utilizzo non superiore a tre ore giornaliere»

— Da 9 a 12 anni: «Utilizzo non superiore a quattro ore giornaliere»

Sanzioni per i genitori

Il tutto sempre sotto la supervisione dei genitori e con l’assoluto divieto di utilizzo autonomo, pena il rischio di incorrere nelle sanzioni da 300 a 1500 euro a quei genitori che consentono ai propri figli non ancora dodicenni “di navigare on line e di utilizzare smartphone, tablet e qualsiasi altro dispositivo digitale senza accompagnamento e presidio educativo“.

Divieto anche per gli alunni nelle scuole primarie e secondarie di primo grado

L’obiettivo della proposta, secondo i parlamentari firmatari, è sia disciplinare l’uso di smartphone e tablet per i minori di 12 anni sia vietare gli stessi device a scuola “da parte degli alunni nelle scuole primarie e secondarie di primo grado”. Come avviene in Francia e in Cina.

I sottoscrittori della Proposta di legge – oltre a Fioramonti ci sono alcuni esponenti M5s ed altri ex pentastellati, la prima firmataria è De Giorgi.

Nella pdl si parla della “nomofobia”, ovvero “della paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia”.

E dunque “la finalità della presente proposta di legge, composta da otto articoli, è quella di tutelare non solo la salute, ma soprattutto la crescita psicofisica dei bambini invocando il principio di precauzione”.

Sarà mai legge?

La proposta di legge diventerà mai norma? È davvero difficile controllare che ci sia o meno un genitore accanto a un minore di 12 anni mentre usa lo smartphone o se lo fa per un determinato lasso di tempo. 
Una norma simile, infatti, non è applicata ed quella voluta soprattutto dal senatore della Lega Simone Pillon, che prevede l’obbligo, di default, della funzione di parental control: un filtro anti-porno su smartphone, tablet e decoder per bloccare i contenuti spinti, violenti e pericolosi per tutelare i minori. Tanti i limiti tecnici della norma (ecco quali) che rischia di essere per sempre disapplicata.

Media education al posto di vietare gli smartphone

Ritornando alla recente proposta di legge che punta a vietare gli smartphone anche a scuola fino alla scuola “media”, una soluzione alternativa è la media education: insegnare agli studenti l’utilizzo consapevole delle nuove tecnologie e dei social è la strada migliore da percorrere.

Exit mobile version