Il discorso

Stato dell’Unione, Von der Leyen: “In progetti e tecnologie green il 37% del fondo NextGenerationEU”

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Al centro delle preoccupazioni di Bruxelles l’emergenza sanitaria per la pandemia di Covid-19, la crisi di ampi settori dell’economia comunitaria, la minaccia climatica globale, l’inquinamento e i piani per il rilancio (che passano ampiamente per la trasformazione digitale, l’elettrificazione e nuove fonti energetiche pulite).

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Stamattina si è tenuto il primo discorso sullo Stato dell’Unione al Parlamento europeo della Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Al centro delle preoccupazioni di Bruxelles l’emergenza sanitaria per la pandemia di Covid-19, la crisi di ampi settori dell’economia comunitaria, la minaccia climatica globale, l’inquinamento e i piani per il rilancio (che passano ampiamente per la trasformazione digitale).

Gli obiettivi green dell’Unione

In particolare, per quel che riguarda il futuro dell’Unione e della sua economia, i programmi di decarbonizzazione ed elettrificazione, l’energia verde e le tecnologie a basso impatto ambientale, la von der Leyen ha dichiarato: “Il 37% di Next Generation EU (Recovery Fund) sarà speso per i nostri obiettivi del Green deal”.

Considerando che il Piano per la ripesa dell’Unione passa per lo strumento straordinario denominato “Next Generation EU” e che il fondo è stato stimato in più o meno di 755 miliardi di euro, è possibile che per il Green Deal europeo possa contare su risorse per circa 277 miliardi di euro.

La Presidente ha anche annunciato che il 30% del fondo Per la ripresa dell’Unione sarà raccolto sui mercati grazie alle obbligazioni verdi o green bond.

Altri punti chiave del Green Deal che saranno particolarmente sostenuti e supportati dall’Unione sono la promozione dell’idrogeno, delle fonti energetiche rinnovabili e della mobilità elettrica (in particolare, la realizzazione di una più capillare ed estesa infrastruttura di ricerca per veicoli elettrici).

I settori dell’economia da decarbonizzare

Fondamentale sarà il rinnovamento dell’industria che, grazie all’idrogeno (generato da fonti pulite) e le fonti rinnovabili più classiche, potrà ridurre sensibilmente le sue emissioni inquinanti ed entrare nell’era della decarbonizzazione.

Stesso discorso anche per il settore delle costruzioni, che secondo la von der Leyen “dovrà sfruttare i nuovi materiali e le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale per abbattere le ancora troppo alte emissioni inquinanti” (al momento rappresentano il 40% del totale quasi).

In particolare, l’Unione sta cercando di massimizzare il proprio impegno ambientale e climatico fissando nuovi e più sfidanti obiettivi: “La Commissione proporrà di aumentare la riduzione delle emissioni almeno al 55% entro il 2030”.

Neutralità climatica entro il 2050?

L’obiettivo, infatti, rimane sempre lo stesso: trasformare l’Europa in continente climaticamente neutro entro il 2050.

Secondo la Presidente, siamo sulla strada buona: “Abbiamo già dimostrato di poterlo fare, perché le emissioni sono diminuite del 25% dal 1990 ad oggi, mentre l’economia è cresciuta del 60%, quindi siamo riusciti a crescere inquinando meno”.

Un dato che andrebbe approfondito, perché in realtà la diminuzione di emissioni è ancora troppo lenta e non uniforme in tutti gli Stati, anzi, alcuni sono in controtendenza negativa, mentre altri sono leader nella decarbonizzazione.