se non ora quando?

Sovranità digitale (quella vera). Il Governo francese ha le sue app di messaggistica, di invio file e per la didattica. E in Italia?

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Nel nostro Paese lo Stato ha sviluppato con successo l’app IO, per i servizi pubblici. Lo stesso team o altri team potrebbero sviluppare per il Governo e dipendenti pubblici un’app di messaggistica istantanea con i più elevati standard di cybersecurity e protezione dei dati? L’Italia potrebbe anche realizzare il suo “WeTransfer” di Stato? Il Governo italiano per le videoconferenze potrebbe usare una piattaforma nazionale, certificata dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale?

Dalla Francia ci è arrivata un’altra lezione di sovranità digitale, quella vera. Da questo mese il Governo francese non usa più WhatsAppTelegram e Signal, ma l’app di casa Olvid, certificata dall’Agenzia cyber nazionale ANSII.“È la più sicura al mondo”, così l’ha presentata il ministro al digitale Jean-Noël Barrot“Io e il mio team”, ha spiegato, “la usiamo da luglio 2022. A dicembre, l’intero Governo utilizzerà il sistema di messaggistica istantanea più sicuro del mondo”.

Per il Governo e il suo team è consentita anche Tchap, l’app di messaggistica sviluppata direttamente dall’amministrazione pubblica francese e lanciata nel 2019: può essere usata solo dai dipendenti pubblici.

Non è un fuoco di paglia. Ma questa scelta rientra nella strategia francese di garantire la sovranità digitale nazionale. Infatti, il ministro al digitale Barrot ha lanciato quest’appello ai cittadini: “Incoraggio i francesi a scegliere le soluzioni di ‘La French Tech’, è il modo migliore per garantire la nostra sovranità”. La French Tech, di iniziativa del Governo, ha l’obiettivo di far crescere dell’ecosistema delle start-up francesi, in Francia e a livello internazionale.

La Francia ha anche il suo “WeTransfer” di Stato

Su Key4biz ci siamo già occupati del “WeTransfer” di Stato francese.

Il tool, sviluppato e gestito al 100% dallo Stato francese, consente, in modo facoltativo, di inviare online, in sicurezza e semplicità, file di grandi dimensioni tra funzionari pubblici e da fornitori, imprese e cittadini alla Pubblica Amministrazione. Una buona idea di sovranità tecnologica in alternativa alle tante sul mercato di società private.

Sulla didattica, la Francia ha “bocciato” Google e Microsoft. 

Gli autoproclamati “Fab 8” – otto società di software francesi in grado di sostituire le suite di Microsoft 365 e Google Workplace, vale a dire Atolia, Jalios, Jamespot, Netframe, Talkspirit, Twake, 

Whaller e Wimi, ricordano che le loro soluzioni “rispondono ai requisiti funzionali per sostituire gli attori in essere, ma anche ai requisiti in termini di sicurezza dei dati e sicurezza legale perché sovrane al 100%. E invitato l’Istruzione nazionale a implementare la dottrina del cloud dello Stato ‘molto rapidamente’ poiché le loro soluzioni sono già utilizzate da milioni di utenti”.

Tra le soluzioni alternative per la scuola francese c’è Framasoft, sviluppata da una associazione no-profit fondata nel 2004: offre gli stessi servizi di Google Classroom, ma è open source e non effettua nessun tracciamento degli studenti e dei docenti che la utilizzano. Il suo slogan è “DeGoogolizzare Internet” per evitare, tra gli altri problemi, di sorveglianza.

Infine, il governo francese ha ordinato ai dipendenti pubblici di rimuovere tutti i tipi di piattaforme di social media, app di gioco e video-streaming – tra cui TikTok, CandyCrush e Netflix – scrive Politico, dai loro dispositivi di lavoro per motivi di sicurezza informatica e di privacy.

E in Italia quando?

Nel nostro Paese lo Stato ha sviluppato con successo l’app IO, per i servizi pubblici. Lo stesso team di PagoPA o altri team potrebbero sviluppare per il Governo e dipendenti pubblici un’app di messaggistica istantanea con i più elevati standard di cybersecurity e protezione dei dati? Oppure puntare su una soluzione made in Italy. Nel mercato italiano esistono già.

L’Italia potrebbe anche realizzare il suo “WeTransfer” di Stato?

Il Governo italiano per le videoconferenze potrebbe usare una piattaforma nazionale, certificata dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale?