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Smart working nella Pa al 15% e con 3 fasce d’orario: operatività, contattabilità e poi diritto alla disconnessione

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Tre fasce d’orario per i dipendenti pubblici che potranno continuare a lavorare in smart workingoperatività, contattabilità e inoperabilità. Sono previste nella prima bozza di contratto per il lavoro agile nelle Funzioni centrali della Pa, eleborata dall’Aran – l’Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni.

Le tre fasce d’orario per i dipendenti pubblici in smart working

Smart working nella Pa: si passerà dal 50% al 15%

Al momento, circa il 50% dei dipendenti pubblici è in smart working. Quando sarà approvata la legge sul lavoro agile la percentuale scenderà al 15%.

Secondo le prime bozze, si darà priorità per il lavoro agile:

Green pass obbligatorio dal 15 ottobre anche per i dipendenti della Pa

Per la pubblica amministrazione, saranno le linee guida che devono mettere a punto i ministri Renato Brunetta e Roberto Speranza a stabilire le modalità di controllo del green pass, che potrebbe essere associato ad esempio al badge per il passaggio ai tornelli.

Il processo per il ritorno allo sportello o in ufficio, cui le amministrazioni stanno iniziando a prepararsi, sarà invece oggetto di due diversi provvedimenti. Da un lato un dpcm con cui si tornerà a stabilire che il lavoro in presenza è la modalità “ordinaria” per svolgere la propria mansione.

Dall’altro, un apposito atto ministeriale che detterà i criteri per il rientro graduale, partendo da chi offre servizi diretti al cittadino, seguiti dal backoffice e così via fino al ritorno di tutti i dipendenti pubblici in presenza. Il nuovo set di regole per il lavoro agile, che serviranno quando finirà lo stato di emergenza, sarà invece definito all’interno del rinnovo del contratto.

Intanto ogni ufficio si deve riorganizzare il lavoro in vista di metà ottobre, quando si tornerà in presenza in modo più massiccio e ci sarà da controllare il possesso del green pass. Dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici sarebbero circa 300mila, secondo le stime, a non essersi immunizzati e tra questi sono compresi, viene sottolineato, anche tutti quei soggetti che sono esentati dal vaccino per motivi di salute. 

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