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Smart working, Brunetta: “In Pa solo se migliora lavoro e soddisfazione cittadini. O si tornerà in ufficio”

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Il tema sarà affrontato in sede di rinnovo dei contratti pubblici. Secondo il ministro non è accettabile che in uno sportello pubblico ci sia la scritta "chiuso per smart working. I clienti finali sono stati silenziati".

Brunetta oggi non ha detto “basta smart working, i dipendenti pubblici devono tornare in ufficio”, come auspicato lo scorso 22 giugno, quando non era ancora ministro della Pubblica amministrazione. Ma ha annunciato un radicale cambiamento per quanto riguarda il lavoro agile nella Pa.

Brunetta: “Smart working nella PA solo se aumenta efficienza, produttività e soddisfazione, altrimenti si torna in presenza”

“La Pubblica amministrazione continuerà ad utilizzare lo smart working solo se aumenterà efficienza, produttività e customer satisfaction. Altrimenti si torna a lavorare in presenza”, ha detto oggi Renato Brunetta intervenendo al webinar “Italia 2021- Competenze per riavviare il futuro” organizzato da Pwc Italia in media partnership con Sky sul tema ‘Le persone vero motore della ripartenza’.

Smart working nella Pa, la critica a chi l’ha preceduto

Poi la stoccata a Fabiana Dadone, che da ministra della Pa aveva indicato almeno il 50% dei dipendenti pubblici in smart working.

“Chi mi ha preceduto in questo ministero ha stabilito quote di utilizzo per lo smart working nella pubblica amministrazione ma è quanto di peggio si possa fare perché l’uso dello smart working va visto sulla base dell’efficienza e della produttività per i miei clienti, è senza senso dare una percentuale”, ha detto Brunetta, ribadendo che il tema sarà affrontato in sede di rinnovo dei contratti pubblici. Secondo il ministro non è accettabile che in uno sportello pubblico ci sia la scritta “chiuso per smart working. I clienti finali sono stati silenziati“, ha detto.

“In arrivo Dl Semplificazioni al PNRR”

Inoltre, il ministro ha annunciato l’arrivo di un Dl di semplificazione al Recovery plan. “Sto preparando un decreto legge di semplificazione a 360 gradi, che dovrebbe essere approvato entro questo mese, di accompagnamento al Pnrr”. Una semplificazione a cui il ministro sta lavorando “ovviamente con la collaborazione di tutti i colleghi degli altri ministeri, io faccio semplicemente da raccoglitore delle riflessioni e delle riforme di tutti, a partire da quelle della Pa, perché se il processo amministrativo non è semplificato è come se ci fosse un tubo pieno di curve, il flusso non lo attraversa. Stiamo parlando di un flusso digitale che non deve avere blocchi e quindi il canale di attraversamento deve essere il più semplice possibile”.

“Sarà un diario di bordo per i prossimi sei anni, non solo per salvare ma anche per cambiare l’Italia”ha aggiunto Brunetta.

“Almeno 150mila giovani l’anno nella PA”

Basterà?

Ovviamente no. Per la Pa completamente digitale, efficiente e semplice occorre selezionare nuove figure. 

Sto cambiando le regole del gioco del reclutamento e dei concorsi nel settore pubblico per migliorare skills e implementare modernità”, ha ricordato il ministro.

“Per ripristinare un minimo di turn over serio qualitativo e quantitativo servono almeno 150 mila giovani l’anno”, è la previsione di Brunetta, che ha anche annunciato: “Con il collega Colao stiamo pensando ad incentivi per tutti i cittadini che utilizzano piattaforme digitali”.