Nuovo decreto

Smart working, Dadone: “Almeno per il 50% del personale delle PA. Coniugare servizi e salute”

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Cittadini e imprese si rivolgono ogni giorno alle amministrazioni pubbliche locali, non possono scegliere se farlo o meno, è quindi necessario “coniugare le esigenze di salute e sicurezza di tutta la nostra comunità con la necessità di garantire servizi sempre accessibili e di qualità”, ha spiegato la ministra Dadone.

Il lavoro agile nella Pubblica Amministrazione (PA) deve crescere, perché in questo momento storico di emergenza sanitaria è a tutti gli effetti uno strumento efficace in termini di distanziamento sociale.

La ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, ha firmato un nuovo decreto per regolamentare l’attuazione dello smart working nelle amministrazioni locali.

Il decreto Dadone

Il lavoro agile sarà attuato almeno al 50% del personale impegnato in attività da poter svolgere a distanza, con l’invito, per le amministrazioni dotate di adeguata capacità organizzativa e digitale, a raggiungere le percentuali più elevate possibili”, ha annunciato la Dadone dal suo profilo Facebook.

Dobbiamo evitare un nuovo lockdown generalizzato. I cittadini e le imprese non possono scegliere se rivolgersi o meno alle PA – ha spiegato nel post – e per questo è importante coniugare le esigenze di salute e sicurezza di tutta la nostra comunità con la necessità di garantire servizi sempre accessibili e di qualità”.

Per questo, a seguito dei dpcm del 13 e 18 ottobre, in attuazione al decreto ministeriale firmato ieri sera: “ciascuna amministrazione con immediatezza assicura su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale lo svolgimento del lavoro agile almeno al 50% del personale impegnato in attività che possono essere svolte secondo questa modalità”.

Smart working in flessibilità

Ciascuna PA potrà attivare il modello di lavoro agile per i propri dipendenti “in modalità semplificata ancora fino al 31 dicembre 2020.

Sarà assicurata, si legge, massima flessibilità di lavoro “con turnazioni e alternanza di giornate lavorate in presenza e da remoto”, comunque nel rispetto delle misure sanitarie e dei protocolli di sicurezza, “anche prevedendo fasce di flessibilità oraria in entrata e in uscita”.

Compatibilmente con le possibilità organizzative e la qualità effettiva del servizio offerto, gli enti pubblici dovranno assicurare “in ogni caso, le percentuali più elevate possibili di lavoro agile.

Le amministrazioni, si legge sul sito del ministero, metteranno a disposizione dei propri dipendenti i dispositivi informatici e digitali ritenuti necessari per svolgere il proprio lavoro, “ma comunque rimane consentito l’utilizzo di strumentazione di proprietà del dipendente”.