l'allarme

Siccità in pieno inverno. Stato di crisi in Spagna, disponibilità idrica ridotta del 15% in Sicilia. Inquinamento alle stelle

di |

Non piove da troppo tempo e siamo al terzo anno di crisi idrica e siccità. Secondo le stime attuali, la prossima estate sarà peggio di quella del 2023 (la più calda al mondo dal 1860 ad oggi). Primi allarmi in Sardegna e Sicilia. L’alta pressione che domina da settimane sta rendendo l’aria che respiriamo troppo inquinata. L’intero Mediterraneo occidentale in crisi idrica. Stato di emergenza a Barcellona.

L’Italia nella morsa dell’anticiclone africano e della siccità (e dell’inquinamento)

Dallo scorso Natale, l’Italia e gran parte dell’Europa occidentale sono sotto una cappa anticiclonica forte ed estesa. È il famigerato anticiclone subtropicale, comunemente chiamato ‘africano’, che da settimane insiste sul Mediterraneo e quindi l’Italia, impendendo alle perturbazioni atlantiche di arrivare su di noi, alimentando la siccità preesistente, e allo stesso tempo favorendo la concentrazione di inquinanti nei bassi strati.

Negli ultimi giorni, poi, si sta assistendo alla formazione di nebbie persistenti nelle valli e nelle pianure del Nord e in parte del Centro, dovute all’assenza di venti e all’alta pressione che schiaccia l’aria a terra, aumentando l’umidità e come detto i livelli degli inquinanti.

Da settimane quasi tutti i centri urbani italiani e le aree ad alta intensità industriale stanno misurando un livello di inquinanti nell’aria assolutamente oltre misura, rispetto ai limiti previsti dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Unione europea.

A Roma l’amministrazione comunale ha pubblicato le raccomandazioni alla cittadinanza (“fragili, bambini, donne in gravidanza, persone anziane, cardiopatici e, più in generale, soggetti con patologie respiratorie nonché coloro che sono soggetti a prolungate esposizioni”) sui comportanti da adottare, sia per l’uso dell’auto privata, sia per l’accensione dei sistemi di riscaldamento.

In questi giorni l’aria è classificata come “malsana” in tutti i centri urbani che si trovano nella pianura padana, ma anche in molti centri di Marche e Toscana. Aria malsana anche per Roma e Frosinone, Napoli e Benevento.

Nubi basse ogni tanto oscurano il sole lungo i litorali tirrenici, ma senza fenomeni degni di nota. Spesso, inoltre, a causa sempre dell’alta pressione che domina da settimane, si assiste al fenomeno dell’inversione termica, che fa scendere le temperature anche sotto lo zero nelle valli e le conche, tanto da determinare, come in provincia di Parma e Verona, la caduta della cosiddetta “neve chimica”.

La grave crisi idrica in Italia: sotto osservazione Sardegna e Sicilia (ma non solo)

Il tutto senza un goccio d’acqua dal cielo, senza una precipitazione degna di nota, da Nord a Sud. E secondo i nuovi dati dell’Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), la situazione si sta facendo grave e in pieno inverno ci ritroviamo già in crisi idrica in molte regioni italiane, mentre sostanzialmente continua da tre anni un lungo periodo siccitoso per il nostro Paese.

Stando alle anticipazioni dell’ultimo report, in tutta Italia si registra una prolungata grave mancanza di pioggia e a risentirne sono i fiumi e i laghi soprattutto (in particolare di Lazio, Veneto e Lombardia, Toscana e Emilia-Romagna, Umbria e Marche). Sotto osservazione la due isole maggiori: Sardegna e Sicilia.

Allerta per la Sicilia

In Sicilia la situazione più critica, probabilmente. Secondo l’Associazione, infatti, la seconda metà del 2023 è stata la più siccitosa da un secolo a questa parte, con un deficit di 220 millimetri di pioggia. Solo a dicembre il deficit di pioggia ha toccato il 96% tra le province di Enna e Catania.

Qualcuno potrebbe dire obiettare che in realtà di pioggia c’è stata, ma a ben guardare si tratta degli ormai noti fenomeni estremi, che si concentrano in un limitato raggio di tempo e di territorio, tra cui il medicane che a febbraio 2023 colpì la Sicilia orientale con cumulati di precipitazione fino a 210 mm in sole 48 ore, più le bome d’acqua di maggio e giugno 2023 che portarono più di 300 mm di piogge in poco più di 24 ore.

Ma quando piove forte, purtroppo, in un contesto di siccità generale e prolungata, l’acqua che cade tende a scivolare via sul terreno reso impermeabile, dilavandolo, e creando anche pericoli per il territorio (dissesto idrogeologico).

Secondo Leonardo Santoro, segretario generale dell’Autorità di bacino della Sicilia, se non cambia radicalmente la situazione, si dovrà alzare il livello di allarme al grado massimo.

La decisione di ridurre l’acqua potabile immessa nelle condotte del 10-15% in tutte le province potrebbe non bastare. Gli ultimi dati regionali dicono che rispetto al mese scorso c’è il 12% in meno di risorse nelle dighe.

Siccità nel Mediterraneo, Barcellona in stato di emergenza idrica

Come detto, il problema è lo stesso per tutto il Mediterraneo e anche in Spagna, in Catalogna, si stanno prendendo misure estreme molto simili, se non già radicali.

La pressione dell’acqua nella rete idrica della città di Barcellona è stata ridotta. Una misura di preallerta prima di procedere con il razionamento per i cittadini.

Tre i bacini in stato di emergenza, secondo quanto riferito a Euronews da Anna Barnadas, Segretaria di Azione per il Clima del governo della Catalogna.

Al momento, per Barcellona è previsto un consumo idrico garantito per tutti, ma limitato a 200 litri al giorno per abitante, almeno in questa prima fase di emergenza (livello 1).

Secondo gli esperti, per risollevare le sorti idriche della Catalogna dovrebbe piovere per tre mesi la prossima primavera. Cosa difficile da prevedere e soprattutto, al momento, difficile da aspettarsi. Al contrario, secondo i ricercatori di mezza Europa, la prossima estate dovrebbe essere ancora più calda di quella passata.