Industria

Shenzen, il Covid minaccia la Silicon Valley cinese. Supply chain a rischio?

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Nuovi focolai mettono a rischio l’attività di numerose aziende cinesi e straniere, ma soprattutto possono rallentare le forniture internazionali di componenti chiave per diverse industrie strategiche, dalle tlc all’automotive, rallentando la crescita economica in uno scenario globale già reso instabile dal conflitto in Ucraina.

Shenzen alle prese con nuove chiusure

La Città di Shenzen, uno tra i più grandi poli industriali cinese, alle prese con le nuove misure di lockdown, che riguardano tutti i suoi 17 milioni di abitanti, a causa di un ritorno di fiamma della pandemia di Covid-19 e molte delle attività produttive non essenziali rischiano il blocco già dalle prossime ore.

Nella lista delle aziende che potrebbero subire un fermo, troviamo la celebre Foxconn, società fornitrice di componenti per Apple, Toyota e Volkswagen, che secondo fonti CNBC avrebbe già chiuso diversi impianti fino a nuovo ordine.

Qui hanno sede anche grandi aziende cinese del settore high tech, come Tencent e Huawei.

La preoccupazione generale è un ennesimo blocco o rallentamento delle catene di approvvigionamento globali.

Un allarme non proprio campato in aria, come si dice, perché come riporta la Reuters, diverse società taiwanesi che producono microchip hanno comunicato di aver sospeso le attività produttive. Tra queste la Unimicron Technology, che rifornisce Apple e Intel, e la Sunflex Technology.

In più, secondo un consulente di Victure Industrial, con base proprio a Shenzen, ha parlato apertamente di un pericolo “effetto domino” delle restrizioni, che potrebbe arrivare fino al Guandong: “Immaginate di avere una fabbrica di 100 dipendenti e all’improvviso non puoi fare più nulla, ne produrre, ne prendere nuovi ordini, e tutto si ferma: l’impatto economico di queste decisioni non avrà effetti limitati di 2-3 settimane, ma di 3-6 mesi”.

Il Covid non molla la presa

In quella che è chiamata la Silicon Valley cinese, sono stati chiusi i trasporti pubblici e sta per partire un terzo ciclo di test per scovare tutti i possibili positivi al virus e quindi ridisegnare tutta la fitta rete di contatti che nei giorni si è venuta a formare.

Stessa sorte sta toccando a Shanghai, città sede di molte imprese americane ed europee, dove il riacutizzarsi della pandemia ha spinto le autorità a chiudere le scuole e far tornare gli studenti in didattica a distanza.

Nessuno può lasciare le due città, “se non per gravi ed improrogabili motivazioni”, che ogni volta vanno presentate alle autorità locali.

Anche Hong Kong è ancora in fase di gestione emergenziale della pandemia, mentre a destare preoccupazione è anche Pechino

In tutto il Paese sono 1.437 i nuovi casi Covid segnalati ieri, per un totale di 8.531 positivi, record per la Cina da marzo 2020.