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Separazione rete Tim, Mirella Liuzzi (M5S) ‘Se è soltanto l’ultimo miglio è uno scorporo a metà’

Cresce l’attesa per conoscere strategie del nuovo governo giallo-verde in tema di Tlc e Digitale, mentre si rincorrono le voci sul possibile sottosegretario alle telecomunicazioni, un ruolo ancora scoperto e oggetto di negoziati fra Movimento 5 Stelle e Lega. Nel contempo, Agcom ha dato disco verde preliminare alla separazione societaria della rete Telecom, passo preliminare per lo scorporo e la creazione di Netco, la società della rete di Tim che l’amministratore delegato Amos Genish, pur lamentando il costante taglio dei prezzi di accesso all’ingrosso alla rete, vorrebbe operativa già a inizio del 2019. L’ad Genish ha peraltro già chiesto non più tardi di giovedì scorso un incontro al Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Ne abbiamo parlato con Mirella Liuzzi, deputata del M5S, Segretario di Presidenza della Camera, esperta di Tlc e Digitale, già Segretario della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni nella scorsa legislatura.

Key4biz.  Le urgenze delle telecomunicazioni italiane, in particolare il tema della separazione della rete Tim, tornano prepotentemente alla ribalta dopo i mesi di vacatio successivi alle elezioni del 4 marzo. Come si pone il nuovo Governo di fronte a questo tema, a quello del Digitale e alle televisioni?

Mirella Liuzzi.  Nel contratto di Governo è richiamato il principio della cittadinanza digitale dalla nascita (in base al quale verranno attuate una serie di azioni abilitanti) e la necessità che l’azienda pubblica RAI sia finalmente libera dalle lottizzazioni dei partiti. Di digitale si parla anche quando con riferimento alla sburocratizzazione del fisco, alla proposta di una piattaforma digitale per l’erogazione dei voucher, alla digitalizzazione del servizio sanitario nazionale. Ma è con la banca per gli investimenti che intendiamo fare il salto di qualità puntando sulla gestione delle politiche industriali più importanti di questo paese legate all’innovazione.

Key4biz.  C’è un motivo particolare per cui il capitolo delle Tlc nel contratto è stato solo accennato?

Mirella Liuzzi. No, il problema era il tempo. Mentre in Germania per scrivere un contratto di governo ci hanno messo 6 mesi, noi lo abbiamo fatto in sei giorni. E’ stata un’impresa trovare un accordo su tanti punti qualificanti in così poco tempo nel rispetto dei programmi elettorali. Abbiamo trovato un accordo su alcuni temi che erano molto più spigolosi e il resto non è stato affrontato, ma nulla toglie che possa essere discusso e inserito nel futuro.

Key4biz. E ora come procedono i negoziati con la Lega su questi temi? Ci sono problemi?

 

Mirella Liuzzi. Nel nostro programma, il tema della rete e dello scorporo era specificato in maniera molto chiara (scorporo della rete Tim, fusione con OpenFiber, realizzazione e gestione di una rete pubblica, superamento del rame e costituzione di un soggetto non verticalmente integrato, che gestisce la rete ma non offre i servizi ndr). Siamo partiti da una settimana e c’è tantissimo lavoro da fare. Capisco però che al momento la situazione di Tim è un tema centrale.

Key4biz. In che senso?

 

Mirella Liuzzi. Nel senso che c’è un problema occupazionale, e l’azienda sta avviando un tavolo di crisi perché ci sono circa 30mila dipendenti verso la cassa integrazione e ci saranno degli esuberi (4.500 quelli previsti dal piano ndr). Tutte queste persone meritano di essere ascoltate e si dovrà trovare una soluzione che punti sulla garanzia dei livelli occupazionali.

Proprio in contemporanea a questa drammatica situazione, c’è stata la prima valutazione di Agcom sul progetto di separazione che ora dovrà essere considerato alla luce dell’analisi di mercato.

Key4biz. Come si pone il Movimento 5 Stelle nei confronti dello scorporo?

 

Mirella Liuzzi.  Per esprimere una compiuta valutazione è necessario comprendere quale sia il perimetro del progetto presentato da Tim. Siamo davvero sicuri che non si tratti soltanto dell’ultimo miglio? Se così fosse sarebbe uno scorporo a metà. Nei comunicati stampa di Tim si parla sempre in maniera non chiara di scorporo alludendo alla rete di accesso e ad infrastrutture non ben specificate. Mi chiedo se non sia un caso che le dichiarazioni siano così generiche. Deve essere chiaro che se si parla dello scorporo di Open Access si tratta soltanto dell’ultimo miglio e quindi soltanto l’ultima parte della rete, sostanzialmente quella in rame, dalle centrali in giù. L’amministratore delegato di Tim Amos Genish dovrebbe chiarire qual è il perimetro della separazione della rete sottoposta all’Agcom. In questa direzione penso che il ministro Di Maio sia disponibile ad ascoltare tutti gli stakeholder interessati. Fermo restando che politicamente lo scorporo della rete Tim lo chiediamo da anni, è stata una delle prime battaglie del Movimento presentato anche come mozione in aula nel 2014 ma bocciata dall’allora Governo.

 

Key4biz. Lo scorporo in questi termini quindi non vi convincerebbe.

Mirella Liuzzi. No, se dovesse riguardare solo l’ultimo miglio e Open Access. Con questa soluzione, Netco farebbe essenzialmente solo gli interessi di TIM, caratterizzata inoltre da un alto prezzo di vendita, un alto numero di dipendenti da trasferire, miliardi di euro del debito di TIM da trasferire a fronte di una soluzione molto deficitaria e insufficiente per gli interessi dello Stato, dei cittadini e anche dello scenario di mercato.

Key4biz. E’ comunque un primo passo.

 

Mirella Liuzzi. Possiamo dire che è un’apertura di partita limitata, perché la situazione migliore sarebbe avere una grande rete di distribuzione (in questo caso di bit!) paragonabile ai modelli di Terna e Snam già adottati nel settore di energia elettrica e gas. L’accordo raggiunto in sede UE sul nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche sembra favorire l’adozione del modello che proponiamo da tempo. Ma per farlo, c’è bisogno non solo della rete di accesso, ma anche dei collegamenti (link) da e per le infrastrutture di Rete Fissa e Mobile di TIM e tutta la Rete e la organizzazione di Sparkle.

Credo che sia arrivato il momento di capire come questo Paese ha intenzione di gestire l’infrastruttura di rete, investire, sviluppare e realizzare reti a fibra ottica e servizi da fornire agli operatori e ai cittadini realizzando un business remunerativo nel corso del tempo.

Key4biz. Nel frattempo, ci sarà una consultazione pubblica.

 

Mirella Liuzzi. Vedremo quali saranno gli esiti della consultazione e le conseguenti determinazioni dell’Autorità. Ma ripeto: bisogna fare un vero scorporo, perché il backbone (tutta la parte della Rete a completamento della parte di accesso) è la parte più interessante dell’infrastruttura di Tim.

Key4biz. Chi si occuperà di questi temi nel nuovo Governo, in particolare dei rapporti con Tim, che in passato gestiva il ministro Calenda?

 

Mirella Liuzzi. Ovviamente il Mise e quindi il Ministro Di Maio e il governo nel suo complesso. Si tratta di decisioni strategiche di politica industriale importanti per l’Italia che non potranno che coinvolgere anche la banca per gli investimenti.

Key4biz. Passando al tema delle frequenze qual è la posizione del Governo?

 

Mirella Liuzzi. Nella scorsa legislatura nessuno dei Governi che si sono succeduti si è mai posto il problema delle frequenze e del fatto che potessero rappresentare un problema per Silvio Berlusconi e le sue aziende. Anzi, devo dire che nemmeno Forza Italia ha avanzato proposte o critiche, né l’ho vista particolarmente attiva sul tema.

Il percorso regolamentare è stato da tempo tracciato, l’ultima Legge di Stabilità ne ha fissato il cronoprogramma (in particolare la banda 700, che dopo l’asta 5G prevista a settembre dovrà passare dai broadcaster alle telco nel 2022 vedi la roadmap ndr).

Ky4biz. E sul 5G?

 

Mirella Liuzzi. Anche la partita del 5G ha una strada ben tracciata. Una strada fissata dall’Europa, dalla quale l’Italia non si può assolutamente allontanare. Il 5G rappresenta un’occasione unica per tutti gli operatori del mondo dei media, compresi i broadcaster. Il panorama dei media sta cambiando pelle, a livello globale assistiamo ad importanti aggregazioni e contaminazioni. La sfida è sempre più sui contenuti piuttosto che sulle piattaforme.  Dal canto suo, la politica deve assicurare condizioni di concorrenza tra tutti gli operatori, compresi gli OTT.

 

Key4biz. Quindi sulla delega alle Telecomunicazioni non c’è uno scontro in atto con la Lega.

 

Mirella Liuzzi. Io non ho notizie di scontro, questa è una narrazione dei giornali. Al di là della nomina del sottosegretario, il ministro titolare del dicastero resterà Luigi Di Maio.

Invece credo sia molto importante la scadenza l’anno prossimo dei nuovi commissari Agcom. Quel passaggio, che riguarda il Parlamento, sarà davvero importante e riguarderà tutto il Governo e la maggioranza. Anche in questo caso sarà importante, come per l’elezione del CdA RAI, superare le logiche di spartizione di poltrone e di lottizzazione premiando indipendenza, merito e competenza.

Key4biz. Per quanto riguarda il corposo capitolo della PA Digitale e dei grandi progetti come Spid, Anagrafe Unica, PagoPA come si pone il Governo?

 

Mirella Liuzzi. Questi temi sono stati affrontati nel programma di Governo del Movimento in un capitolo dedicato alla Smart Nation. Le azioni progettate dai Governi precedenti hanno bisogno di essere riviste alla luce delle difficoltà incontrate nell’implementazione. Ci sono tanti processi che si potrebbero intraprendere per far decollare i progetti, per esempio, nel programma M5S avevamo pensato di dare lo Spid a tutti i 18enni che vanno a ritirare la tessera elettorale. L’Anagrafe Unica mi sembra che stenti a decollare, nonostante la creazione del Team Digitale.

Key4biz. Che cosa intende fare adesso il Governo di queste due strutture, l’Agid e il Team del Digitale?

 

Mirella Liuzzi. Nel nostro programma di Governo abbiamo scritto che bisogna superare questo dualismo e assicurare una governance del Digitale diversa e unitaria. Si tratta di un tema importante che dovremo affrontare con la Lega che nel suo programma enunciava un principio molto simile. Nulla vieta che questi aspetti, che non sono presenti nel contratto di Governo, siano affrontati nel Comitato di conciliazione che è previsto proprio per aggiungere nuovi temi per il Governo da affrontare con la necessaria ponderazione.

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