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‘Sentenza storica del Tar su Google, ora più facile ottenere i dati dagli OTT’. Intervista a Antonio Nicita (Agcom)

a cura di Paolo Anastasio |

Antonio Nicita, commissario Agcom: ‘Nonostante il ricorso pendente, da due anni pubblichiamo i dati di Google e Facebook e abbiamo anche avviato un lavoro congiunto sui big data con le Autorità per la Concorrenza e per la Privacy e un tavolo di autoregolamentazione per la garanzia del pluralismo sulle piattaforme digitali'.

Sino ad ora si erano rifiutate sempre di farlo, nonostante le richieste fatte da soggetti pubblici, autorità di regolazione, rappresentanti di gruppi di interesse. Ieri il cambio di passo.

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di Google Italia e Google Ireland intenzionate ancora una volta a non concedere i dati richiesti da Agcom per la compilazione della Informativa economica di sistema (Ies). I dati raccolti vengono quindi utilizzati, tra l’altro, per la valorizzazione del SIC (Sitema integrato delle comunicazioni) e del mercato della pubblicità online.

In base a tale procedura gli operatori di canali media hanno, come è noto, l’obbligo di comunicare i dati relativi alla loro attività svolta in Italia, tra cui i dati contabili ed extracontabili. Ora la musica cambia anche per gli OTT.

Si interrompe una modalità arbitraria che ha consentito a Google (con una prassi consolidata per tutti gli Over the Top e non solo in Italia) di fare irritualmente ciò che la legge non escludeva esplicitamente. A deciderlo è stato il TAR del Lazio con una sentenza (scarica qui il Pdf) che respinge il ricorso presentato da Google. Un segnale importante che indica come il vento sta cambiando. Ne abbiamo parlato con Antonio Nicita, commissario Agcom.

 

Key4biz.  La sentenza di San Valentino del TAR del Lazio rigetta in toto il ricorso di Google contro l’obbligo di comunicare i ricavi realizzati in Italia, ora dovrà farlo. È la fine di un privilegio opaco ma anche un bel dono per l’Agcom?

Antonio Nicita. In realtà la sentenza ci carica di responsabilità, perché ci toglie gli alibi e le cautele con le quali abbiamo finora dovuto affrontare i temi della regolazione dell’attività degli Over the top in Italia.

Key4biz.  Vuol dire che avete fatto poco o niente finora?

Antonio Nicita. Al contrario, nonostante il ricorso pendente, non solo già da due anni pubblichiamo i dati di Google e Facebook, ma abbiamo anche avviato un lavoro congiunto sui big data con le Autorità per la Concorrenza e per la Privacy e abbiamo avviato un tavolo di autoregolamentazione per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali. Certo se il TAR avesse dato ragione a Google sull’informativa economica di sistema, avremmo dovuto fare marcia indietro e avremmo avuto più difficoltà a chiedere qualsiasi dato agli OTT.

 

Key4biz.  E invece d’ora in poi cosa accadrà?

Antonio Nicita. La sentenza contiene molte affermazioni suscettibili di sviluppi utili. Innanzitutto, fa riferimento a dati contabili ed extracontabili…

 

Key4biz.  Quindi anche ad altri dati di pubblico interesse?

Antonio Nicita. È una discussione che va aperta. Certo dovremo in ogni caso rispettare il principio di proporzionalità e dimostrare che, ad esempio sulla salute, ma non solo, l’interesse pubblico è prevalente sul legittimo sfruttamento del dato a fini privati.

 

Key4biz.  Quali altre indicazioni vengono dal giudice amministrativo?

Antonio Nicita. Mi sembra rilevante l’affermazione, suffragata dalla Corte di Giustizia UE, che rispettare le norme sul pluralismo irlandese non esime Google Ireland da consentire ad Agcom di tutelare il pluralismo in Italia e che questo non viola la libertà di stabilimento nei diversi paesi comunitari.

Key4biz.  Ma Google sostiene di non essere un editore e che la stessa Agcom aveva stabilito che la pubblicità non è un mercato a sé stante…

Antonio Nicita. La sentenza offre interessanti punti di riflessione, laddove suggerisce che la tutela del pluralismo, sui quali si fonda l’Agcom, configura una tutela della concorrenza rafforzata con riferimento a tutti i mercati rilevanti ai fini del pluralismo, sottolineando il ruolo della pubblicità web.

 

Key4biz.  Quindi interverrete anche in caso di lesioni del pluralismo nel corso della campagna elettorale, tipo l’utilizzo privato dei profili degli utenti incerti?

Antonio Nicita. Distinguiamo tra regolazione, moral suasion e autoregolazione. Non possiamo improvvisare soluzioni, delle quali si discute in tutto il mondo. L’attuale campagna elettorale è un test utile; da un lato per misurare l’efficacia delle misure che i principali OTT hanno dichiarato di assumere come autoregolamentazione, dall’altra per raccogliere le numerose domande (ancora senza risposta) poste dagli altri partecipanti al tavolo, in particolare dai giornalisti e dagli editori. Nel proseguimento del lavoro dovremo trovare una risposta ad alcune di queste domande, quali la trasparenza degli investimenti interni ed esteri o la accessibilità a tutti i messaggi politici, anche quelli rivolti a gruppi ristretti e ben profilati.

 

Key4biz.  Non sarà troppo tardi?

Antonio Nicita. Intanto nel Rapporto sul consumo dell’informazione, che pubblicheremo a breve, abbiamo misurato che in Italia i media tradizionali contribuiscono ancora il triplo di internet all’informazione politica. Certo nei prossimi anni questo rapporto cambierà e non è detto che sarà sufficiente l’autoregolamentazione. Sappiamo che gli Over the top hanno saputo trasformare i dati degli utenti in ricchezza privata, che legittimamente difendono con forza. La sentenza del TAR costituisce un utile ribilanciamento tra la loro forza e quella di chi come noi dovrà tutelare l’interesse e l’accesso pubblico a una parte di quei dati.