Faccia a faccia

Schermo&Schermo. Renzi-Zagrebelskj, quando il servizio pubblico lo fanno le altre reti

di Carlo Macchitella, produttore televisivo |

Il faccia a faccia andato in onda su La7 evidenzia il rapporto "imbalsamato" che la Rai continua ad avere con la politica e l'informazione.

Schermo&schermo, curata dal produttore televisivo Carlo Macchitella, si occupa di serie tv e film. Dal piccolo al grande schermo, tutte le novità sull’intrattenimento. Clicca qui per leggere tutti i contributi.

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Il faccia a faccia Renzi/Zagrebelskj sui motivi del si e del no al futuro referendum sulla riforma costituzionale, condotto da Enrico Mentana, e andato in onda su La7 lo scorso venerdì, ha raggiunto tetti di ascolto altissimi e ha incontrato fin da subito l’attenzione di editorialisti prestigiosi e di importanti giornalisti impegnati da un lato a cercare di capire, e spiegare, chi avesse vinto il match e dall’altro a sottolineare come La7 avesse svolto un compito da servizio pubblico a differenza della Rai che invece……

Non vorrei quindi in queste poche note ripetere osservazioni e riflessioni già note e altrove ben più brillantemente esposte. Vorrei solo sottolineare come da un lato La7 abbia da tempo creato un palinsesto “all news“, anche, se non soprattutto, in prima serata creando così uno “zoccolo duro” di pubblico desideroso di avere costantemente approfondimenti e analisi di tutto ciò che accade in Italia e nel mondo.

Un pubblico destinato ovviamente a crescere esponenzialmente quando La7 crei l’evento informativo correlato a un caso di significativa importanza come nel caso del faccia a faccia Renzi/Zagrebelskj sul referendum. Siamo cioè di fronte ad una rete generalista che si è specializzata nell’informazione e nel commento ai fatti del giorno divenendo quasi una sorta di rete tematica “aperta”.

Il punto dunque non è sottolineare che La7 svolge quei compiti di servizio pubblico che la Rai sembra avere dimenticato, ma evidenziare piuttosto che il rapporto “imbalsamato” che la Rai continua ad avere con la politica e l’informazione in genere, e che si esplicita non tanto nella giostra delle nomine indirizzate dai partiti, ma nella  incapacità di pensare e progettare nuovi moduli e modelli di racconto e di analisi della politica, fa perdere a viale Mazzini il rapporto con la gente, le sue esigenze, le sue richieste.

Il risultato di share dì venerdì scorso dovrebbe servire non tanto a riaprire sterili dibattiti su cosa sia il servizio pubblico tv e se la Rai svolga detto compito, ma che cosa concretamente voglia dire per una tv pubblica fare una seria e vera informazione tv nel 2016.

Sulla scorta di ciò che ha funzionato e non funziona più, ma soprattutto tenendo conto di ciò che chiede il pubblico (e non scordandosi mai di avere almeno 4 forti reti generaliste, più una rete di informazione 24 ore su 24 ecc. ecc…….).