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Schermo&Schermo. Il successo di ‘Perfetti Sconosciuti’, 7 milioni di incasso in due settimane

di Carlo Macchitella, produttore televisivo |

Il film di Paolo Genovese, concreta dimostrazione che il cinema italiano non ha niente da invidiare a nessuno se riesce a coltivare le sue capacità e le sue intuizioni.

Schermo&schermo, curata dal produttore televisivo Carlo Macchitella, si occupa di serie tv e film. Dal piccolo al grande schermo, tutte le novità sull’intrattenimento. Clicca qui per leggere tutti i contributi.

Paolo Genovese firma quella che è sicuramente una delle migliori commedie degli ultimi anni: “Perfetti sconosciuti”. Un film baciato dal successo, 7 milioni di incasso circa in poco meno di due settimane, e che basa il suo successo su alcuni elementi indispensabili per avere un grande film: un’idea di partenza ed un soggetto forti ed originali capaci di essere immediatamente recepiti dal pubblico come un qualcosa che lo riguarda direttamente.

Un cast di attori tutti bravi e convincenti ottimamente diretti da Genovese e che non fanno rimpiangere, per una volta, la professionalità e il fascino dei grandi attori francesi o americani. Una sceneggiatura e dei dialoghi senza sbavature, attenti, puntuali, incalzanti, pieni di ironia e, quando necessario, anche capaci di fare ridere a scena aperta.

E non è un caso che questi ingredienti così rari a trovarsi in una commedia italiana abbiano suscitato il tam-tam di quanti, andati a vedere il film, hanno pensato bene di consigliarne la visione a conoscenti e amici.

Perfetti sconosciuti” è dunque il tipo di film che fa superare la crisi del genere commedia di questi ultimi anni: un genere stravolto e compromesso dalla presenza di un numero eccessivo di prodotti, sempre eguali, poco originali e incapaci di essere veramente specchio dei problemi, delle nevrosi e delle ansie di tutti i giorni.

La commedia italiana deve, infatti, sempre saper coniugare il sapore agro del neorealismo con l’ironia tipica del nostro popolo per farci sorridere sui nostri difetti, sui nostri tic, sulle nostre furbizie che siamo tante volte portati a sottovalutare se non a dimenticare. Non è un caso che uscendo dalla visione di questo film siano venuti alla mente grandi successi come “Carnage” o “La cena dei cretini”.

E forse è questo il complimento migliore da fare a Paolo Genovese e al suo film, concreta dimostrazione che il cinema italiano non ha niente da invidiare a nessuno se riesce, con attenzione e professionalità, a coltivare le sue capacità e le sue intuizioni.