Lo studio

Sanità e innovazione in Italia, tra ritardi nella digitalizzazione e difficoltà di accesso alle tecnologie

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Report The European House – Ambrosetti: l’uso dei servizi digitali per la sanità è inferiore alla media UE. La diffusione dell’ebooking e dell’eprescription sono pari al 10% e al 9,2%, rispetto a una media europea del 19,7% e del 38,5%, mentre il Fascicolo sanitario elettronico è stato attivato soltanto da 2 cittadini su 10.

In occasione della presentazione del XIV Rapporto Meridiano Sanità, che individua le 10 minacce alla salute per l’Italia, strettamente legate al quadro socio-economico e demografico del nostro Paese, si è affrontato il tema dell’innovazione digitale del settore sanitario italiano.

Nel documento elaborato da The European House – Ambrosetti, al centro della questione salute e sanità nel nostro Paese c’è l’evoluzione della medicina e la digitalizzazione del sistema, che richiedono l’implementazione di azioni volte a favorire l’accesso all’innovazione farmaceutica e appunto digitale.

Al di fuori dei vantaggi che l’innovazione tecnologica porta sempre con sé, esistono anche degli ostacoli da superare per poter cogliere pienamente le opportunità offerte dal settore.
Il Report individua due principali barriere: difficoltà di accesso alle nuove tecnologie e ritardi nella digitalizzazione del sistema sanitario.

Difficoltà di accesso all’innovazione
Nel nostro Paese permangono ritardi e disparità sia nella disponibilità che nell’accesso all’innovazione farmaceutica e tecnologica: trascorrono ad esempio 13,4 mesi tra l’approvazione di un farmaco e la prima vendita nel Paese contro i 6,3 del Regno Unito e i 4 della Germania.
Anche i tempi per l’aggiudicazione di una gara per un dispositivo medico in Italia durano circa 350 giorni rispetto ai 120 giorni fissati come durata massima dalla Commissione Europea.

Ritardi nella digitalizzazione del sistema sanitario
In Italia, l’uso dei servizi digitali per la sanità è inferiore alla media europea: ad esempio, la diffusione dell’ebooking e dell’eprescription risultano pari al 10% e al 9,2%, rispetto a una media europea del 19,7% e del 38,5%.
Anche il Fascicolo sanitario elettronico è stato attivato soltanto da 2 cittadini su 10 e solo 12 Regioni hanno lavorato all’interoperabilità dei Fascicoli sanitari elettronici in uso.