Nel cuore del Baltico, la Lituania si sta trasformando in un sorprendente laboratorio energetico d’avanguardia. Dopo aver detto addio ai combustibili russi, Vilnius accelera verso un futuro 100% green e indipendente. È quanto emerge dal nuovo Energy Policy Review dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), che promuove il Paese per la sua determinazione, ma lancia anche un chiaro messaggio: ora è il momento di correre.
Addio Mosca, benvenuta Europa
Dopo l’invasione dell’Ucraina, la Lituania è stato il primo Paese UE a interrompere del tutto le importazioni energetiche dalla Russia. E non si è fermata lì. Insieme agli altri Stati baltici, ha disconnesso la propria rete elettrica da quella russa e l’ha sincronizzata con il sistema dell’Europa continentale. Una mossa storica, che ha segnato un vero spartiacque.
“L’indipendenza energetica è la colonna portante della nostra strategia,” ha dichiarato il ministro dell’Energia Žygimantas Vaičiūnas. “Ora puntiamo su un sistema più pulito, smart e resiliente.”
Boom del solare e batterie sempre più capienti
Tra il 2022 e il 2024, la produzione di elettricità da fonti rinnovabili è quasi raddoppiata, grazie a iter autorizzativi più snelli e incentivi mirati. Fotovoltaico domestico, batterie su larga scala, eolico: la Lituania sta riscrivendo il suo mix energetico. Ma c’è ancora strada da fare. Il Paese dipende ancora dalle importazioni per buona parte dell’elettricità e brucia ancora troppo petrolio, soprattutto nei trasporti.
Trasporti vecchi e inquinanti
Qui la sfida si fa più dura. Il parco auto lituano è tra i più vecchi dell’UE e i trasporti consumano oltre il 40% dell’energia del Paese. L’IEA lancia l’allarme: serve una rivoluzione elettrica. Ma le auto elettriche sono ancora troppo care. La ricetta? Più incentivi, infrastrutture di ricarica capillari e un mercato dell’usato EV più maturo.
Il futuro? Sei volte più elettricità entro il 2050
L’obiettivo è ambizioso: entro metà secolo, la domanda di elettricità potrebbe moltiplicarsi per sei, trainata dall’elettrificazione e dalla produzione di idrogeno verde. Ma per arrivarci, servirà una rete elettrica all’altezza e una cooperazione regionale ancora più stretta.
“La Lituania ha tutte le carte in regola per diventare un modello europeo di transizione energetica,” ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA. “Ma la chiave sarà la velocità con cui riuscirà a concretizzare i suoi piani.”
Un piccolo Paese con una grande ambizione
Piccola sì, ma con idee chiarissime. La Lituania sta dimostrando che anche una nazione di appena 2,8 milioni di abitanti può fare la differenza nella lotta al cambiamento climatico. E forse, proprio da qui, può arrivare un esempio per tutta l’Europa.