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Riforma Rai, si procede tra stop and go

Matteo Renzi

Il governo apre all’opposizione sulla riforma Rai ma allo stesso tempo fissa precisi paletti. Per escludere il rischio che il ddl si areni e che si allunghino i tempi del passaggio alla Camera, l’esecutivo di Renzi ha presentato al Senato un emendamento che introduce nelle norme transitorie la possibilità di rinnovare il Cda di Viale Mazzini con la legge Gasparri in attesa che entri in vigore la nuova normativa.

Intanto, prima del voto finale del 31 luglio al Senato, si attende il parere della Commissione Bilancio sui 1500 emendamenti presentati soprattutto da Lega e M5S.

 

L’emendamento del governo

 

L’emendamento del governo stabilisce in sostanza che, in caso di rinnovo dei vertici di Viale Mazzini con la legge Gasparri, il direttore generale assumerebbe, al momento dell’entrata in vigore della riforma all’esame del Senato, i poteri rafforzati previsti dalla nuova normativa. Tali poteri riguardano, tra l’altro, le nomine, la capacità autonoma di spesa (portata a 10 milioni di euro) e l’applicazione del piano industriale.

Per il primo rinnovo con l’emendamento del governo verrebbero a decadere le disposizioni transitorie approvate in Commissione Lavori pubblici, le quali stabiliscono che la procedura di nomina dei membri del consiglio di amministrazione si conclude entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge, la pubblicazione dell’avviso pubblico per la selezione dei membri deve avvenire entro sette giorni e le relative candidature devono essere presentate almeno quindici giorni prima della nomina.

 

Le opzioni sul tavolo

Palazzo Chigi intende avere l’ok alla riforma per i primi di settembre ma per riuscire in questa impresa la Camera dovrebbe approvare il provvedimento molto rapidamente. Tra le ipotesi anche quella che il governo possa fare un decreto col testo uscito da Palazzo Madama ed eventualmente porre la questione di fiducia o utilizzare la norma transitoria contenuta nell’emendamento presentato ieri che consente di eleggere il nuovo Cda, attualmente in prorogatio, con le norme vigenti dando comunque al direttore generale i poteri dell’amministratore delegato così come previsto dalla riforma.

E’ chiaro che se da un lato il governo apre alle richieste dell’opposizione – il Sottosegretario Antonello Giacomelli ha confermato la disponibilità di Palazzo Chigi e maggioranza ad accogliere alcune proposte di modifica del M5S su trasparenza delle nomine, requisiti e incompatibilità dei vertici Rai –  dall’altro non vuole restarne schiacciato e soprattutto che la riforma in qualche modo si areni.

 

Il Sottosegretario Giacomelli: ‘O alla Camera c’è una corsia preferenziale, o si fa un decreto’

“L’intenzione del Governo è di avere rapidamente la nuova legge e procedere subito al cambio dei vertici della Rai”, ha affermato Giacomelli in un’intervista a Repubblica.

Il sottosegretario alle Comunicazioni ha anche spiegato che “o alla Camera c’è una corsia preferenziale, o si fa un decreto o si elegge il nuovo Cda con la Gasparri facendo sì che, come prevede l’emendamento del governo, quando la nuova legge sarà approvata al direttore generale vadano gli stessi poteri dell’amministratore delegato concepito nella riforme. Quello che noi vogliamo è che il legittimo spazio che si prendere la politica per discutere non penalizzi l’azienda. Mesi di attesa non sono possibili”. Ora, ha aggiunto Giacomelli, “toccherà al presidente del Consiglio valutare come procedere. Se c’è l’esigenza della Camera di fare modifiche bisogna ragionare sulle altre strade, non si può lasciare una prorogatio di molti mesi aspettando che la politica finisca di discutere”.

Roberto Fico (M5S): ‘Un governo di incapaci’

In tutto questo resta sempre aperta la discussione sulla mission del servizio pubblico. Il confronto al momento viene messo in secondo piano anche se è reclamato con forza dai sindacati e dalla Commissione parlamentare di Vigilanza che ha già avviato un fitto calendario di audizioni.

In prima linea proprio il presidente della Vigilanza, il pentastellato Roberto Fico, che oggi in merito all’emendamento del governo ha commentato su Facebook: “Dopo mesi di chiacchiere, conferenze stampa, tweet sulla necessità di una riforma della governance Rai, il governo ammette implicitamente il suo fallimento. Nessuna riforma all’orizzonte, i nuovi vertici della Rai saranno molto probabilmente nominati con quella stessa legge Gasparri che il premier ha detto infinite volte di voler cambiare”.

Fico ha attaccato l’esecutivo: “Un governo di incapaci. Incapaci di scrivere una buona legge, incapaci di progettare il futuro e di tutelare gli interessi del Paese”.

Il presidente della Vigilanza ha detto senza mezzi termini che il M5S ‘rigetta in pieno’ le modifiche introdotte dall’emendamento del governo.

“È davvero una situazione incredibile“, ha commentato ancora Fico che ha ricordato le parole del sottosegretario Giacomelli: ‘Non possono passare mesi, la politica discute ma non può bloccare un’azienda’. Sono “affermazioni da respingere al mittente: sono il governo e la maggioranza ad essere in ritardo estremo!” ha incalzato il deputato M5s che ha ribadito: “Non solo l’esecutivo non è stato in grado di scrivere una buona legge, ma ha anche perso un sacco di tempo per presentare un proprio testo quando, in Parlamento, erano già state depositate diverse proposte di legge (tra cui quella del M5S) su cui era possibile mettersi al lavoro da subito”.

“Tutto questo – ha sottolineato – dimostra quanto al governo non interessi nulla del servizio pubblico. Non c’è nessuna visione, nessuna idea, nessuna volontà di innovare l’azienda e renderla al servizio dei cittadini”.

E proprio di mission del servizio pubblico, ieri Fico ha parlato al Giffoni Film Festival, rispetto all’arrivo in Italia della piattaforma americana di video streaming Netflix, che aprirà una nuova pagina dell’audiovisivo del nostro Paese.

Per Fico, davanti al prossimo arrivo della web company, “se la Rai non si organizza e non si riesce a programmare il futuro, la strategia aziendale sarà costretta a ridurre di molto le proprie aspettative e alla fine a morire”.

“La Rai – ha aggiunto Fico – ha bisogno di un grande consiglio di amministrazione e di un grande Parlamento che riescano a guardare oltre e chiarire la questione di identità di servizio pubblico, cosa che noi stiamo portando avanti in Vigilanza Rai: per sei mesi faremo audizioni per avere un documento completo su identità, missione e idea di servizio pubblico in questa epoca”.

Sempre su Netflix, il presidente Fico ha osservato: “L’unico problema, molto forte, che affronterà la piattaforma sarà quello della banda larga che è davvero inconsistente e arretrata. Non degna di un Paese europeo che vuole sviluppare le tecnologie e tutto ciò che passa attraverso le nuove tecnologie ed il digitale“.

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