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Riforma Rai, il Senato procede ma si rischia lo slittamento

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Sulla riforma Rai si procede secondo il calendario fissato. Obiettivo, riuscire a rinnovare i vertici della Tv pubblica prima della pausa estiva, nonostante il M5s abbia già promesso battaglia se non ci dovesse essere dialogo parlamentare.

I lavori proseguono e sembra che si sia placata anche la polemica tra renziani e minoranza del Pd. Ma resta il rischio che slitti tutto a settembre.

Si è chiusa, intanto, in Commissione Lavori e Pubblici e Comunicazioni del Senato la discussione generale sul ddl Rai. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per domani alle 16. Si parla di circa 150-200 emendamenti.

Il presidente Altero Matteoli avrebbe sottolineato la volontà di rispettare le scadenze prefissate che prevedono per la prossima settimana il parere della Commissione Bilancio sugli emendamenti e per quella successiva di avviare le votazioni, con l’obiettivo di consegnare il testo all’aula prima della fine del mese per una rapida approvazione.

 

I nodi

Dal governo arrivano segnali di apertura. Il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha ribadito che l’esecutivo è disponibile ad accogliere possibili miglioramenti del disegno di legge.

Giacomelli ha spiegato che “i punti in discussione sono complessi e si tratta di affrontare nel modo corretto la discussione”.

Tra i nodi da affrontare restano i poteri in capo all’amministratore delegato, il ruolo del Cda Rai soprattutto in materia di nomine di direttori di testate e reti, la composizione del board e i criteri di nomina dei suoi componenti e, soprattutto, l’indipendenza del Consiglio della Tv pubblica dalla politica.

Sembra inoltre che ci siano state richieste di modifica sulla delega al governo per la riforma del canone della Tv pubblica, contenuta nel testo del ddl.

A chiudere la discussione questa mattina sono stati i relatori Enrico Buemi (Psi) e Raffaele Ranucci (Pd), dopo la seduta di ieri nella quale Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Sel hanno formulato diverse critiche alla proposta governativa.

 

Rischio slittamento a settembre

Ma il Senato rispetterà i tempi richiesti?

Si riuscirà ad arrivare davvero al rinnovo dei vertici di Viale Mazzini entro questa estate?

Per far questo è necessario che il Palazzo Madama approvi il testo al massimo a inizio luglio per lasciare alla Camera almeno tre-quattro settimane per un esame spedito.

Ma, secondo alcuni senatori anche del Pd, è difficile che, se non si dovessero rispettare i tempi, si vada al rinnovo dei vertici con la vecchia legge Gasparri come ha minacciato il premier Matteo Renzi. Più probabile che, in caso di slittamento a settembre, si scelga di attendere il via libera alla riforma mantenendo l’attuale Cda in regime di prorogatio.

Il punto è che, pur ipotizzando un via libera del testo in Commissione entro la prima quindicina di giugno, il testo non dovrebbe poter comunque approdare in aula prima dell’inizio di luglio, perché riforma della scuola e codice degli appalti hanno la precedenza. E con un via libera del Senato intorno alla metà di luglio, la Camera non sarebbe in condizione di approvare definitivamente il testo prima dell’estate, come chiesto da Renzi.

Giacomelli: ‘I tempi saranno rispettati’

Giacomelli, che ha partecipato alla seduta della Commissione Lavori pubblici, si è comunque detto convinto che i tempi saranno rispettati.

“C’è un dibatto costruttivo – ha spiegato al termine della seduta -, il che dimostra che la scelta della strada parlamentare è stata quella giusta“.

DL Comunicazioni pronto per arrivare in CDM

E mentre procede il confronto sulla riforma Rai, un altro argomento caldo continua a tener banco. Si tratta del passaggio di competenze dall’Agcom al Ministero dello Sviluppo economico sui canoni per l’uso delle frequenze televisive in digitale terrestre.

Questo cambio di consegna è previsto dal DL Comunicazioni, come ha confermato Giacomelli a margine dell’incontro con Vincent Cerf.

Il testo dovrebbe arrivare nel prossimo Consiglio dei ministri che dovrebbe essere convocato tra la fine della settimana e l’inizio della prossima.

Il Sottosegretario ha spiegato che dopo il mancato inserimento di queste norme nella legge di Stabilità, è stato deciso di inserire la definizione dei canoni in questo strumento legislativo.

Non c’è in questa scelta alcunché di negativo o polemico – ha spiegato Giacomelli – del resto era una competenza del Governo fino a due anni fa”.

 E’ stata infatti la legge approvata dal governo Monti nel 2012 ad attribuire tali competenze all’Agcom.

“Si tratta – ha ribadito il Sottosegretario – di indicare una linea di politica industriale, non c’è alcuna verifica di correttezza” sulle imprese.

Il testo conterrà anche gli incentivi per l’implementazione della rete a banda ultralarga.

Giacomelli ha indicato che “Il Ministero dello Sviluppo ha inoltrato il testo a palazzo Chigi e lo stanno sistemando, spero che andrà al primo CDM in programma”.

Le nuove norme sono già passate dal Ministero dell’Economia dove, come ha precisato il Sottosegretario, è avvenuta “la scrittura delle norme finanziarie“.

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