Audiovisivo

Riforma del copyright, i consumatori Ue rischiano danni annui per 9,3 mld

di Redazione |

L'UE è invitata a rivedere le sue proposte per timore che si comprometta la diversità culturale e si riduca la produzione audiovisiva.

Il pubblico europeo subirà perdite considerevoli se la Commissione europea insisterà nel portare avanti i suoi piani di erosione dello sfruttamento territoriale dei diritti cinematografici e televisivi. A rivelarlo è un nuovo report presentato al Festival internazionale del cinema di Cannes.

Le modifiche alla legislazione sul diritto d’autore e altre iniziative a livello europeo potrebbero determinare una riduzione sostanziale degli investimenti in contenuti televisivi e cinematografici, con perdite per i consumatori fino a 9,3 miliardi di Euro l’anno, da intendere come perdita di accesso ai contenuti di cui godono attualmente, aumento dei prezzi o esclusione completa dal mercato. Questi risultati emergono da un nuovo importante studio condotto dalla società di consulenza economica Oxera insieme alla società di consulenza specializzata nel settore dei media Oliver & Ohlbaum.

Le proposte dell’UE (delineate lo scorso anno nella strategia della Commissione europea per il Mercato Unico Digitale) eroderebbero lo sfruttamento territoriale consolidato dei diritti televisivi e cinematografici in Europa. La relazione, The impact of cross-border access to audiovisual content on EU consumersINFOGRAFICHE (L’impatto dell’accesso transfrontaliero ai contenuti audiovisivi sui consumatori dell’UE), segnala come, anziché aumentare la scelta per i consumatori, tale erosione dello sfruttamento territoriale comporterebbe costi enormi per il pubblico e per l’economia creativa europea, minacciando la diversità culturale in termini sia di produzione sia di distribuzione e riducendo di conseguenza il volume e la qualità dei contenuti originali offerti nell’UE.

I risultati principali della relazione indicano:

  • Possibili perdite fino al 48% per i contenuti televisivi locali di alcuni generi e fino al 37% per la produzione cinematografica, con i contenuti più marginali/vulnerabili particolarmente a rischio di scomparsa.
  • Impatto negativo su tutti i tipi di contenuti (produzioni internazionali, europee e locali indipendenti), con conseguente minaccia per la diversità culturale.
  • Valori di produzione ridotti per i contenuti che continuerebbero ad essere prodotti, con un impatto sulla qualità delle proposte ai consumatori.
  • Costi maggiori per i consumatori (alcuni dei quali sarebbero esclusi dal mercato) o perdita di accesso ai contenuti di cui godono attualmente.

La relazione è stata presentata nel corso di un evento svoltosi a Cannes con il supporto di un gruppo di sponsor composto da produttori di opere cinematografiche e audiovisive, distributori, emittenti, piattaforme e agenzie cinematografiche in tutta l’Europa e nel mondo.

Le proposte della Commissione hanno come obiettivo il miglioramento dell’accesso online ai contenuti televisivi e cinematografici per i consumatori europei. Dallo studio emerge tuttavia che tali proposte presentano il concreto rischio di produrre l’effetto opposto. Lo studio descrive come le caratteristiche peculiari di questi settori e la natura intrinsecamente rischiosa della produzione di contenuti audiovisivi portano a modelli finanziari di produzione fondati sulla libertà di concedere i contenuti in licenza su base territoriale esclusiva, attirando quindi i finanziamenti in fase di pre-produzione. Una limitazione di questa libertà ridurrebbe drasticamente gli investimenti in nuovi contenuti, con conseguenti effetti negativi per il pubblico.

Rappresentanti di rilievo del settore hanno reagito:

          Chiedendo il mantenimento dell’integrità del principio di territorialità;

          Affermando la necessità che la Commissione europea riveda le sue proposte di erosione dello sfruttamento territoriale dei contenuti televisivi e cinematografici ed eviti qualsiasi proposta o altra iniziativa che possa rappresentare una minaccia per la concessione in licenza e il finanziamento dei contenuti televisivi e cinematografici, compresa la decisione di concedere licenze su base esclusivamente territoriale;

          Dichiarando che, pur condividendo l’obiettivo perseguito dalla Commissione di costruire un’economia digitale più forte per il cinema e la televisione, è necessario che la Commissione lavori con e non contro gli operatori del settore per il bene dei consumatori.

I produttori di molti paesi europei hanno espresso particolare preoccupazione circa la possibilità che una limitazione del principio di esclusività territoriale metta a repentaglio la loro capacità di ottenimento di finanziamenti pubblici e comprometta la possibilità di siglare accordi di co-produzione che garantiscono finanziamenti commerciali provenienti da altri Paesi prima dell’inizio delle riprese. Per fare un esempio, il finanziamento di popolari serie televisive come Poldark e film indipendenti di grande successo come A Royal Affair, The Lobster e Amour correrebbe gravi rischi.

Il report di ha innescato la reazione di numerose figure di spicco del panorama cinematografico e televisivo europeo.

John McVay, Chief Executive di Pact, ha affermato: “La relazione odierna sottolinea come i piani della Commissione produrranno effetti opposti a quelli desiderati, limitando la gamma di contenuti offerti al pubblico, facendo aumentare i prezzi e incidendo in modo devastante sulla diversità culturale in termini sia di produzione sia di distribuzione. È indispensabile che la Commissione riveda con urgenza il suo approccio e lavori a stretto contatto con gli operatori del settore e i governi degli Stati membri affinché non vengano messe in atto modifiche negative per gli utenti finali. Vogliamo tutti sviluppare un’economia digitale più forte per il cinema e la televisione, ma la Commissione deve lavorare con e non contro gli operatori del settore per offrire il meglio al pubblico.”

Peter Dinges, Presidente di EFADs (European Film Agency Directors), ha affermato: “Ogni mercato, anche un mercato unico del digitale, ha bisogno di prodotti. EFADs investe ogni anno oltre 3 miliardi di Euro per promuovere la crescita dell’economia dell’audiovisivo con film di alta qualità realizzati in Europa. Tuttavia, se la Commissione apre una falla nel finanziamento dei film europei, neppure i fondi riusciranno a colmare questa lacuna. I prodotti di alta qualità realizzati in Europa saranno fortemente minacciati, con una compromissione della diversità culturale.”

Anders Kjaerhauge, Managing Director di Zentropa, ha affermato: “Lo studio dimostra chiaramente che una limitazione della libertà di utilizzare l’esclusività territoriale per la raccolta di finanziamenti per i film e l’organizzazione di una distribuzione ottimale dei film sulle varie piattaforme e i vari mercati rappresenterebbe un danno per il pubblico. Ne deriverebbe una drastica riduzione della scelta e della qualità dei film prodotti e distribuiti per il pubblico europeo.”

 

Michael Ryan, Partner di GFM Films, ha affermato: “La nostra attenzione è sempre concentrata sulla produzione di contenuti di alto livello e sulla loro erogazione al pubblico affinché possa goderne. Siamo profondamente preoccupati che le proposte della Commissione possano rappresentare una grave minaccia per l’ambiente che ha facilitato la costruzione di un florido mercato cinematografico/televisivo che offre vantaggi ai consumatori. I risultati presentati oggi non fanno altro che evidenziare la posta in gioco.”

Martin Moszkowicz, CEO di Constantin Film, ha affermato: “I cineasti fanno affidamento sugli utili generati dall’esclusività territoriale per la distribuzione dei film. Questa relazione lancia un chiaro monito alla Commissione europea sull’enorme danno che le sue ambizioni di accesso transfrontaliero ai contenuti provocherebbero alla crescita economica di un settore chiave. La Commissione ci suggerisce di abbandonare l’idea delle vendite territoriali proprio ora che il mercato del digitale sta fornendo modelli sostenibili da proporre al pubblico consentendo al tempo stesso di monetizzare i contenuti per reinvestire continuamente in nuove produzioni.”

 

The Impact of Cross-Border Access to Audiovisual Content on EU Consumers

Infografiche