Sanità digitale

Ricetta elettronica: a gennaio quasi al 70%, ma Calabria e Bolzano ancora ferme

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A gennaio la ricetta elettronica è arrivata quasi al 70% del totale delle prescrizioni, ma Calabria e Provincia Autonoma di Bolzano non sono ancora partite

A gennaio la ricetta elettronica ha quasi raggiunto il 70%, con circa 33 milioni di ricette in formato digitale su un totale di 47,7 milioni di prescrizioni compilate dai medici italiani. Detto questo, nessuna Regione è ancora riuscita a raggiungere la soglia del 90%, che la legge 221/2012 fissa come obiettivo entro la fine di quest’anno. E’ quanto emerge dall’ultimo report di Promofarma – la società di servizi informatici di Federfarma – sulla ricetta dematerializzata (anche se in realtà resta il promemoria bianco da consegnare in farmacia e consegnato dal medico al paziente), che dal primo marzo di quest’anno è obbligatoria su tutto il territorio nazionale.
Secondo il report, la Lombardia a gennaio è salita al 64% (era sotto al 50% nell’estate scorsa), l’Emilia Romagna sfiora il 75%, il Lazio raggiunge quota 70%, la Basilicata – ferma al 65% per lungo tempo – è vicina al 78%. Molto bene anche la Val d’Aosta, che ha ormai valicato la soglia dell’80% e si piazza in settima posizione.

Ancora ferme al palo, invece, la Provincia autonoma di Bolzano e la Calabria, le uniche due regioni dove la dematerializzazione non è ancora partita.

Ma mentre a Bolzano la situazione sembra ancora in alto mare, la Calabria è tecnicamente pronta a partire e lo farà a breve.

Il Veneto guida sempre la classifica delle regioni con l’88,5% delle ricette dematerializzate, al secondo posto la Provincia autonoma di Trento (con l’88%), al terzo la Campania supera la Sicilia.

A frenare la diffusione sempre più capillare del sistema le inefficienze della banda larga e il fatto che per ora non possono essere prescritti su ricetta digitale alcune categorie di farmaci come gli stupefacenti e le specialità classificate nel Pht, il Prontuario della continuità ospedale-territorio. E poi ci sono le ricette che i medici prescrivono quando sono in visita domiciliare.

Se Regioni e Ssn vogliono davvero tagliare il traguardo del 90% per fine anno, servirà qualche provvedimento che riduca ancora l’area della prescrizione “solo su carta”.

Tra l’altro fino al 2017 sarà in circolazione il “promemoria”, per garantire l’erogazione del farmaco o della visita specialistica anche in assenza di connessione Internet o di errore al server e/o al terminale. Anche la ricetta rossa resterà in circolazione fino al 2017 per alcune categorie di farmaci, pari più o meno al 30% del totale: gli stupefacenti, l’ossigeno, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale e per i farmaci con piano terapeutico AIFA è d’obbligo.

Per ora, anche gli esami e le visite specialistiche restano soggette alla prescrizione con la classica ricetta rossa, che sarà sostituita con il “promemoria” nei prossimi mesi.

La ricetta rossa, dunque, viene usata ancora per gli accertamenti diagnostici e le visite specialistiche, ma anche in caso di visita del medico a domicilio. Se il medico in visita a domicilio non ha con sé un tablet o un pc da cui inviare la ricetta elettronica al paziente, usa ancora la ricetta rossa perché altrimenti dovrebbe tornare in studio, stamparla e riportarla al paziente. (P.A.)