L'operazione

Rete unica: Sky, A2A e Poste Italiane pronte a investire?

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Secondo indiscrezioni, alcuni primari player fra cui Sky, Poste, A2A e Invitalia starebbero valutando di investire nella società unica della rete. Ma resta da capire quale sarà il perimetro e il modello di governance della nuova entità.

Sky, A2A, Poste e anche Invitalia sarebbero valutando la possibilità di investire nella rete unica. L’indiscrezione arriva dalla Reuters, alla luce degli sforzi del governo per chiudere in tempi stretti la partita della società unica della rete entro il 4 agosto, data del Cda di Tim.

Lo stallo

Da mesi Tim, partecipata da Cdp, sta negoziando con Open Fiber, joint venture paritetica fra Enel e Cdp, per raggiungere un accordo sul merger fra le rispettive reti. Il negoziato però è in stallo, manca l’accordo sulla governance e sul modello di business che dovrà assumere il nuovo soggetto. Verticalmente integrato (come pretende Tim) oppure Unico, Pubblico e Wholesale Only (come auspica Open Fiber)?

Pressing del Governo

Per superare lo stallo, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri avrebbe chiesto a Tim e Open Fiber di siglare un protocollo d’intesa entro fine mese, scrive la Reuters. A quanto pare, il Mef starebbe spingendo Cdp ed Enel perché la nuova società della rete sia sotto il controllo di Tim.

Un’ipotesi che ha sollevato non poche polemiche.

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Potenziale interesse?

In questi giorni, sarebbero numerosi gli investitori italiani ed esteri ad aver informalmente espresso interesse “per il progetto sponsorizzato dal governo”.

Secondo le fonti di Reuters, anche il fondo F2i e Poste Italiane avrebbero espresso interesse.

Dal canto suo, Sky si è rifiutata di commentare le indiscrezioni, ma la posizione della compagnia sulla rete unica è chiara, ed è stata espressa dall’amministratore delegato Maximo Ibarra il 16 giugno scorso in occasione del lancio del servizio ultrabroadband del gruppo in collaborazione con Open Fiber: “Sì al modello wholesale only, non al controllo dell’operatore verticalmente integrato”.

Nemmeno A2A ha commentato le indiscrezioni, così come gli altri soggetti accostati al dossier vale a dire Invitalia, F2i e Poste.

Tim, negoziato con KKR per la rete secondaria

Nelle ultime settimane il Governo ha accentuato il pressing sugli azionisti di Tim e Open Fiber, dopo che il fondo infrastrutturale statunitense KKR ha intavolato negoziati con Tim pe rilevare il 40% della rete secondaria in rame e fibra dell’ex incumbent che fa capo a FiberCop, che potrebbe diventare il veicolo del merger per la rete unica.

Secondo indiscrezioni, Il governo sarebbe favorevole ad un ingresso di Cdp nel capitale di FiberCop per bilanciare la presenza di KKR.

Il negoziato in esclusiva con il fondo infrastrutturale americano Kkr per la cessione di una quota intorno al 40% della sua rete secondaria in rame è avviato da qualche tempo, il che potrebbe preludere ad un ingresso di Kkr nella compagine di Tim.

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L’interesse dei fondi per Open Fiber

Dal canto suo, il fondo australiano Macquarie ha fatto un’offerta per rilevare interamente o in parte la quota del 50% detenuta da Enel in Open Fiber che, secondo stime, sarebbe stata valutata intorno ai 7 miliardi di euro. Anche il fondo del Qatar Wren House avrebbe espresso interesse.