Rete Unica Dossier

Rete unica, a Bruxelles è allarme concorrenza su Tim-Cdp

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Faro della Commissione europea sulla trattativa in atto nel nostro paese per la costituzione della rete unica, una scelta fatta soltanto a Singapore e in Qatar.

Il progetto di rete unica siglato da Tim e Cdp è sotto i riflettori di Bruxelles. Lo scrive oggi la Repubblica, secondo cui “non mancano i profili di rischio che potrebbero portare quanto meno all’imposizione di significative modifiche ai piani fin qui stesi da Telecom e Cdp. Aiuti di Stato, monopolio, tariffe e regole sulle telecomunicazioni. Questi sono gli aspetti che saranno verificati alla luce delle regole europee da parte delle direzioni generali che lavorano per la vicepresidente dell’esecutivo comunitario e capo dell’Antitrust Ue, Margrethe Vestager, e per il commissario Mercato interno, Thierry Breton”.

Profili di rischio: aiuti di Stato, monopolio, tariffe e regole Tlc

Al momento la Commissione non ha ancora aperto formalmente il dossier, prosegue il quotidiano, ma “un primo profilo di rischio, sul quale si concentreranno gli esperti Ue è rappresentato dal capitale pubblico e dagli asset che saranno conferiti alla nuova società: per garantirne la legalità, l’operazione sarà esaminata sotto il profilo delle norme sugli aiuti di Stato anche alla luce della presenza della Cdp, che dovrà dimostrare di operare secondo una logica di mercato. Altrimenti l’intervento potrebbe essere giudicato come sussidio pubblico illegale in favore di Tim”.

A preoccupare Bruxelles anche il ritorno di un monopolio, ovvero di una rete unica. “L’Italia sarebbe l’unico Paese europeo nel quale la fibra verrebbe affidata ad una sola società monopolista. Nel mondo questa strada è stata battuta solo da Singapore e Qatar, dove la rete è però interamente pubblica, senza la presenza di aziende private. Nel caso italiano invece ci sarebbe un forte ruolo dell’ex monopolista, ovvero di Tim. Un’azienda verticalmente integrata, presente nella rete ma anche nel servizio ai clienti mentre nel Continente si predilige la via del venditore all’ingrosso (modello wholesale only ndr), cioè di compagnie che gestiscono le reti e ne offrono l’accesso a pari condizioni a tutti gli operatori al dettaglio”.

Possibili rimedi

Fra i possibili rimedi, per evitare distorsioni di mercato, “non si esclude una modifica della governance con il ridimensionamento di Tim all’interno della newco proprio per evitare il controllo della nuova società monopolista da parte di un ex monopolista privato e presente in tutti i segmenti del mercato”.

Entro il 21 dicembre recepito modello wholesale only in Italia

Non a caso entro il 21 dicembre “anche in Italia dovrà essere trasposto nell’ordinamento nazionale il nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche che prevede appunto il modello del wholesale only, ovvero dell’operatore all’ingrosso che gestisce la rete senza contatti con i clienti finali. Un provvedimento ideato proprio per evitare conflitti di interesse tra gestore della rete e operatori al dettaglio”.

Tariffe di accesso e switch off del rame

Anche “le tariffe applicate dalla rete unica finiranno sotto la lente di Bruxelles”, per evitare “un aumento dei prezzi per il consumatore finale”. Infine sarà esaminato il capitolo switch off: “l’Europa chiede che le reti di rame vengano disattivate in tempi rapidi per passare alla fibra. Il rame però è proprietà di Telecom, che con la sua dismissione subirebbe un forte impatto sul proprio bilancio, già indebitato e a quel punto a rischio di una ulteriore svalutazione. Dunque Bruxelles chiederà garanzie sul fatto che il proprietario della rete di rame, al contempo nella società della fibra, non rallenti lo sviluppo della nuova infrastruttura per salvaguardare quella vecchia”.