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Rete Tim, Macquarie di traverso su adesione Cdp a offerta di Kkr

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Il fondo australiano Macquarie sta sollevando una serie di ostacoli di natura legale contro il piano sostenuto dal Tesoro italiano di far unire le forze di CDP e KKR nell’operazione di acquisto della rete fissa di Tim.

Il fondo australiano Macquarie sta sollevando una serie di ostacoli di natura legale contro il piano sostenuto dal Tesoro italiano di far unire le forze di CDP e KKR nell’operazione di acquisto della rete fissa di Tim.

Lo dicono a Reuters tre fonti vicine alla situazione.

Tim ha fissato al 9 giugno il termine ultimo per eventuali offerte migliorative da parte di Kkr e del un consorzio rivale composto da Cdp e Macquarie, del valore rispettivamente di 21 miliardi di euro e 19,3 miliardi di euro. Tim ha ritenuto entrambe le offerte inadeguate.

Persone a conoscenza della questione hanno detto a Reuters questo mese che il Tesoro sarebbe favorevole a far unire le forze tra Cdp e Kkr per la rete di Tim, e secondo una fonte, il ministero starebbe spingendo affinché Cdp metta da parte la sua proposta. Macquarie sta però ora sollevando questioni legali su una possibile alleanza tra Cdp e Kkr, hanno fatto sapere a Reuters tre fonti vicine alla questione.

Cdp e Macquarie sono coinvestitori in Open Fiber, competitor minore di Tim.

Secondo le fonti, alcune clausole incluse nel patto tra gli azionisti di Open Fiber potrebbero dare al fondo australiano un certo margine di manovra per ostacolare l’eventuale decisione di Cdp di abbandonare l’alleanza con Macquarie e aderire alla proposta di Kkr.

Una delle fonti ha detto che Macquarie punta a migliorare l’offerta con Cdp prima della scadenza del 9 giugno.

Una fonte vicina a Cdp ha riferito che il Cdp starebbe ancora lavorando con Macquarie per chiarire alcuni dettagli richiesti da Tim in merito alla sua ultima offerta, aggiungendo che non è stata ancora presa alcuna decisione.

Fonti separate e a conoscenza della questione avevano detto che questo mese Kkr aveva espresso la volontà di lavorare ulteriormente sulla propria offerta.

La vendita della rete Tim rappresenta l’opzione principale per il gruppo telefonico per ridurre il debito di 26 miliardi di euro. Il governo avrà voce in capitolo su qualsiasi accordo, potendo impiegare il “golden power” per fissare condizioni o bloccare tentativi di acquisizione di asset strategici come la rete di Tim.