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Recovery plan, dal 5G al Cloud alla rete in fibra nel documento del Governo

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Il “completamento della rete nazionale di telecomunicazioni in fibra ottica”, interventi “per lo sviluppo del 5G” ma anche la realizzazione di datacenter e cloud e l’arrivo dell’“Identità Digitale Unica per cittadini e imprese”. Sono questi alcuni dei capitoli previsti da una delle sei ‘missioni’ – quella relativa a ‘digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo’ – indicate nelle linee guida per il Recovery Plan che il governo ha inviato in Parlamento (scarica qui il documento integrale in PDF).

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Investire anche in aree bianche

Gli investimenti dovranno riguardare “tutte le aree del paese (anche quelle a fallimento di mercato) e tutte le componenti della popolazione (con l’inclusione di quelle deboli e a basso reddito”, si legge ancora nel documento a pagine 13, nel capitolo dedicato alla “Digitalizzazione, Innovazione e sviluppo del sistema paese”.  

Italia in linea con piano von der Leyen

“Non c’è mai stato un momento migliore per investire nell’industria tecnologica europea. Il 20% di Next Generation Eu (Recovery Fund) sarà investito sul digitale”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione, all’Eurocamera, a Bruxelles.

La presidente ha annunciato la creazione di un “cloud europeo” per la conservazione dei dati, “nel quadro di GaiaX”, spiegando di puntare sullo “sviluppo di 5G, 6G e fibra di vetro“, per raggiungere la “sovranità digitale dell’Europa” e stabilire “un’identità digitale europea sicura”.

Istruzione e formazione

Per quanto riguarda la sezione dedicata a istruzione, formazione e cultura, il piano ha previsto anche il cablaggio con fibra ottica delle infrastrutture scolastiche e universitarie, l’arrivo di infrastrutture per e-learning e il potenziamento degli asili e i nidi tra zero e sei anni.

Tra i ‘capitoli’ anche il potenziamento della ricerca, la riqualificazione e formazione del personale docente, la digitalizzazione dei processi e degli strumenti di apprendimento. Si punta anche a nuovi strumenti digitali per la tutela del patrimonio culturale.

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