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Rapporto sul Territorio 2020: Ict nelle famiglie italiane, ancora sotto gli obiettivi Ue del 2015

La penetrazione e l’utilizzo di strumenti dell’Information and communication technology (Ict) nelle famiglie italiane rimane ad oggi ancora un traguardo da raggiungere, almeno in riferimento agli obiettivi prefissati dalla Commissione europea per il 2015.

Il Rapporto

Tali obiettivi prevedevano una diffusione del 75% dell’uso abituale di internet tra gli adulti in età compresa tra i 16 e i 74 anni. A distanza di cinque anni, secondo il nuovo “Rapporto sul Territorio 2020” pubblicato oggi dall’Istat, il nostro Paese non li ha ancora raggiunti.

Ad oggi, infatti, in Italia, a fronte di un valore nazionale che nel 2019 ha raggiunto il 73,9%, gli utenti abituali di internet sono il 78,4% della popolazione adulta nell’insieme delle regioni del Nord e il 76,6% nelle aree metropolitane, mentre la quota scende sotto al 69,1% nei comuni di piccole dimensioni e al 65% in Calabria e Puglia.

Il digital divide tra Nord e Sud Italia rimane forte, ma stabile, cioè non sembra aumentare, mentre la buona notizia è che si sono ridotti quelli legati all’età, al titolo di studio e alla condizione professionale.

Digitale e barriere in famiglia

Tra i principali ostacoli rilevati dallo studio ci sono le scarse competenze digitali, il grado di istruzione, l’invecchiamento della popolazione, le resistenze culturali.

Più della metà degli utenti non possiede competenze digitali di base, nel nostro Pase, e solo il 29,1% possiede competenze avanzate. L’età resta un fattore importante, ma non decisivo: i giovani fino ai 34 anni hanno livelli avanzati nel 40% dei casi.

Più rilevante è invece il grado d’istruzione: oltre la metà (52,3%) degli utenti di Internet laureati hanno competenze digitali elevate. Sul territorio, la quota di utenti con competenze digitali elevate nel Mezzogiorno è inferiore di 6 punti percentuali rispetto al Nord.

Mancanza di competenze

La carenza di competenze si riflette sul numero di attività svolte online e sulla loro tipologia. Nel Rapporto si legge che “tra le 19 attività prese in considerazione ne vengono svolte mediamente nove e le più diffuse sono quelle legate al mondo della comunicazione, che non richiedono competenze specifiche, quali la fruizione dei contenuti multimediali su YouTube (70,0%), il telefonare via web (64,6%) e l’utilizzo dei social network (56,0%), per le quali la diffusione in Italia (e anche nelle regioni meridionali) è in linea con la media Ue”.

Meno diffuse sono inoltre le attività legate ai servizi online: “solo il 49,6% degli utenti internet ha effettuato acquisti online nel 2019, in aumento di 2,3 punti rispetto all’anno precedente, ma ancora quasi 15 punti al di sotto del valore medio Ue relativo al 2018”.

Il discorso cambia se si guarda solo il Nord Italia: “rispetto agli utenti residenti nel Mezzogiorno, il divario per l’uso dei servizi bancari è pari a 18,7 punti percentuali, per il commercio elettronico 15,1 punti, per l’uso di servizi relativi a viaggi e soggiorni 12,6 e per l’interazione con la Pubblica amministrazione 7,5 punti percentuali”.

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