I dati

Rapporto Lombardia 2017, cresce l’industria 4.0 nella regione più inquinata d’Europa

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Territorio d’innovazione, industrializzato e pronto alla trasformazione digitale del tessuto produttivo, ma salute popolazione minacciata dagli alti livelli delle polveri sottili nell’aria. Bene le rinnovabili, ma peggiora il dato sul consumo di suolo.

La Lombardia, una delle regioni più ricche ed industrializzate d’Italia, apre un confronto diretto con i Paesi dell’Unione europea (Ue) e soprattutto con i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il Rapporto Lombardia 2017 di Eupolis Lombardia ha l’obiettivo di evidenziare i punti di forza e di debolezza del territorio rispetto al panel ristretto di indicatori statistici definiti, condivisi e disponibili a livello internazionale.

Povertà, agricoltura sostenibile, buona salute, educazione di qualità, parità di genere, acque pulite, energia pulita e azioni per il clima, occupazione e crescita economica, innovazione ed infrastrutture, riduzione disuguaglianze, città e territori sostenibili, produzione e consumo responsabili, tutela ambiente e biodiversità, istituzioni efficaci e affidabili, promozione della partnership per gli obiettivi, sono i 15 punti chiave del rapporto con i posizionamenti della Lombardia su scala europea.

Per quanto riguarda il settore industriale e occupazionale, tra il 2011 e il 2014 il Pil pro capite lombardo ha registrato livelli superiori rispetto a quello nazionale, con un trend produttivo in crescita e questo nonostante il PIL procapite sia positivo (+0,8%) ma tra i più bassi d’Europa.

Le imprese lombarde utilizzano internet in linea con il dato nazionale, con indicatori di accessibilità alle infrastrutture fisiche superiori alla media nazionale. La spesa in ricerca e sviluppo è all’1,33% del Pil (1,38 la media nazionale e 1,60 quella Ue). Positivi i dati relativi ai ricercatori sul totale degli impiegati e al tasso di occupazione nelle imprese high-tech, con un 9,5% sul totale degli occupati (media Ue 4,8%, media nazionale 6,1%). La Lombardia è leader nazionale con il 26,18% dei brevetti italiani e il 22% delle startup innovative.

Per quel che riguarda il settore strategico dell’energia, la Lombardia vanta dal 2013 una quota dei consumi finali lordi coperti da rinnovabili del 12,5%, anche se – a causa del grande consumo elettrico – la quota delle rinnovabili nella produzione regionale di energia è del 33,5% (dato 2012): superiore a quella italiana, ma inferiore a quella delle regioni del Nord Europa.

Interessante la densità territoriale di produzione delle rinnovabili, con una specializzazione delle province settentrionali per la produzione idroelettrica e delle province meridionali per la produzione di bioenergie: il consumo mediano di energia elettrica coperto da fonti rinnovabili a livello UE21 si attesta al 20,9%, con l’Italia quasi a 31,3% e la Lombardia col 24,3% (rispettivamente settima e decima posizione, comunque di molto sopra la media Ue al 20,9%).

Riguardo il dato sull’efficienza energetica, il consumo finale di energia per unità di lavoro è superiore alla media italiana e in riduzione. Il settore a maggiore efficienza rispetto a tutte le altre regioni è quello dei servizi (che coprono il 57% del valore aggiunto lombardo).

Le emissioni di CO2 sono in diminuzione, 8,2 tonnellate di anidride carbonica equivalente per abitante (media Ue a 10,65, media nazionale a 8,75), soprattutto nei settori industriale e di generazione elettrica.

Da segnalare un aspetto di attenzione nella resistenza dei settori abitativo e dei trasporti a diminuire tali emissioni.

L’inquinamento dell’aria contribuisce a ridurre la qualità della vita della popolazione e la percezione del Benessere e la Lombardia è la regione con la più alta concentrazione di PM2,5, con 26,3 microgrammi per metro cubo (la media Ue è 14, quella nazionale 18,5).

Nonostante una quota di territorio regionale protetto (aree verdi protette e parchi) tra le più alte in Europa, la Lombardia vanta la terza più elevata superficie artificiale (consumo di suolo) nell’Ue, soprattutto per infrastrutture e insediamenti urbani, con gravi rischi di impoverimento e degrado del suolo e frammentazione degli ecosistemi naturali.

In Italia e in Lombardia, infine, il prelievo di acqua è particolarmente ingente rispetto ad altri Paesi Ue21 e la Lombardia è la regione italiana in cui si preleva il maggior volume di acqua per uso potabile, il 16% del totale italiano