Il PNRR e gli Avvisi per la digitalizzazione dei Comuni
La spinta del PNRR alla digitalizzazione del Paese è un dato di fatto e lo stato di avanzamento dei diversi progetti avviati con i fondi europei del PNRR lo dimostra. Il 90% dei Comuni, anche quelli più piccoli, ha abbracciato il processo di virtualizzazione e di dismissione delle vecchie dotazioni informatiche. E’ quanto emerge dalla Mappa dei Comuni digitali, pubblicato il Rapporto 2025 realizzato dall’Anci in collaborazione con il Dipartimento della Transizione Digitale e presentato oggi a Roma.
PNRR occasione irripetibile
Il PNRR è stata un’occasione irripetibile per la digitalizzazione dei piccoli Comuni, l’obiettivo per il futuro sarà quello di mantenere quanto di buono fatto dal punto di vista infrastrutturale puntando soprattutto sulle competenze per sfruttare al meglio il nuovo patrimonio tecnologico. Il tutto con un occhio di riguardo allo sviluppo prossimo dell’AI, che di certo impronterà di sé anche tutta la macchina dell’amministrazione pubblica.
Di fatto, sul fronte finanziario, ad oggi è stato liquidato un miliardo di fondi PNRR a fronte di 56mila progetti.
Butti: ‘Centrati tutti gli obiettivi del PNRR sul digitale’
“La pubblicazione del Rapporto 2025 sulla Mappa dei Comuni digitali testimonia il grande lavoro svolto dal Governo in sinergia con ANCI. Grazie a questa preziosa collaborazione, siamo riusciti a monitorare con rigore e trasparenza lo stato di digitalizzazione dei comuni italiani, mettendo in luce risultati eccellenti nell’adozione di servizi digitali. Abbiamo centrato tutti gli obiettivi PNRR sul digitale e questo sta portando effetti concreti per migliorare l’efficienza amministrativa e la qualità dei servizi verso i cittadini” ha dichiarato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica Alessio Butti.
Manfredi: ‘PNRR ottima spinta ma dobbiamo continuare a investire’
“La digitalizzazione è un potente motore di innovazione, ci permette di avere una pubblica amministrazione più efficiente, trasparente e vicina alle esigenze di tutti i cittadini”, ha affermato il presidente dell’Anci e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. “Un processo – ha sottolineato – che vede nei Comuni il primo luogo di sperimentazione. I dati recenti lo confermano: grazie agli importanti investimenti del PNRR, stiamo rafforzando la nostra ‘maturità digitale’ e rendendo le nostre infrastrutture più moderne e funzionali”. “Il PNRR – ha rimarcato il presidente dell’Anci – ha dato una spinta decisiva, ma occorre continuare a investire in infrastrutture e, soprattutto, nella formazione e nella crescita delle competenze del nostro personale affinché ci sia una vera transizione digitale, completa e duratura per il bene delle nostre comunità”.
Manfredi ha poi preannunciato l’intenzione di siglare nuovi accordi di interoperabilità delle banche dati dell’ANCI con l’INPS da un lato e con l’Agenzia delle Entrate dall’altro.
Il presidente dell’ANCI ha anche detto che i due convitati di pietra alla presentazione del rapporto odierno sono il MEF, che dovrà contribuire con i fondi per il digitale dopo la fine del PNRR (dal prossimo anno) e il Dipartimento della Funzione Pubblica di Zangrillo, che dovrà dal canto suo contribuire con le competenze necessarie al funzionamento del digitale nell’amministrazione pubblica, anche valorizzando le risorse in modo che non scelgano altri lidi più appetibili dal punto di vista degli stipendi.
Il contesto del PNRR
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ha stanziato oltre 6 miliardi per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (M1C1). Quasi la metà di queste risorse sono destinate alle PA locali, con un’attenzione specifica ai 7.896 comuni italiani, le istituzioni più vicine alle istanze dei cittadini. E’ quanto emerge dal rapporto sullo Stato di digitalizzazione dei Comuni italiani, realizzato da Anci in tandem con il Dipartimento della Transizione Digitale, in seguito ad un accordo avviato due anni fa e incentrato sul monitoraggio dell’utilizzo dei fondi del PNRR tramite la piattaforma PA digitale 2026.
Per facilitare l’accesso alle risorse da parte degli enti, il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DTD) ha lanciato PA digitale 2026, la piattaforma unica di accesso alle risorse PNRR dedicate alla digitalizzazione della PA: dalla migrazione in cloud all’utilizzo di piattaforme condivise per favorire l’interoperabilità pubblica passando per la diffusione di strumenti e servizi standard per pagamenti, siti internet, comunicazioni, notifiche a valore legale e identità digitale.
La semplificazione procedurale e amministrativa e l’assistenza tecnica sul territorio fornite dal Dipartimento, hanno permesso di coinvolgere il 99% dei comuni negli Avvisi di PA digitale 2026, avviando quasi 54.000 progetti di digitalizzazione e contribuendo al pieno raggiungimento degli obiettivi PNRR del DTD.

Migrazione al Cloud chiusa dal 68% dei Comuni
Grazie all’avviso dedicato su PA digitale 2026, 7.616 enti (96% del totale) hanno avviato il processo di migrazione in cloud, per un valore economico complessivo di circa 697 milioni di euro. Si tratta dell’investimento più consistente in ambito PNRR, preceduto soltanto dalla trasformazione dei siti web che raggiunge all’incirca 743 milioni di euro.
Più indietro invece la preparazione rispetto ad eventuali attacchi informatici, con appena il 13% dei Comuni che si dice pronta ad affrontare una eventuale miniaccia.

Il 68% dei comuni coinvolti ha completato la migrazione al cloud prevista e il 50% ha completato la fase di controlli tecnici e formali. Nello specifico si tratta di 3.577 progetti, per un valore totale di 270 milioni di euro.

Il 70% dei comuni rispondenti dichiara di aver già iniziato la dismissione dei propri server locali, con un 23% che ha già completato la dismissione.
Servizi digitali: Spid/CIE i più popolari con l’AppIO e PagoPA
Sono 5.890 i comuni (il 75% della platea) che hanno partecipato agli avvisi su PA digitale 2026 per l’implementazione di SPID/CIE, che si dimostra quindi fra i servizi più popolari.
Ancora più partecipati gli avvisi dedicati ad app IO (79%) e PagoPA (78% dei comuni).
Il tasso di partecipazione più alto è quello agli avvisi SEND (88% della platea). Oltre 4.500 comuni sono pronti a inviare digitalmente notifiche a valore legale.
6.579 comuni stanno riprogettando il proprio sito web rispettando i criteri previsti da Designers Italia.
L’80% dei Comuni eroga servizi digitali, la parte di fronte end con i servizi ai cittadini funziona bene, meno bene invece quella di back office.
Un auspicio è che quel 30% di persone che sono fuori da ogni utilizzo del digitale, si tratta per lo più di anziani, possa essere coinvolta nel processo in atto per evitare un digital divide sociale che come Italia non possiamo permetterci.
All’evento di presentazione hanno partecipato il Direttore Generale dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) Mario Nobile, l’Amministratore delegato di PagoPA S.p.A Alessandro Moricca e la vice-Capo Servizio Programmi industriali, tecnologici e di ricerca dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) Liviana Lotti. I dati del Rapporto sono anche stati commentati dalla Sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, dal Sindaco di Valentano Stefano Bigiotti, dall’assessore per l’innovazione del Comune di Bergamo Giacomo Angeloni e da Sebastiano Callari, assessore della Regione Friuli Venezia Giulia e Coordinatore vicario della Commissione per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Conferenza delle Regioni e Province autonome.
I dati della Mappa – Approfondimento
Il Rapporto 2025 è articolato in quattro capitoli tematici. Segue una sintesi dei principali elementi emersi dalle risposte dei comuni:
- Capitolo 1 – Infrastrutture, connettività e sicurezza digitale: il processo di dismissione dei server è stato avviato dal 70% dei comuni e, grazie all’ampia partecipazione agli Avvisi PNRR per la migrazione in cloud (oltre il 90% degli enti) il quadro è destinato ad evolvere rapidamente. L’80% dei comuni dichiara di non aver subito alcun attacco informatico dal 2023 e l’82% di avere un sistema di disaster ricovery misto (cloud o misto cloud/locale).
- Capitolo 2 – Digitalizzazione dell’attività amministrativa: dal questionario emerge un buon grado di maturità rispetto alla digitalizzazione degli atti amministrativi (es. il 75% ha informatizzato determine e delibere). Il tema dell’integrazione con fonti esterne appare centrale, soprattutto per servizi legati all’utenza. È quindi chiaro il potenziale in questo senso della PDND a cui, anche grazie al PNRR, ha aderito il 90% dei comuni, e del sistema anagrafi per incrementare l’interoperabilità dei servizi, in particolare per quanto concerne l’ambito demografico.
- Capitolo 3 – Digitalizzazione dei servizi ai cittadini: i servizi demografici, di edilizia/urbanistica, scolastici e dei tributi sono erogati in modalità digitale in oltre il 70% dei comuni. Al tempo stesso emerge però come necessità diffusa il bisogno di digitalizzare maggiormente i processi interni legati alla loro erogazione (oltre il 40% degli enti dichiara infatti di aver digitalizzato solo il front-office dei servizi).
- Capitolo 4 – Governance e innovazione: la gestione dell’ICT risulta essere principalmente affidata a fornitori esterni (per il 75%) e molte delle figure- chiave previste negli organigrammi degli enti (RTD e/o responsabile ICT) hanno per lo più profili amministrativi (nei piccoli comuni si tratta del 66%). Infine, le barriere principali percepite dai comuni rispetto alla trasformazione digitale riguardano la carenza di risorse economiche e umane per gestire processi di cambiamento, anche nei grandi comuni.