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Rai, Foa e Salvini fanno melina ‘Presidente perché consigliere più anziano’. In attesa dell’ok di Fi

Ad oggi la bocciatura della Commissione parlamentare di Vigilanza dei servizi radiotelevisivi a Marcello Foa come presidente Rai non ha avuto nessun effetto. Infatti il giornalista questa mattina ha presieduto il Consiglio di Amministrazione di viale Mazzini (sul sito ‘Rai per la trasparenza’ ancora non c’è traccia del nuovo CdA), perché è il consigliere più anziano. L’articolo 22.3 dello Statuto Rai recita così: “In mancanza di un Vice Presidente, la funzione e i poteri del Presidente sono esercitati dal consigliere più anziano di età”.

E sia il diretto interessato sia il suo principale sostenitore, il vicepremier Matteo Salvini, (che ieri ha riconfermato la fiducia a Foa come presidente), interpretando in modo favorevole la norma, fanno melina e vanno avanti, in attesa di un cambio di posizione di Berlusconi. Oggi il leader di Forza Italia all’Huffpost ha dichiarato: ‘Il Centrodestra deve andare d’accordo. Autorevoli giuristi dicono che non è possibile riproporre il nome dello stesso candidato una seconda volta alla presidenza della Rai. Credo quindi che dovrà essere proposto un altro nome”.

Marcello Foa: continuo a fare il ‘presidente’ perché consigliere più anziano in attesa di indicazioni dal Governo

“Sono ancora in attesa di indicazioni dell’azionista e nel frattempo continuerò, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del cda come consigliere anziano” ha detto, questa mattina, Marcello Foa, dopo il CdA.

“Oggi ho informato i miei colleghi del consiglio di amministrazione” ha aggiunto Foa in una nota – che sono ancora in attesa di indicazioni dell’azionista e che nel frattempo continuerò, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del cda come consigliere anziano, nell’esclusivo interesse del buon funzionamento della Rai”. “Voglio sottolineare – ha concluso – che in queste prime riunioni il clima all’interno del consiglio è stato ottimo, di confronto franco e leale con colleghi di grandissimo valore, e che lo spirito che ci unisce è quello di servizio per la più grande azienda culturale del Paese”.

La consigliera Rai Rita Borioni (PD): ‘Ho chiesto, invano, al CdA di indicare il nuovo presidente’

Durante il CdA di questa mattina, Rita Borioni, consigliera in quota Pd, ha chiesto agli altri componenti di indicare un nuovo nome per la presidenza Rai: “Ho posto il problema dell’autonomia del cda e dell’applicazione della legge”, ha spiegato Borioni. “Francamente, non capisco cosa stiamo aspettando: la legge dice che dobbiamo nominare un presidente, che poi viene sottoposto all’ok della Vigilanza. Effettivamente nella normativa c’è un baco, perché non è specificato cosa succede se il presidente viene bocciato dalla commissione. Ma logica vuole che si proceda a una nuova votazione: se bastasse il consigliere anziano, la legge non direbbe che bisogna eleggere il presidente”. “Non mi preoccupano tanto i problemi legati al possibile danno erariale quanto, soprattutto, la possibile nullità degli atti, che è ancora più pericolosa per la salute dell’azienda”, ha concluso Borioni, che si è vista respingere dal CdA la sua proposta. Più di un consigliere ha fatto rilevare che qualunque nome fosse venuto fuori non verrebbe ratificato poi in Vigilanza, visto lo scontro politico in atto tra il Governo e le opposizioni.

CdA Rai non legittimato, l’ira del PD

“Il cda non è legittimato, non può prendere decisioni senza un presidente reso efficace da voto Vigilanza. Se ascoltano Salvini rischiano la fine del caso Meocci: consiglieri condannati da Corte Conti a pagare 11 milioni”, avverte su Twitter il deputato dem Michele Anzaldi, che spiega poi così la vicenda Meocci: “Quanto alla circostanza che Foa possa comunque presiedere il Cda, secondo il diritto e la prassi che in assenza di un Presidente e di un Vicepresidente un Cda sia presieduto dal Consigliere anziano, in questo caso non si applica, poiché la commissione di Vigilanza non ha dato il proprio assenso proprio al fatto che il consigliere Foa sia Presidente e quindi possa presiedere il Consiglio. Diverso sarebbe stato il caso in cui Consigliere anziano non coincidesse con la persona cui la Commissione non ha dato il proprio placet a essere e fare il Presidente”.

“Siamo dunque di fronte ad una palese situazione di illegittimità”, sostiene Anzaldi, “pertanto se davvero i consiglieri appena nominati intendono riunirsi per prendere decisioni aziendali diverse dalla nomina di un nuovo presidente, come ad esempio nomine di direttori o decisioni di interim, rischiano di pagare personalmente.
“Basta rileggere la sentenza della Corte dei Conti”,
ha concluso Anzaldi, “che ha condannato alcuni loro predecessori a risarcire 11 milioni di euro per l’irregolare nomina di Alfredo Meocci, imposta anche in quel caso dal Governo e dalla politica contro regole e leggi, come accade oggi con Marcello Foa. La Corte in quel caso parlò di ‘manifestazione di una volontà pervicacemente e supinamente adesiva alla volontà politica’.

Staremo a vedere chi ha ragione.

Nel frattempo chi prova, invece, a sparigliare le carte sono Usigrai e Fnsi, con una doppia proposta a CdA e partiti: scegliere per la presidenza Riccardo Laganà, consigliere eletto dai dipendenti di Viale Mazzini, oppure un cronista sotto scorta, simbolo di quel giornalismo esemplare citato di recente anche da Di Maio.

Se è stallo sulla presidenza, è già al lavoro, invece, il neo amministratore delegato Fabrizio Salini, che ha anche scritto ai dipendenti Rai, invitandoli ad essere protagonisti di “una nuova pagina del servizio pubblico”. “E’ mia intenzione – ha promesso l’AD – lavorare con impegno, coniugando creatività e rigore, consapevole che nessun obiettivo potrà mai essere raggiunto senza il pieno coinvolgimento di tutte le donne e gli uomini che, ogni giorno, tramite il proprio lavoro, rendono davvero grande questa azienda”.

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